CREDO IN ALLAH SOLO PERCHE' SONO DEBOLE E MI TROVO NEL BISOGNO?
Molto spesso Satana pone a noi credenti questa insinuazione:
INSINUAZIONE: "La fede in Dio è una cosa per persone deboli, in quanto umiliate dalla vita e sconfitte, una cosa per persone bisognose di compassione, di verità, di successo, di soddisfazione e di giustizia; ma poiché certi uomini non hanno ricevuto compassione, soddisfazione, successo e giustizia nella loro vita, allora ricercano quest'ultime in una Entità superiore che chiamano Dio, e in un mondo immaginario futuro che chiamano paradiso; quest'ultimo è l'archetipo di quanto di più bello l'uomo potrà mai ottenere tra amore, compassione, delizia e soddisfazione, e vi credono solo coloro che in questa vita non hanno potuto ottenere tutto ciò, e dunque, non avendolo potuto ottenere qui, desiderano di ottenerlo nell'aldilà e vi credono pure. Al contempo, il desiderio di credere nell'inferno deriva dal bisogno di una mancata giustizia in questa vita, e poiché l'uomo assiste spesso a molti crimini che restano impuniti, allora giunge al bisogno di credere necessariamente in un luogo futuro in cui questa giustizia dovrà pur esser fatta, per cui, l'inferno è per chi non ha ottenuto giustizia e vendetta in questa vita, e la brama quindi in una vita futura. Ergo, la fede è un'invenzione umana, in quanto creata per bisogno dall'uomo stesso, poiché se la fede fosse stata la verità assoluta allora tutti gli uomini l'avrebbero avuta dentro di loro come se fosse stata parte della loro natura, ma poiché essa si pone come scelta, come ideologia e dottrina dogmatica, e poiché gli unici uomini che la scelgono sono quelli che sentono il bisogno di farlo, (e non tutti, anzi, solo pochi oggi ne sentono il bisogno) allora essa è un qualcosa di esterno dell'uomo e non di innato, e quindi è senza dubbio di origine umana e non divina. Il bisogno della fede nasce dal bisogno di misericordia, di verità, di vittoria, di soddisfazione, di rivalsa e di giustizia che l'uomo non ha potuto ottenere in questa vita, e dunque, ove tale bisogno non sia presente, l'uomo non sente neppure il bisogno di accostarsi alla fede. Il povero, infatti, si accosta alla fede perché sa di non avere altro al di fuori di essa, e la sua speranza in una ricompensa futura paradisiaca lo aiuta a distrarsi dalla sua miseria, "anestetizzando" il suo dolore e facendolo vivere in una rassicurante attesa, rendendo più piacevole la sua vita di sofferenza e privazione (teoria espressa da Karl Marx quando asserì "La religione è l'oppio dei popoli"). L'oppresso che ha subìto ingiustizia e non ha trovato mai qualcuno che gli facesse giustizia, si accosta alla fede perché l'idea che un Dio possa punire un giorno i suoi oppressori lo fa sentire tranquillo e placato nell'animo. L'umiliato che è stato sconfitto dalla vita, avendo perso ad esempio i propri cari oppure essendo stato lasciato dalla persona che amava, trova conforto nell'idea di un Dio Misericordioso e Compassionevole che ascolta l'afflitto e non fa mai mancare nulla ai Suoi servi. La fede è soltanto dunque una favoletta che gli afflitti, i poveri e i bisognosi utilizzano a mo' di motivazione per dare un senso alla loro vita o per sentirsi speciali e auto-compatirsi, perché sono giunti a un punto in cui sono incapaci di vivere la loro vita in modo normale, godendo dei suoi piaceri e morendo senza farsi troppi problemi."
ANALISI INIZIALE: Andiamo ora al dunque. Prima di tutto, questo pensiero si basa su vari falsi presupposti: il primo, è quello secondo cui Dio non esiste e non esiste neppure uno scopo e una motivazione per tutte le cose create. Il secondo presupposto è quello secondo cui, la fede è una cosa che viene accettata solo dai deboli, dai sofferenti o dai bisognosi di amore, giustizia, soddisfazione o altro; il terzo presupposto è quello secondo cui la fede sia una favoletta, e la religione sia un invenzione dell'uomo; il quarto presupposto è quello secondo cui gli uomini forti e sani che vivono in modo conforme alla natura, vivono senza aver bisogno di credere in Dio e senza necessità di farsi domande, ma godono dei piaceri della vita in santa pace, un po' come gli animali (teoria che deriva dal darwinismo secondo la quale l'uomo è un animale evoluto); il quinto e ultimo presupposto è quello secondo cui la realtà nuda e cruda è che questa vita non è altro che lotta di potere e di classe (come afferma la teoria della selezione naturale darwiniana secondo la quale "il più forte sopravvive, mentre il debole soccombe"), e chi perisce è il debole sfortunato, e chi vince è il forte fortunato, perciò non ha bisogno di Dio altri che il debole, il povero e il bisognoso, mentre il forte non ne abbisogna, il bello, il furbo e il ricco non ne hanno bisogno. Dunque, Satana è come se -per mezzo di tale insinuazione dicesse all'uomo "non farti domande e vivi così come vuoi e come sei. Non chiedere perdono a Dio e non sottometterti a Lui con umiltà, perché non si sottomettono a Dio altri che i deboli e i bisognosi. Sii forte, perché i forti non hanno bisogno di sottomettersi a Dio".
