QUANDO L'AMORE E' UN MALE, E L'ODIO UN BENE

Esiste un sentimento che è in grado di tenere lontano l'uomo dalla verità e dal bene ancor più dell'odio. Questo sentimento è l'amore, l'amore verso ciò che è falso e dannoso per l'uomo (ossia tutto ciò che Iddio ha proibito). Se l'odio infatti è più facilmente riconoscibile come "erroneo", e chi lo prova può essere che rinsavisca e si converta, l'amore, invece, si maschera facilmente da "agnello" e chi lo prova è convinto di essere nel giusto. Chi prova amore verso ciò che è falso e ingiusto, e cioè verso ciò che Iddio ha proibito e condannato, crederà di essere più buono e giusto di Dio, e reputerà Dio talvolta ingiusto e malvagio, considerando i profeti come oppressori, la religione come l'apice della tirannia, e le Scritture come l'apice della follia. Questo avviene solo per il fatto di amare, amare ciò che Dio ha proibito e definito come male. Perchè chi ama non si accorge che spesso l'amore si maschera da amico, ma in realtà è nemico. Esso è infatti un legame magnetico che unisce i cuori degli uomini a ciò che essi desiderano, che sia nel bene come nel male. Me se noi amassimo tutto quel che desideriamo, perfino ciò che ci nuoce, andremo incontro alla nostra stessa distruzione. Dice infatti l'Altissimo:

"Vi è stato ordinato di combattere. Ebbene, è possibile che voi detestiate qualcosa che invece è un bene per voi, ed è possibile che amiate qualcosa che vi è invece nociva. Iddio sa e voi non sapete". (Corano 2:216)

In questo chiaro versetto, Dio spiega all'uomo che nella Sua Parola di verità e lungimiranza v'è la reale natura degli eventi del mondo -che spesso l'uomo non comprende- al di là delle loro ingannevoli apparenze; infatti spesso, molti degli avvenimenti potenzialmente disastrosi e portatori di corruzione vengono considerati dall'uomo come se fossero un bene, per il sol fatto di apparire candidi e accattivanti. Mentre molti altri avvenimenti che sono in realtà benedizioni per l'uomo, vengono da lui considerati come dei mali immensi, per il sol fatto di apparire duri e scomodi da accettare. Questo perchè la maggior parte degli uomini giudica in base alla superficialità delle apparenze e in base all'immediatezza dei propri desideri, anzichè giudicare con l'uso della lungimiranza e dell'intelletto, parola che deriva proprio dal verbo "inter-ligere", cioè "scrutare attraverso le cose" e comprenderne le autentiche ragioni. Ecco che dunque l'uomo si allontana da Dio non per l'odio verso di Lui, ma per l'amore verso altri "idoli", ossia vizi, passioni, cattive abitudini, false ideologie, inique istituzioni umane, familiari, amici, nazioni, culture, popoli, partiti politici, e così via. Infatti l'amore per questa vita respinge l'amore per l'Altra Vita, e per l'uomo non è possibile amarle entrambe così come non sarebbe possibile per nessuno, guardare contemporaneamente il cielo e la terra. Se dunque l'odio che un uomo ha verso la verità e dunque verso Iddio e la Sua legge di giustizia, dipende dall'amore che egli ha rivolto verso determinate cose che Iddio detesta, allora è certo che per quell'uomo sarà impossibile diventare credente, perchè il suo amore glielo impedisce. Se invece l'odio che un uomo ha verso la verità e verso Iddio e la Sua Legge dipende dal pregiudizio e dall'ignoranza anzichè dall'amore verso altro al di fuori di Dio e di ciò che Dio ama, è molto pià facile in questo caso che la ripulsa di tale uomo si traformi in pentimento e fede, non appena esso si accosti alla verità e la conosca più a fondo, perchè in tal caso il suo cuore non sarebbe condizionato da alcun tipo di legame amoroso, il che lo rende molto più facilmente predisposto alla guida. Ad esempio, nel caso di 'Umar Ibn al-Khattab, egli fu inizialmente ostinato a uccidere il Profeta saaws e combattere contro l'Islam a spada tratta. Tuttavia la sua ira derivava dalla sua ignoranza e dal Suo pregiudizio, piuttosto che dal suo amore verso la menzogna: infatti, non appena egli si accorse di aver errato si pentì, e non appena conobbe la verità, la seguì. Questo perché le vere intenzioni di 'Umar erano fondate sulla sincerità e sulla virtù, piuttosto che sull'amore verso il suo popolo e la sua tradizione, cose contro le quali 'Umar si scagliò presto contro, non appena si accorse della loro iniquità, divenendo così uno tra i migliori servi di Dio di tutti i tempi. 

Ma per chi ha già il cuore ubriacato e deviato dall'amore per questa vita terrena, non riuscirà mai a "liberare" il suo cuore dalle catene di tale amore, per poterlo lasciar libero di seguire la guida divina, a meno che non lo guidi Iddio stesso, privando improvvisamente il cuore da ogni attaccamento verso ciò che è materiale, e facendogli desiderare eclusivamente la Sua Presenza. Questo atto divino conduce alla conversione, che è il più grande dei miracoli, non solo perchè "muta" il cuore dell'uomo da un istante all'altro -cosa che solo Dio può fare- ma perchè anche è in grado di cancellare all'istante l'amore che il cuore prova per una determinata cosa di questa vita terrena, e lo rivolge verso di Lui. Così Dio guida a Sé chi Egli vuole. Ma al di fuori di questo caso, l'amore è un legame così forte e influente sull'uomo, che per esso è impossibile seguire la verità se esso ama la falsità, così come è impossibile compiere il bene se esso ama il male.

