L'EVIDENZA DELLA PRESENZA DI DIO E L'ORIGINE DEL MALE

L'uomo, oltre a possedere i cinque sensi fisici che gli permettono di interagire col mondo esterno materiale e visibile, possiede un sesto e un settimo senso, che gli permettono di interagire col mondo interiore, immateriale ed invisibile che pure esiste, allo stesso modo di quello visibile. Soltanto per mezzo di questi ultimi due sensi, l'uomo può arrivare a conoscere la Verità: il suo cuore e la sua ragione. L'uno non deve escludere l'altro  altrimenti ciò causerebbe un disequilibrio al suo intero essere. L'intuizione del cuore e l'esperienza dell'anima che esso contiene, sono il sesto senso che permette agli uomini di conoscere Dio e le realtà invisibili, ed entrare in contatto diretto con Lui, adorandoLo e rendendoGli gloria, ed essendo per questo pienamente soddisfatto e felice. Il cuore conferma all'uomo la verità della percezione interiore di Iddio, pertanto un uomo è davvero sicuro della presenza di Dio soltanto quando lo percepisce con il "cuore eterico", il quale è una vera e propria funzione naturale dell'uomo, l'unica che permette lo slancio verso il divino e il perfezionamento, funzione che purtroppo, oggi giorno è sempre più soffocata dalla spessa coltre delle passioni e del desiderio, dell'ignoranza e della miscredenza. La percezione percezione di Iddio si fa strada con grande difficoltà nel mondo di questa epoca, che il Profeta Muhammad descrisse in questo modo: 

"Verrà un tempo in cui, per i credenti, avere fede sarà come stringere in mano un carbone ardente"

Il senso della ragione (o psichè) conferma invece all'uomo le prove dell'esistenza del Creatore, manifestatesi nelle infinitesimali meraviglie della creazione, che procedono secondo equilibrio e calcolo preciso. 

Dice ora l'uomo: 

"Dio non c'è perché non lo vediamo, e anzi, poiché attorno a noi non vediamo che afflizione, male e miseria, Dio non può esistere." 

Ma io rispondo: dice ciò soltanto chi ha una concezione antropomorfica di Dio, mista a una concezione di Dio visto come "Fonte illimitata di amore verso tutti, indistintamente da ciò che si fa e ciò che si è". Ma entrambi tali falsi idealismi della divinità portano solo a delusioni: chi infatti possiede una visione antropomorfica di Dio, rimarrà deluso nel constatare che Dio effettivamente non si può vedere e arriverà dunque ad affermare che Dio non esiste perché non Lo si vede. Essi dicono una mezza verità: infatti è vero che non esiste "il dio che si vede", perché il Vero Dio, in questa vita non può essere visto dall'uomo. Ma d'altro canto non è vero  che il Vero Dio non esiste perché non si vede, ma è presente anche se l'uomo non può vederlo, ma può può percepirlo. Inoltre, quando certuni affermano che Dio non esiste soltanto perché a priori hanno una concezione di Dio legata all'amore assoluto senza frontiere, anch'essi affermano una mezza verità, poiché un dio che ama tutti indistintamente e che ha dato all'uomo la vita soltanto come premio eterno a segno della sua misericordia, non esiste, in quanto il Vero Dio non ama gli iniqui, i perversi e i miscredenti, e non ha creato questa vita come premio eterno per l'uomo, ma come espiazione temporanea e luogo di prova. Tutto ciò scaturisce da false concezioni riguardo la religione della Verità. L'uomo che infatti osserva la realtà e fa esperienza della sofferenza, del dolore, male e delle punizioni divine, constata che effettivamente un Dio di amore che ama solamente l'uomo senza mai punirlo per i suoi peccati non può esistere, perché il male che c'è nel mondo ne è la controprova.

Chi dunque avrà una giusta concezione di Dio non resterà deluso perché scorgerà la mano di Dio in ogni vicenda della sua vita, ma chi avrà una concezione erronea e idealizzata di Iddio, ossia che dipende da una suggestione della mente e non dall'esperienza del cuore e dalla Parola divina in cui Iddio ha descritto Sé stesso all'uomo, non saprà comprendere certi avvenimenti  che accadono a lui o ad altri nella vita, e per questo può rischiare più facilmente di rinnegare la fede, restando deluso dalla falsa idealizzazione che aveva nella sua mente riguardo Dio. Quanti uomini rinnegano Dio per questo! Se conoscessero davvero Dio, Lo amerebbero, perchè Egli è l'irresistibile (Al-Jabbar), Colui al di fuori del Quale non esiste piacere più sublime per l'anima. Dice l'Altissimo: 