Ecco perchè, ancor più dell'odio, l'amore è una catena talvolta mortale per l'uomo. Infatti, ad esempio, prendiamo il caso di una donna che si innamori follemente di un uomo malfattore, perverso e tossicodipendente. Ella è buona e sincera, mentre lui è ipocrita e approfittatore. Lei si dedica a lui anima e corpo, e cerca giorno e notte di migliorarlo, di addolcirlo, di farlo ragionare e farlo pentire dei suoi errori, ma lui la insulta, la maltratta, e non ha alcuna inenzione di rinunciare ai suoi errori. Inoltre quando le si accosta la notte, lo fa solo per ottenere piacere sessuale da lei, ma la mattina seguente la tratta di nuovo come se non fosse accaduto nulla. Ora se tale donna, pur essendo trattata così ogni giorno, e pur avendo constatato che l'uomo che ama non ha alcuna intenzione di cambiare, se ella non facesse nulla per migliorare almeno la sua stessa situazione, ad esempio terminando la relazione, ma piuttosto ignorasse il problema e andasse avanti, avrebbe davanti a lei una sola scelta: annullare sè stessa e seguire la persona amata. Ella sarebbe costretta, dal tempo e dal quieto vivere, a diventare maligna e ipocrita come il marito, per sopravvivere, magari, per amor suo, facendo le sue stesse cose, come bere, fumare, o fare uso di droghe. Quante ragazze e ragazzi sono morti per colpa di questo amore! Questa è infatti quella che molti definiscono una "relazione tossica", ossia un legame amoroso che non porta alcun bene ad entrambi, ma che anzi finisce solo per corromperli sempre di più. Infatti, l'amore di coppia per poter essere di giovamento, deve essere accompagnato da una vicendevole volontà da parte dei coniugi, di migliorare e perfezionare i propri difetti, anzichè chiudersi a riccio e pretendendo che i propri errori vengano accettati e compresi dall'altro coniuge. In questo caso, una relazione amorosa del genere più la si prolunga, più porterà problemi sia alla coppia che ai figli di quella coppia. In questo caso, è meglio la separazione, così almeno in questo modo, uno dei due coniugi (quello più sano e predisposto al miglioramento e al bene), sarà salvo dal male dell'altro coniuge. Infatti, se noi poniamo vicini due mele, una marcia e una sana, quella marcia fa marcire anche quella sana, non accade mai il contrario. Chi va con lo zoppo impara a zoppicare, recita il proverbio di storica memoria. Ecco in quale contesto, ad esempio, l'amore è un danno.


Questo vale anche per tutto ciò che un uomo può amare, ma che lo peggiora, allontanandolo dalla verità e dal bene: ad esempio, un uomo può amare la sua famiglia, il suo paese e la sua tradizione, anche se essa è lontana dalla verità, dalla giustizia e dal bene, e magari la ama solamente perchè da essa riceve privilegi, complimenti e agevolazioni materiali. Anche se a tale uomo potrebbe sembrare un bene amare la propria famiglia, tradizione  e popolo -solo perchè da essi riceve beni materiali- in verità è un male perchè essi lo stanno allontanando dalla verità, da Dio e dal bene:

"E quando si dice loro: “Seguite quello che Allah ha fatto scendere”, essi dicono: “Seguiremo piuttosto quello che seguivano i nostri antenati!" E ciò anche se i loro antenati non comprendevano e non erano ben guidati." (Corano 2:170)

e ancora:

"E quando si dice loro: “Seguite quello che Allah ha rivelato”, rispondono: “Seguiremo invece quello che abbiamo trovato presso i nostri avi!”. [Insisterebbero così] anche se Satana li chiamasse al castigo della Fiamma?" (Corano 31:21)

In questi versetti Allah, rifulga lo splendor della Sua Luce, ci sta mostrando la testardaggine e la perseveranza consapevole degli uomini nel proseguire lungo il cammino della falsità e dell'errore, riguardo al fatto di seguire ciecamente il loro popolo. La maggior parte, infatti, degli uomini nel mondo, sia nel passato che nel presente, nonostante avessero conosciuto la verità riguardo le loro pratiche e credenze, hanno comunque preferito rinnegare la verità e continuare a seguire ciecamente e con convinzione gli errori del loro popolo, questo, solo per amore verso di esso e verso ciò che tale amore gli avrebbe dato in cambio, come agevolazioni, privilegi, ricchezze, e così via: 

"Mai inviammo prima di te alcun ammonitore ad una città, senza che quelli che vivevano nell'agiatezza dicessero: “Abbiamo trovato i nostri avi far parte di una comunità e ricalchiamo le loro orme”." (Corano 43:23)

Scrisse a tal proposito Grace Hopper: 

"La frase più pericolosa in assoluto è: "Abbiamo sempre fatto così."

 "L'uomo segue la religione del suo amico; quindi ognuno di voi dovrebbe fare attenzione alle amicizie che stringe." (Profeta Muhammad)

Ora, quando Dio ci ordina di amare una cosa, è perchè quella cosa è per noi un bene, anche se in principio ci potrebbe sembrare un male. E se Dio ci dice di detestare una cosa, è perchè quella cosa per noi è un male, anche se in principio ci potrebbe sembrare un bene. Dio sa e noi non sappiamo: Egli è l'Onnisciente, l'Unico a possedere la conoscenza del passato, del presente e del futuro. La lungimiranza divina non potrà mai essere rapportata alla limitata ed erronea percezione che l'uomo ha nei confronti degli eventi della vita. Allah sa, noi non sappiamo: in questo sta la fede del credente. Egli si fida di Dio e della Sua Parola, perché conosce la Sua misericordia e Potenza. Al contrario, il miscredente non si fida di Dio nè della Sua Parola, e dispera della Sua misericordia, decidendo così di scegliere di testa sua ciò che bisogna e non bisogna amare, anche se in tal modo, egli, danneggia inconsapevolmente sè stesso. Noi non facciamo un favore a Dio se crediamo nella Sua Parola, ma lo facciamo a noi stessi:

  "Vantano questa sottomissione, come fosse un favore da parte loro. Di': “Non rinfacciatemi il vostro Islàm come se fosse un favore. È piuttosto Allah Che vi ricorda il Suo favore di avervi guidati verso la fede, [che otterrete] se siete sinceri." (Corano 49:17)

Tuttavia, è proprio per mezzo dell'amore verso ciò che Dio ha proibito e condannato, che la maggior parte degli uomini taccia di menzogna la verità, rinnega la giustizia, e perverte l'ordine naturale delle cose. Infatti, l'uomo commette il peccato per amore verso il mondo e i suoi godimenti ingannevoli; tradisce sua moglie per amor di lussuria; non desidera figli o se ce li ha li trascura per amor del suo tempo libero; diventa avaro per amor delle ricchezze; prevarica e opprime per amor del potere; diventa arrogante e superbo per amor di sé stesso; svende la sua anima per amor di questo basso mondo; corrompe sé stesso per amore del vizio; rinnega la verità per amor della tradizione della sua nazione; accetta la menzogna o l'ingiustizia per amore di una persona che ama; non vive il suo presente per amor del suo passato o per bramosia di future ambizioni; adora gli idoli per amore vicendevole del suo popolo, come è scritto nel Corano, in cui il profeta Abramo disse alla sua gente:

“Invero, non avete adottato gli idoli, all'infuori di Allah, se non per amore reciproco in questo mondo. Poi, nel Giorno della Resurrezione, gli uni disconosceranno gli altri e gli uni malediranno gli altri; vostra dimora sarà il fuoco e non avrete chi vi soccorrerà”. (Corano 29:25)



Dunque, l'amore reciproco che gli uomini provano fra loro, è il più grande ostacolo che possa loro impedire di accettare la verità. Faccio un esempio; quando il Profeta Muhammad, saaws, cominciò ad annunziare apertamente la rivelazione coranica agli arabi meccani, il popolo si divise in due gruppi: coloro che avevano creduto e che erano ben pochi, e coloro che non avevano creduto. Ora, coloro che avevano creduto, cercarono di chiamare anche le loro famiglie alla fede in Allah l'Unico, e nel Suo inviato, con la speranza di salvare le loro anime. Ma molti di essi rimasero miscredenti ed associatori, ed anzi, cominciarono a provare ostilità e ripulsa nei loro confronti, finché non giunsero alla separazione definitiva, e alla persecuzione. Ora, se i credenti, compreso il Profeta, non avessero preferito l'amore per Allah all'amore per la loro gente, certamente il messaggio divino non sarebbe proseguito e l'Islam non sarebbe mai stato stabilito, e il Corano non sarebbe arrivato mai fino ai nostri giorni. Ciò che invece rese possibile tutto ciò, fu, oltre alla perseveranza nella fede dei credenti, la loro costanza nell'amare Dio e ciò che Dio amava, e nell'odiare ciò che odiava Dio e che Dio odiava, e cioè i miscredenti che perseveravano nel loro errore e negazione della verità. Se essi avessero stretto alleanza con loro oppure avessero provato compassione e tenerezza verso di loro, certamente avrebbero compromesso anche una buonissima parte della loro fede e della loro religione, per cercare di compiacerli. Per questo è scritto nel Sacro Corano: 

 "Né i giudei, né i nazareni saranno mai soddisfatti di te, finché non seguirai la loro religione. Di': “É la Guida di Allah, la vera Guida”. E se acconsentirai ai loro desideri dopo che hai avuto la conoscenza, non troverai né patrono, né soccorritore contro Allah." (Corano 2:120)

e ancora: 

"Intendevano infatti sviarti da ciò che ti abbiamo rivelato, nella speranza che Ci attribuissi, inventandolo, altro che questo [Corano]. E allora ti avrebbero preso come amico.E se non ti avessimo rafforzato, avresti inclinato un po' verso di loro.[E allora] ti avremmo fatto soffrire un doppio [supplizio] nella vita e un doppio [supplizio] nella morte, quindi non avresti trovato chi ti sarebbe stato d'ausilio contro di Noi." (Corano 17:73-74-75)

E ancora: 

Di': “Se i vostri padri, i vostri figli, i vostri fratelli, le vostre mogli, la vostra tribù, i beni che vi procurate, il commercio di cui temete la rovina e le case che amate vi sono più cari di Allah e del Suo Messaggero e della lotta per la causa di Allah, aspettate allora che Allah renda noto il Suo decreto! Allah non guida il popolo degli empi”. (Corano 9:24)

Anche durante la vita del Profeta Muhammad, i miscredenti notabili della sua tribù decisero di offrirgli ricchezze e piaceri terreni, soltanto per fargli abbandonare la sua missione, che stava sempre più minacciando i loro privilegi il loro potere; essi gli dissero: 

"Se è il potere che cerchi, possiamo farti nostro capo! Se sono le donne che cerchi, possiamo farti sposare con quella più bella! Se è la ricchezza che cerchi, possiamo darti tutto l'oro che vuoi! Ma tu, ti prego, deisisti dal compiere questa missione." 

Ma perfino innanzi ai legami di parentela e nonostante condividesse con loro nazionalità e tribù, il Profeta saaws non vacillò nemmeno un po' innanzi alle allettanti offerte dei miscredenti, ma restò immobile nell'amore per il suo Signore e nella fedeltà verso il suo compito, e rispose prontamente: 

"Anche se qualcuno mettesse il sole nella mia mano destra, e la luna nella mia mano sinistra, non potrei mai riunziare alla missione affidatami dal mio Signore". (Questo lo disse allo zio Abu Tālib, dopo che i meccani miscredenti avevano cercato di coinvolgerlo per far desistere il nipote, attraverso l'amore familiare e parentale, dal continuare la sua missione. Tuttavia né le allettanti proposte dei meccani e né l'amore parentale dello zio paterno, riuscirono a sedurre ed ingannare il Profeta saaws, impedendogli di perseverare nel cammino della verità della fede.)


Questo è il segno della vera profezia, Allahu Akbar. Ma se il Profeta saaws, avesse ceduto "per amore" dei loro paesani o della vita terrena, scegliendo di acconsentire ad una parte della questione e scendendo a compromessi con i miscredenti, sarebbe stata compromessa l'interezza della religione e la portata del suo messaggio:

  "Coloro che volgono le spalle dopo che a loro è stata resa evidente la Guida, sono quelli che Satana ha sedotto e illuso.  Perché hanno detto a coloro che hanno ripulsa di quello che Allah ha fatto scendere: “Vi obbediremo in una parte della questione”. Allah ben conosce i loro segreti." (Corano 45:26-27)

Per questo, quando qualcuno dice: "Ama e fà ciò che vuoi", oppure dice: "L'amore è la via", ci si deve chiedere prontamente: "Amore verso chi, verso cosa? A quale scopo? Amore verso ciò che vero, giusto e buono, o amore verso ciò che è effimero, falso, ingiusto e maligno?". Questo è fondamentale. 