وَمَا قَدَرُوا۟ ٱللَّهَ حَقَّ قَدْرِهِۦ 

"Non hanno considerato Allah nella Sua vera realtà." (Az-Zumar 39:67)

E ancora: 

يَٰٓأَيُّهَا ٱلْإِنسَٰنُ مَا غَرَّكَ بِرَبِّكَ ٱلْكَرِيمِ 

"O uomo, cosa mai ti ha ingannato circa il tuo Nobile Signore?" (Al-Infitar 82:6)

Molti degli uomini in realtà, più che rinnegare il vero Dio, rinnegano tale concezione distorta di Lui, ma non appena vengono resi edotti sulla Vera Natura di Dio, l'accettano e divengono credenti. Ciò accade per colpa di falsi maestri che hanno da sempre insegnato agli uomini che Dio è a forma d'uomo con la barba bianca o con il corpo blu e otto braccia, che è Padre e Figlio, che è dipinto o statua, e che è solo amore. È normale che quando un uomo si scontra con la realtà e constata che in effetti Dio non è nè presente nella creazione in quanto creatura, nè è esclusivamente amorevole verso tutti indistintamente da quel che sono e da quel che fanno, allora l'uomo troverà contraddizioni nel rapportare la realtà a tale idealizzazione di Dio, e se fosse questa l'unica versione di Dio che gli è stata mostrata, molto probabilmente rinnegherá Dio affermando che Egli è del tutto estraneo alla realtà che viene confermata dall'esperienza dei sensi e dalla ragione. Dunque, il primo motivo per cui l'uomo arriva a negare Dio, risiede in una sbagliata concezione che esso ha riguardo la Divinità.

Ma per coloro che pur conoscendo la vera Natura trascendente, Unica, immanente e immateriale di Dio, Lo rinnegano, subentra una riflessione un po' più profonda. Rifletti ora su queste parole:

Se tu non vedi il sole perché sei nel bel mezzo della notte, non vuol dire che il sole non esista. Se tu non senti calore perché vivi nell'inverno più freddo, non significa che il calore non esista. Se un uomo è cieco e non vede nulla, non significa che attorno a lui non esista nulla, così come se un uomo è sordo e non sente nulla non significa che i suoni non esistano. L'incapacita di qualcuno nel percepire o nel comprendere una determinata cosa, non basta a giustificare l'inesistenza di tale cosa: se una cosa esiste secondo verità, esiste a prescindere da ogni cosa, e non basteranno mai le opinioni di chi non rende rende essa per "smettere di farla esistere." Se tu non riesci più a percepire Dio perché i tuoi peccati hanno completamente ricoperto il tuo cuore e perché i tuoi sensi hanno accecato il tuo intelletto, non significa che Dio non ci sia, ma piuttosto significa che tu ti sei accontentato di vivere nel gelido mondo del peccato e dello sconforto, e hai smesso di cercare la fonte di luce e di calore. Dopo la notte infatti, viene l'alba, e dopo l'inverno sopraggiunge la primavera e poi l'estate. Non perdere la fiducia: è solo questione di tempo e vedrai anche tu il tuo Signore. Ma se non aprirai a Lui il tuo cuore in questa vita, allora sarai simile a una casa le cui finestre vengono lasciate sempre chiuse, di modo che i raggi del sole non riescano a penetrare all'interno dell'abitazione apportandovi luce e calore. E una casa chiusa da anni non si riempie forse di muffa e parassiti, diventando in tal modo invivibile? Perciò, credi in Dio aprendo a Lui il tuo cuore, così come si aprono le finestre di una casa per lasciarvi entrare il sole, e allora ti ricorderai di Dio è capirai per quale motivo chi è miscredente non riuscirà mai, fintanto che resta miscredente, a percepire Dio: perchè il suo cuore è chiuso e si è indurito nella superbia, come una casa il cui proprietario ha deciso di restare chiuso asserragliato in essa, senza mai farvi entrare luce e calore. 

Ora, se tu vedessi le azioni di un serial killer o di un  malvagio, di certo non penseresti che per questo l'amore non esiste. Di certo, invece, penseresti che l'amore non esiste in quella persona. Parimenti, se tu vedessi una persona stupida, non penseresti mai che l'intelligenza non esiste, ma penseresti invece che l'intelligenza non è presente in quella persona. Infine, se tu vedessi una persona morta, non penseresti mai che la vita non esiste, ma piuttosto penseresti che la vita non è più presente in quella persona. La stessa cosa vale per Dio: se il mondo è malvagio non significa che Dio non ci sia, ma significa che il mondo è ormai privo di Dio, poiché privi di Lui sono i cuori della gente, i quali invece, adorano tutt'altro che il Vero Dio. 