Perchè l'amore è un sentimento molto potente che può salvare l'uomo, se indirizzato verso le giuste cose e usato nella giusta misura, ma che può rovinare l'uomo se indirizzato verso le cose sbagliate e nella misura sbagliata. Per questo motivo esso deve essere incanalato, come tutti i sentimenti, in una ben precisa direzione, deve essere educato e controllato, come per un fiume dai confini ben limitati: se non ci fossero le sponde, esso esonderebbe e distruggerebbe ogni cosa. Se ad esempio noi non incanalassimo l'odio, e dicessimo "l'odio è la via" oppure "odia e fa ciò che vuoi", cominceremo ad odiare tutto e tutti senza ragione, e questo eccesso di odio immotivato porterebbe il mondo all'iniquità e alla distruzione. Al contrario, esagerare nell'amore disperdendolo senza limite, condurrebbe l'uomo al disequilibrio e alla perversione, e dunque il mondo in cui dimora, al pervertimento. 

L'odio inoltre, (parola che significa "repulsione, rifiuto, allontanamento") non sempre è negativo: così come l'amore, esso va incanalato, indirizzato, educato. Se l'amore è paragonabile a un fiume d'acqua fresca in grado di far germogliare tutti i semi che incontra, l'odio è paragonabile a un fiume di lava che distrugge tutto quello che incontra. Tuttavia l'equilibrio è nel mezzo: bisogna infatti riconoscere che non tutti i semi che il fiume dell'amore potrà far germogliare, contengono buone piante, anzi, molti di essi contengono piante velenose e dannose per tutto il resto del terreno, pertanto farle crescere sarebbe un male. Al contrario, bisogna riconoscere che non tutto quel che distrugge il fiume di lava dell'odio è sempre maligno, perchè talvolta tale fiume può distruggere anche ciò che è impuro e che è di danno al resto del terreno circostante, purificandolo, per cui è un bene che esso distrugga certe cose nocive, per preservare così la parte buona di terreno. Per questo recita un detto ebraico: "Brucia la terra impura prima di gettare i tuoi semi". L'odio non è dunque sempre un male, se rivolto verso le cose giuste, e nella giusta misura, così come per l'amore.

Inoltre, in questa vita non si può privare l'uomo dell'ira, -la quale è un sentimento naturale- perchè finchè non verrà l'Ora ci saranno sempre, per opera di Satana e dei suoi servi, delle ingiustizie contro le quali il servo di Dio è tenuto a combattere senza quartiere, ingiustizie contro le quali è richiesto tutt'altro che amore, bensì sdegno, e dunque ira, odio, e cioè allontamanento, ripulsa, rifiuto. Ecco dove l'odio è doveroso. Gli unici uomini e donne che non provano odio, sono coloro che si forgiano una loro personale visione "positiva" a rose e fiori della vita, che è lontana dal reale. Coloro che invece guardano  in faccia la realtà, conoscono bene le iniquità e le afflizioni dell'uomo, e riconoscono i nemici e i perversi guidati dai dèmoni e contro i quali va il loro sdegno. Infatti disse un monaco cristiano ortodosso: 

"La passione dell'ira secondo il suo valore originale, ci è stata data per condurre una lotta senza quartiere contro i dèmoni, e combattere ogni forma di piacere peccaminoso. Gli angeli, risvegliando in noi il gaudio spirituale e facendocelo pregustare, ci aiutano a rivolgere le forze del nostro centro irascibile contro gli spiriti del male. Questi ultimi, affatturandoci con l'incantesimo delle bramosie sensibili, ci spingono ad usare le energie dell'irascibile per combattere gli uomini, e ciò è contro natura. La mente, in questo caso, rimane stordita e ottenebrata, e tradisce le energie sante che sono in noi."


L'odio può dunque beneficiare l'uomo e preservarlo, soltanto finchè esso viene indirizzato contro ciò che lo danneggia, dandogli modo di allontanarlo, respingerlo e rifiutarlo. In questo caso, l'odio è paragonabile ad uno scudo difensivo posto tra un cavaliere e il suo aggressore, oppure è paragonabile alla distanza di sicurezza che si mantiene tra un malato e una persona sana, per evitare di essere contagiati. Ecco perchè in certi casi l'odio (o ira) funge da protezione. In altri casi invece, l'odio o l'ira fungono da tramite per poter giungere alla verità. Faccio un esempio: tra una persona che ama gli errori del proprio popolo in quanto nazionalista, e una persona che detesta gli errori del proprio popolo, chi tra le due sarebbe quella più predisposta alla guida divina e all'accettazione della verità? Senza dubbio, la seconda, perchè essa è priva di un attaccamento amoroso che condiziona le sue scelte. Per questo motivo è doveroso, per un cercatore di verità, distaccarsi anzitutto da tutto quello che credeva di sapere, mettendo tutto in dubbio, svuotandosi completamente in questo modo da ogni pre-giudizio e falsa concezione della realtà, e forse, in questo modo potrà accettare con facilità la verità non appena Iddio sceglierà di mostrargliela. Ecco perché disse Renez Déscartes: 

"Se vuoi diventare un vero cercatore della verità, almeno una volta nella tua vita devi dubitare, il più profondamente possibile, di tutte le cose."

Ma al contrario, quando si insegna all'uomo ad amare ogni cosa e non odiar più nulla, egli comincia ad accontentarsi del male e della menzogna in cui si trova, amando ciò che gli nuoce e che lo uccide, e non desiderando più di cambiare e correggere il suo cammino. In questo caso, l'amore è paragonabile alle sabbie mobili che trascinano sempre più in fondo chi vi è finito dentro. 


Per questo motivo, bisogna dire che il principio di ogni male per l'uomo risiede nell'utilizzo non appropriato e sproporzionato di amore e odio, e cioè quando l'uomo odia ciò che dovrebbe amare e ama ciò che dovrebbe odiare. Questo è principio di ogni corruzione, di ogni sofferenza e di ogni male nel mondo. Al contrario, il principio di ogni bene per l'uomo risiede nell'utilizzo corretto e proporzionato di amore e odio, e cioè quando l'uomo ama ciò che dovrebbe amare e odia ciò che dovrebbe odiare. Questo ristabilirebbe l'equilibrio e l'armonia nel mondo. 

Infatti, un uomo, per poter essere davvero giusto deve saper controllare il suo amore e il suo odio e indirizzarli nella giusta direzione, ma oggi giorno l'uomo è incapace di ciò, perchè gli è stato insegnato ad amare ciò che dovrebbe odiare, e ad odiare ciò che dovrebbe amare. Vado nello specifico per far comprendere meglio il lettore; quanti ragazzi e ragazze, oggi, detestano i propri genitori e i vincoli che essi gli impongono? Molti. Eppure, essi non sanno che quei vincoli sono per il loro bene, per evitare che essi siano "scoperti" innanzi al maligno, ed esso trovandoli indifesi e vulnerabili, approfitti di loro e li distrugga. Ma Satana inganna l'uomo, e attraverso false ideologie come quella del liberalismo -che esorta gli uomini a disgregarsi dalle più sacre unioni, come quella familiare e coniugale- fa credere all'uomo che il vero bene sia la libertà totale da ognuna di queste "umane istituzioni dettate dalla morale religiosa nel corso degli anni" (giusto per citare Freud). In questo modo, l'uomo comincia a sconsiderare la religione e a vederla come oppressiva e anacronistica (ossia estranea al suo tempo), e inizia a desiderare la separazione da tutto ciò che può impedirgli di agire come gli pare e piace, andando così sempre più lontano -a sua inconsapevolezza- dai beni più sacri che l'uomo possiede, come la fede, il matrimonio e la famiglia. Ecco come l'uomo può arrivare, sotto inganno satanico, a considerare buona una cosa che non lo è. Satana attira l'uomo alla sua tana adescandolo con false dottrine e ideologie, e quando esso è abbastanza vicino, lo cattura e lo divora. 


Lo stesso vale per l'amore verso la tradizione: coloro che restano col cuore attaccato alla loro patria, alla loro nazione, alla loro famiglia, ai loro amici (se seguono la menzogna) e così via, non riusciranno mai ad accettare la verità, perchè il loro amore glielo impedisce. In questo caso, infatti, accettare la verità è molto più semplice per quelle persone che non sono paticolarmente attaccate alla loro tradizione, alla loro nazione, al loro paese, alla loro famiglia, a dei vizi, a delle abitudini, a dei privilegi e così via, perchè costoro, non essendo condizionati da un legame amoroso verso ciò che è falso o ingiusto, non avranno alcun probema ad accettare ciò che è vero e giusto, ma in caso contrario, questo è impossibile che avvenga, a meno che non sia Dio stesso a compiere un miracolo, cioè la conversione: esso è il più grande miracolo che Dio opera nell'uomo, perchè con esso Egli libera il suo cuore da ogni legame amoroso dannoso e inutile, ristabilendo invece nel suo cuore l'unico e solo legame amoroso che gli offre vero giovamento e soddisfazione completa, ossia la fede. 

Infatti, l'amore è come un dardo scoccato verso una precisa direzione, finchè non va a segno. Ma se il dardo è già stato scoccato e ha già colpito un determinato bersaglio, come si potrà al tempo stesso far sì che esso colpisca un altro bersaglio? Ciò è impossibile per l'uomo, perchè esso ha già rivolto il suo amore verso qualcosa, e l'amore è molto difficile da far svanire, soprattutto se è corrisposto, e se dunque colui che ama riceve vicendevoli ricompense che incoraggiano e motivano e rafforzano ancora di più il suo amore. Infatti, ci sono solo due modi per far terminare l'amore di qualcuno verso una determinata cosa: un'esperienza negativa che deluda o ferisca la persona che ama, "sciogliendo" in tal modo il legame dell'amore che lo univa a quella determinata cosa; oppure quando l'amore verso una cosa nuova è più forte dell'amore provato precedentemente per un'altra cosa e lo sostituisce, come nel caso di un uomo che si innamora di un'altra donna e automaticamente comincia a perdere desiderio per la sua sposa. Quindi, l'amore può essere distrutto da un'esperienza negativa, oppure può essere "re-indirizzato" in una nuova direzione. Questo è nelle mani di Iddio, poichè Lui stabilisce, in base alle nostre intenzioni, le "traiettorie" che il nostro cuore percorrerà, lasciandoci tuttavia la piena libertà di sceglierle e percorrerle. Tuttavia l'amore dell'uomo non può essere distrutto, perchè l'uomo per poter vivere ha l'assoluta necessità di amare qualcosa, qualsiasi cosa sia, come canta Zucchero, nella sua canzone "Madre dolcissima": "Ti amo perchè ne ho bisogno, non perché ho bisogno di te", e dice nella canzone riadattata "Wicked game", "Nessuno non ama nessuno". Ciò è vero, perchè l'uomo è una creatura "adorante", cioè creata da Iddio per amare e per adorare, e se non adora o non ama nulla significa che non è più vivo:

 "È solo perché Mi adorassero che ho creato i dèmoni e gli uomini." (Corano 51:59)

Non esiste uomo al mondo che non ami qualcosa, qualcuno, prendendoli come "oggetto della propria adorazione quotidiana", O come motivazione di vita, divinizzando in questo senso quella determinata cosa che si ama eccessivamente, prendendola come "rifugio e salvezza". Disse a tal proposito Martin Lutero:

"Qualsiasi cosa alla quale il vostro cuore si aggrappa e nella quale confida, quello è il vostro dio".

Ci sono uomini che hanno preso come divinità il loro lavoro; altri i loro figli o il loro partner; altri ancora una passione, un'attività, un vizio; altri ancora un partito politico o un'ideologia; altri ancora addirittura una religione; altri ancora un maestro, un monaco, un Profeta o un mistico. Il segno che essi hanno considerato come divinità tali cose, risiede nel fatto che nel loro cuore v'è un amore totale ed esclusivo verso di esse, un amore che porta l'uomo a ritenere che tali cose siano la sua salvezza, la sua cura, il suo rifugio, e senza le quali non potrebbe mai vivere, altrimenti si ucciderebbe. Ma poichè Iddio ha stabilito fin da principio che il cuore dell'uomo debba adorare con un culto esclusivo e totale solamente il Creatore e non la creazione, ecco che chi compie ciò cade nell'idolatria:

"Eppure non ricevettero altro comando che adorare Allah, tributandoGli un culto esclusivo e sincero, eseguire l'orazione e versare la decima. Questa è la Religione della verità." (Al-Bayyinah 98:5)