Ora, se un bambino si facesse male per aver disobbedito ai suoi genitori, e gli si chiedesse: "Perchè ti sei fatto male?", lui risponderebbe di certo: "Per colpa mia, perchè ho fatto questo e questo, disobbedendo ai miei genitori." e non dirà di certo: "Per colpa dei miei genitori!". Tuttavia l'uomo incolpa Dio del suo male, nonostante tutti i mali che egli soffra vengano da sè stesso, anche se il suo Creatore lo ha messo in guardia da ciò che gli nuoce, come il peccato, e gli ha ordinato di compiere ciò che gli giova, come la preghiera e il Ricordo di Lui. Tuttavia l'uomo compie il peccato, danneggiando sè stesso, e si nega la preghiera e la fede, che invece è un bene immenso per lui. 

Inoltre è sempre più facile incolpare gli altri delle proprie colpe anziché assumersi le responsabilità piene dei propri errori. Quasi nessuno nessuno fa: la maggior parte della gente, quando soffre di qualche male, punta il dito contro Dio e contro il prossimo, anche se innocente, anziché guardare dentro di sé. Per questo Gesù disse ai superbi giudei, che anziché chiedere perdono dei propri peccati al Signore e ravvedersi, giudicavano male il prossimo, quando loro erano i primi a non essersi ravveduti: 

"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo?  O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello." 

(Mt. 7:3-5).

Bisogna dunque essere coerenti e coscienti dei propri errori, ed essere pronti ad assumersi le responsabilità dei propri errori, accettando il fatto oggettivo che"Ogni male che ci tocca viene da noi stessi" (Corano 4:79). 

Inoltre, ogni cosa in natura presenta una duplice funzione: maligna o benigna, cioè può essere usata a fin di bene e utilità oppure a fin di male e a danno del prossimo. Ad esempio un coltello può essere usato per tagliare la carne, ma può essere anche usato per uccidere qualcuno. Lo stesso vale per un'automobile, che può essere usata per accompagnare qualcuno da qualche parte, ma anche per rapire qualcuno e portarlo via. Così è per certi medicinali che possono essere usati per guarire ma anche per uccidere, e vale anche per tutto ciò che attorno a noi, fino agli oggetti che usiamo quotidianamente, come un cellulare ad esempio, il quale può essere utilizzato a fin di bene per diffondere conoscenza e informazioni utili e per poter contattare qualcuno che ha bisogno del nostro supporto, ma può anche essere usato a fin di male per guardare pornografia, organizzare crimini, pubblicare online video, immagini o informazioni private di qualcuno per ricatti o per vendicarsi di lui (revenge porn) e cosi via. Perfino un libro può essere usato per picchiare qualcuno o per appiccare un fuoco, oltre che per essere letto. Anche un cucchiaio, può essere usato per mangiare ma anche per squagliare su di esso della droga. C'è dunque una doppia finalità per ogni cosa che abbiamo attorno, compresi compresi noi stessi: possiamo infatti migliorare e dare il meglio di noi stessi, oppure peggiorare e dare il peggio di noi. Questo tuttavia, significa semplicemente che Dio ha dotato l'uomo di libero arbitrio, estendendo quest'ultimo anche su tutte le cose che lo circondano e che possono da lui essere utilizzate, affinché esso fosse messo alla prova per vedere se opererà il bene o il male. Per questo motivo, incolpare Dio dei mali dell'uomo, e dire: "Se sono così perverso e incattivito è per colpa di Dio" sarebbe come  un uomo uccide qualcuno con un coltello e poi si giustifica dicendo: "Non sono stato io ad uccidere quell'uomo, ma il coltello! Non è colpa mia se il coltello era tagliente!". Ovviamente tale uomo è un ipocrita: sappiamo bene infatti che avrebbe potuto usare il coltello in maniera diversa, perché il male dell'uomo proviene dalla cattiva gestione del suo libero arbitrio, e non da Iddio che ha concesso all'uomo tale favore per metterlo alla prova. Dunque, uomo, anziché incolpare Dio delle tue malefatte e dei mali che ti ritornano, comprendi anzitutto che hai libero arbitrio, ma che Iddio ti osserva e non è incurante di ciò che fai. 







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