L'amore dell'uomo può essere distrutto solo nei confronti di una determinata cosa amata, oppure può essere spostato da una cosa amata ad un'altra, ma l'amore in sé, questo sentimento magnetico, questo legame di unione tra amante e cosa amata, non può essere distrutto di per sé, perchè Iddio lo ha reso connaturato all'uomo soltanto affiché esso ami Lui e ciò che Lui ama. Infatti, la parola amore deriva dal latino "a-mors" e significa "assenza di morte"

Tuttavia, quando l'uomo anziché unire il suo cuore al Creatore (al-Khaliq), lo unisce alle creature, amandole dello stesso amore che dovrebbe essere riservato per il Creatore, l'uomo soffre inevitabilmente. Infatti, non appena quella determinata cosa che ama verrà a mancare per qualsiasi ragione (la separazione, l'allontanamento, la morte, ecc.), ecco che automaticamente assieme ad essa muore anche il cuore dell'uomo, perché il suo amore non sarà a quel punto più ricambiato, ma sarà un vuoto a perdere, un buco nero che risucchia nelle profondità delle tenebre l'anima. Ma al contrario delle Sue creature, Iddio ricambia sempre l'amore dell'uomo, in qualsiasi tempo e condizione, perchè Egli è l'Immortale, l'Assoluto (As-Samad). Egli non lascia mai deluso né scontento colui che Lo adora e Lo invoca, come disse il profeta Zaccaria:

“O Signor mio, già sono stanche le mie ossa e sul mio capo brilla la canizie e non sono mai stato deluso invocandoti, o mio Signore!" (Maryam 19:4 )

Per questo Allah, rifulga lo splendor della Sua Luce, consiglia all'uomo per il suo stesso bene: 

"...Glorifica e loda il tuo Signore prima del levarsi del sole e prima che tramonti. GlorificaLo durante la notte e agli estremi del giorno, così che tu possa essere soddisfatto." (Ta Ha 20:130)

"Rivolgi il tuo volto alla religione come puro monoteista, natura originaria che Allah ha connaturato agli uomini; non c'è cambiamento nella creazione di Allah. Ecco la vera religione, ma la maggior parte degli uomini non sa." (Ar-Rum 30:30)

Solo se l'uomo usa il suo cuore nel modo naturale per cui esso é stato creato, potrà essere soddisfatto, altrimenti ci sarà sempre qualche cosa in lui che non va. 

La stessa metafora si potrebbe applicare ad un'automobile che va a benzina senza piombo: se anziché fare il pieno di benzina si decidesse di riempire il suo sebatoio con fango o diesel, di sicuro quell'auto si guasterebbe. Lo stesso vale per l'uomo, quando esso riempie il suo cuore con cose diverse dal ricordo dell'Altissimo. Tutto logora in questo mondo, tranne il Ricordo dell'Altissimo,  ecco perché perché Profeta saaws disse: 

 "La miglior parola pronunciata da un arabo, fu quella del poeta Labīd, che disse: "Tutto è vanità eccetto Allah". (Sahih muslim)

E disse il Sapiente Creatore:

"In veritá l'uomo è in perdita, eccetto coloro che credono e compiono il bene, vicendevolmente si raccomandano la verità e vicendevolmente si raccomandano la pazienza." (Corano 103)

Di conseguenza, dunque, il problema non è quello di "amare o non amare" e la soluzione per non soffrire non è quella di "non amare", ma è quella di "amare le cose giuste in modo giusto, per non soffrire". La maggior parte degli uomini, infatti, oggi giorno è così confusa che non sa più nemmeno cosa amare e cosa odiare, e per questo, ad esempio, si vedono molte persone odiarsi vicendevolmente, uccidersi e lottare per un nonnulla, mentre si vedono persone "regalare" il loro cuore e vendere sé stessi al primo che passa, per poi rimanere ingannati e delusi da coloro che non hanno ricambiato il loro amore, ma che al contrario, hanno calpestato il loro cuore. Molti uomini e molte donne diventano pazzi per colpa di questo disequilibrio nell'utilizzo dell'amore e dell'odio, e arrivano spesso ad uccidere gli altri e sé stessi. Sono completamente allo sbaraglio. Del tutto smarriti. 

É così che molti uomini e molte donne sono state fuorviate da Satana, il quale dapprima li ha indotti ad amare ciò che dovevano odiare e viceversa, e poi si è accostato loro sussurrando al loro cuore: "Guarda cosa ti fa l'amore! E' un male! Non amare più se vuoi vivere tranquilla/o!", oppure dice: "Guarda cosa ti fa l'odio! Non odiare più nulla e ama tutto e tutti, se vuoi vivere una vita tranquilla/o!", ma in entrambi i casi v'è eccesso e deviazione, anche se l'uomo non se ne accorge.  

Il vero rimedio è dunque amare ciò che l'uomo deve amare, e odiare ciò che l'uomo deve odiare. Ma quì sorge la domanda: chi è che stabilisce cosa si deve amare, e cosa si deve odiare? Questo non dovrebbe forse dipendere dalla libera scelta del cuore di ognuno? Beh, se fosse così, torniamo di nuovo al problema succitato: se l'uomo amasse e odiasse in accordo ai propri desideri, il mondo sarebbe corrotto, come dice l'Altissimo:

"Se la verità fosse consona ai loro desideri, certamente si sarebbero corrotti i cieli e la terra e quelli che vi si trovano! No, abbiamo dato loro il Monito, ma essi se ne allontanano." (Corano 23:71)

Per questo motivo, per poter realizzare la pienza giustizia, gli uomini devono prima accordare la loro volontà e il loro amore a ciò che Dio ha stabilito per loro, essendo in ciò "musulmani", e cioè sottomessi alla Sua volontà. Dio ha creato l'uomo affinché esso Lo adori, e sia soddisfatto e felice di questo, perchè chiunque adora Iddio e arriva a conoscerLo raggiunge il più alto livello di soddisfazione e piacere che una creatura possa mai raggiungere. Solo così l'uomo realizza sé stesso. 

Di conseguenza, quando si ama qualcuno, spontaneamente si comincia ad amare anche tutto quello che quella persona ama, e si odia ciò che essa odia. Ad esempio, nella storia di Laila e Majnun (Majnun in arabo significa pazzo, mentre Laila notte), il giovane Majnun amò così tanto Laila, che arrivò ad amare perfino i sassi che ella aveva toccato, e gli oggetti che ella utilizzava.


 Lo stesso discorso vale per il credente. Quando Iddio dice: "Io amo questo", sta esortando i Suoi servi ad amare quel che Lui ama; al contempo, quando Iddio dice: "Io non amo questo", sta esortando i Suoi servi a detestare ciò che Egli non ama. E ciò poiché quel che l'Onnipotente ama, lo ama in quanto, avendolo creato, ben conosce il bene che ha riposto in esso, mentre al contrario ciò che Egli non ama, non lo ama perchè ben conosce il male che ha riposto in esso. Egli è il Creatore, dunque conosce meglio di tutti le Sue creature dal profondo e non dalle apparenze, e conosce meglio di tutti, chi fra le Sue creature sono le più meritevoli dell'amore e chi invece, dell'ira. Dio dice la verità e non si vergogna di essa:

"La verità proviene dal tuo Signore: non essere tra i dubbiosi". (Corano 2:147)

"Allah non ha vergogna della verità." (Corano 33:53)

Solamente l'amore in Dio è eterno e duraturo, stabile e immutabile nel tempo; ma ogni amore rivolto non verso Dio nè verso ciò che Dio ama, è un amore teso a fallire, a scomparire e dissolversi come vapore, in quanto legato alla dimensione terrena e alle ingannevoli forme della materia, che prima o poi periranno inevitabilmente. Questo concetto di "amare per Dio" e "odiare per Dio", si trova nell'islam sotto il nome di "Al wara' wa-l-bara'", ed esso consiste proprio nella naturale regolazione del sentimento di amore e odio nel cuore dell'uomo, usandoli nel modo giusto e nella giusta misura, amando ciò che Dio ama e non amando ciò che Dio non ama. 

Infatti, quando il credente ama Dio e Lo adora con perseveranza e devozione, tale amore verso di Lui va a regolare in modo del tutto spontaneo e naturale, anche tutto il resto della sua vita, comprese le sue relazioni familiari, coniugali e sociali, compreso l'amore per i suoi affetti, e ogni altro tipo di amore che l'uomo potrebbe provare verso qualcosa. Solo dopo aver amato e conosciuto davvero cosa è Dio, l'amore dell'uomo tornerà a procedere secondo l'equilibrio naturale, ed egli non soffrirà più per aver amato qualcosa o qualcuno "troppo" o "troppo poco". Solo quando si pone unicamente Dio al centro del proprio amore, si otterrà la libertà dalla sofferenza prodotta dall'amore verso ciò che ci fa soffrire inevitabilmente. Perché l'amore, l'uomo non può negarselo, e né distruggerlo, ma può indirizzarlo nella giusta via per cui esso é stato designato. Dio può questo. Ecco perché Gesù disse, come primo e più grande comandamento di tutti gli altri:

"Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza." (Marco 12:29-30) 


Ma l'uomo che non conosce Dio e non Lo ama, vive nella paura, alternando la sua esistenza da un amore all'altro, tra una sofferenza e l'altra,  con qualche raro e breve momento di felicità e soddisfazione. Ma chi conosce Dio e ha la certezza di trovarLo in ogni preghiera, in ogni respiro e in ogni passo, proverà una gioia e una soddisfazione senza precedenti che non potrebbe essere riportata sulla lingua.

Ora alcuni potrebbero obbiettare: "Se Dio è amore, come potrebbe forse non amare qualcosa ch'Egli ha creato?". Ora, questo concetto parte dal falso assunto che Dio sia amore, e sorge dai numerosi poemi di mistici (come i sufi) e da un'errata interpetazione di questo versetto presente nel Nuovo Testamento:

"Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore." (1Giovanni 4,8)

Di conseguenza, questa interpretazione ha fatto esasperare il concetto di amore a partire dalla religione cristiana, e oggi giorno è stato esteso dalla Chiesa perfino a non cristiani, atei, peccatori, pervertiti e via discorrendo. Insomma, attraverso questo versetto -che era inizialmente rivolto all'amore che Dio riserva ai Suoi servi e tra i Suoi servi- l'amore è stato disperso via via in ogni direzione, come l'acqua di un fiume esondante, che annega tutte le coltivazioni circostanti. Di fatti, oggi giorno, si è arrivati davvero al punto di credere, tra cristiani, mistici e sufi, che Dio sia solo Misericordia e amore, e non detesta nulla di quello che ha creato. Tuttavia, se si osserva la Sua Parola, si evince il contrario. Vediamo infatti, quante volte Allah afferma nel Corano di non amare qualcosa, e vediamo anche cosa non ama: 

"Allah non ama coloro che eccedono." (2:190)

"Allah non ama la corruzione." (2:205)

"Allah non ama i corruttori." (5:64)

"Allah non ama nessun ingrato peccatore." (2:276)

"Allah non ama i miscredenti”. (3:32)

"Allah non ama i malfattori [iniqui, empi, trasgressori]”. (3:57)

"In verità Allah non ama l'arrogante orgoglioso, [e neppure] gli avari che invitano all'avarizia e celano quello che Allah ha dato loro, della Sua Grazia." (4:36-37)

"Allah non ama il traditore, il peccatore." (4:107)

"Allah non ama che venga conclamato il male in pubblico, eccetto da parte di colui che lo ha subito." (4:148) [Dunque Allah non ama il diffamatore e il calunniatore, colui che si lamenta senza ragione solo per il gusto di farlo] 

"Allah non guida il popolo degli empi”. (9:24)

"[Egli] non ama quelli che sono tronfi d'orgoglio." (16:23)

"Allah non ama il traditore ingrato." (22:38)

"Allah non ama i superbi." (28:76)

"Quando poi dimenticarono quello che era stato loro ricordato, salvammo coloro che proibivano il male e colpimmo con severo castigo coloro che erano stati ingiusti e che perversamente agivano." (7:165) [Dunque Allah non ama i perversi, nè la perversità]

Insomma, essi sono tutti coloro che Allah non ama. Come si può affermare ancora che Dio è solo amore e misericordia? Certamente, se tutti gli uomini fossero credenti, puri, buoni e retti, allora Dio sarebbe solo amore e compassione, ma dal momento che Iddio stesso ha lasciato all'uomo la libera facoltà di schierarsi per Lui o contro di Lui, è normale che con tale atto Egli abbia stabilito "amici e nemici". Allora ecco che Dio diviene anche collera, sdegno e vendetta. Certamente, come è scritto nella Torah:

"Il Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione." (Numeri 14:18)

 Ed è scritto similmente nel Corano:

“Il vostro Signore possiede immensa misericordia, ma la Sua severità non potrà essere allontanata da un popolo empio”. (6:147)

Ecco per quali motivi il credente, avendo compreso e accettato la natura divina, non può far altro che adattarsi alla volontà di Dio ed emulando le Sue divine qualità. Infatti, così come Dio è amorevole e perdonatore verso i deboli, i bisognosi, i credenti, i giusti, e così via, anche il credente deve essere essere amorevole e perdonatore verso di essi, così come lo è Dio con loro. Parimenti, così come Dio è paziente ma severo, fermo e spietato contro miscredenti, iniqui, perversi associatori e malfattori, così deve esserlo anche il credente. Perchè la perfezione si ottiene solamente quando il credente cerca di acquisire in tutto e per tutto le qualità divine. Allah ha infatti 99 Nomi, i quali possono essere realizzati nella vita del credente per mezzo della Grazia divina e dell'amore verso Allah; se dunque Allah è il Misericordioso verso i Suoi servi, anche il credente deve esserlo. Se Allah è perdonatore verso chi si pente, allora anche il credente deve esserlo. Se Allah è giusto ed imparziale fra gli uomini, allora anche il credente deve esserlo. Se Allah non lascia impunita l'ingiustizia, allora anche il credente non deve lasciarla impunita. Se Allah ordina il bene e proibisce il male, allora anche il credente deve farlo. Se Allah è lento all'ira e grande nella benevolenza, allora anche il credente deve essere tale. Se Allah è fedele, allora anche il credente deve esserlo. Se Allah è nobile, anche il credente deve esserlo. Se Allah è Verità e Luce, allora anche il credente deve essere sincero e luminoso, dicendo sempre la verità e riflettendo la luce divina che Iddio effonde in lui. Allah è Onnipotente, e se il credente ama Allah, Egli gli darà il potere di fare cose imposssibili. Allah è onnisciente, e se il credente ama Allah, Egli gli insegnerà cose che non avrebbe mai pensato di poter scoprire. Ogni realizzazione degli attributi divini dipende dalla misericordia divina nei nostri confronti, e dal nostro amore verso Iddio. Infatti, se si ama qualcuno, si diventa un tutt'uno con esso, come disse il Messia Gesù: 

"Io e il Padre siamo una e una cosa sola." (Gv. 10:30)

ed è scritto nell'hadith al qudsi: 

"Allâh, sia Egli onorato e magnificato, ha detto: “Chi è ostile ad un Mio santo, gli dichiarerò guerra, ed il Mio servo non si avvicina a Me con nulla che Mi sia più amato di ciò che gli ho prescritto. Ed il Mio servo continua ad avvicinarsi a Me con le opere supererogatorie fino a che lo amo; e quando lo amo sono il suo udito con cui ode, e la sua vista con cui vede, e la sua mano con cui afferra, ed il suo piede con cui cammina; e se Mi domanda gli darò, e se Mi chiede protezione, gli darò protezione. Ed in nulla Io esito, se non nel (prendere) l’anima del Mio servo fedele mentre detesta la morte, poiché Io detesto (causare) il suo male”. (Al bukhari)

I sinceri credenti dunque, se davvero affermano di amare Allah, non possono far altro che amare ciò che Egli ama, e detestare ciò che Egli odia. Se infatti un servo avesse un padrone che lo tratta benissimo e non gli fa mai mancare nulla, e tale servo afferma a parole di amare il suo padrone soltanto per ricevere ancora i suoi favori, ma nei fatti va a lavorare per il nemico del suo padrone (cioè Satana), quello sarà un pessimo servo infedele. Ecco perchè l'Altissimo afferma: 

"O credenti, non prendetevi per alleati il Mio nemico e il vostro, dimostrando loro amicizia, mentre essi non hanno creduto alla verità che vi è giunta e hanno scacciato l'Inviato e voi stessi, solo perché credete in Allah vostro Signore." (60:1)

E Gesù disse: 

"Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona." (Matteo 6:24)

Satana e coloro che egli devia, sono nemici di Iddio e dei credenti. Non prendetelo dunque per alleato assieme ai suoi schiavi. Non lasciatevi corrompere dall'amore, amando ciò che dovreste odiare e odiando ciò che dovreste amare. Sappiate che l'amore ha corrotto quelli che erano prima di voi: per amore furono divorati da "Babilonia, la gran prostituta che ha bevuto dal sangue dei profeti". Piuttosto, siate veri devoti del Signore e adempite al Suo ordine affinché vi sia fatta misericordia:

"Avete avuto un bell'esempio in Abramo e in coloro che erano con lui, quando dissero alla loro gente: “Noi ci dissociamo da voi e da quel che adorate all'infuori di Allah: vi rinneghiamo. Tra noi e voi è sorta inimicizia e odio [che continueranno] ininterrotti, finché non crederete in Allah, l'Unico” (Corano 60:4)

"Muhammad è il Messaggero di Allah e quanti sono con lui sono duri con i miscredenti e compassionevoli fra loro. Li vedrai inchinarsi e prosternarsi, bramando la grazia di Allah e il Suo compiacimento. Il loro segno è, sui loro volti, la traccia della prosternazione: ecco l'immagine che ne dà di loro la Torâh. L'immagine che invece ne dà il Vangelo è quella di un seme che fa uscire il suo germoglio, poi lo rafforza e lo ingrossa, ed esso si erge sul suo stelo nell'ammirazione dei seminatori. Tramite loro Allah fa corrucciare i miscredenti. Allah promette perdono e immensa ricompensa a coloro che credono e compiono il bene." (Corano 48:29)

Pace su coloro che credono e compiono il bene, e vicendevolmente si invitano alla verità e alla pazienza.





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