RISPOSTA: Prima di tutto, ogni uomo è debole. Innanzi a Dio non esistono uomini forti, se non coloro che Iddio rende forti. Esistono invece uomini arroganti che si credono forti, e uomini non arroganti che non si sentono forti. Ma l'arroganza non è il segno della forza dell'uomo, ma è il segno della sua durezza di cuore, della sua superbia e ribellione verso Dio. Cosa significa uomo forte, ce lo disse il profeta Muhammad, quando disse:
"Forte non è l'uomo imbattibile nella lotta, forte è colui che riesce a padroneggiare sé stesso nella collera."
Fatto sta che oggi, la maggior parte di uomini che sono convinti di essere forti, sono in realtà dei deboli arroganti che non sanno neppure padroneggiare loro stessi, in quanto preda dei loro stessi istinti e passioni, come la collera, la bramosia, l'invidia, e così via. In questo senso dunque, un uomo forte è un uomo che riesce a padroneggiare sé stesso, liberandosi dal suo stesso male. Ma la maggior parte di uomini nel mondo, sono preda del loro stesso male, e al tempo stesso credono di essere forti solo perché hanno ricevuto da Dio più potere o favori rispetto ad altri, e a causa di tali poteri e favori concessigli da Iddio, essi si sono inorgogliti, e anziché diventare grati ed umili, sono diventati superbi e ribelli.
Un uomo che crede di non aver bisogno di niente e di nessuno non è un uomo forte, ma un uomo bugiardo e arrogante, dal momento che lo stesso cibo che mangia e la stessa bevanda che beve, lo stesso sole che lo scalda, la stessa acqua che lo bagna, gli stessi alberi che gli fanno ombra e dai quali proviene l'ossigeno, lo stesso profumo dei fiori che annusa, tutto ciò che rende "bella e possibile" la vita di tale uomo, proviene da Dio. Il piacere stesso, gli organi con cui si prova il piacere e gli oggetti del piacere, ci sono stati dati dal Creatore. Come si può dunque affermare: "Non ho bisogno di niente e di nessuno"? Infatti l'uomo è una creatura, e pertanto esso vive costantemente in una condizione di bisogno nei confronti del Creatore che lo sostiene con i Suoi doni e con la Sua Potenza. Se il Creatore non fosse Misericordioso -come molti miscredenti asseriscono- e se Egli togliesse all'uomo anche soltanto uno dei doni materiali dai quali esso dipende per poter vivere, ad esempio l'aria, l'acqua, il fuoco, la terra o la luce, ecco che l'uomo non sarebbe più in grado di vivere. Dice infatti il profeta Qohelet:
"Non c'è nulla di meglio per l'uomo del mangiare, del bere e del godersi il benessere in mezzo alla fatica che egli sostiene; ma anche questo ho visto che viene dalla mano di Dio. Infatti, chi senza di Lui può mangiare o godere? " (Ecclesiaste 2:24-25)
Se invece Iddio togliesse all'uomo anche uno solo dei Suoi doni spirituali, quali la compassione, la pazienza, la guida, la fede, la pace e così via, ecco che l'umanità entrerebbe nel caos e sarebbe vicina alla sua fine, come appunto lo è oggi giorno, proprio a causa dell'assenza di tali doni spirituali che l'uomo stesso si è precluso a motivo della sua stessa miscredenza nei confronti dell'Altissimo.
Ma poiché Iddio è il Sommamente misericordioso, Egli concede i Suoi doni (materiali) a tutti gli uomini, senza chieder loro nulla in cambio e indipendentemente da quel che sono -se giusti o iniqui- affinché essi siano messi alla prova in questa vita. Dice infatti l'Altissimo:
e come disse Gesù:
"Affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti." (Matteo 5:45)
Al contrario, i doni spirituali Iddio li riserva solo per coloro che li chiedono con umiltà e li cercano con sincerità:
"Allah sceglie e avvicina a Sé chi vuole e a Sé guida chi Gli si rivolge [pentito]." (Corano 42:13)
Ora, a motivo della misericordia divina, molti uomini si ribellano dopo aver ricevuto i doni del Signore e credono di esserne possessori, come afferma Iddio nel Corano:
In verità, questa vita è come un'acqua che facciamo scendere dal cielo, e che si mescola alle piante della terra di cui si nutrono gli uomini e gli animali. Quando la terra prende i suoi ornamenti ed è rigogliosa di bellezza, i suoi abitanti pensano di possederla, ma giunge il Nostro decreto di giorno o di notte e la rendiamo spoglia, come se il giorno prima non fosse fiorita. Così esplichiamo i Nostri segni a coloro che riflettono. (Corano 10:24)
L'uomo viene ingannato dalla vita terrena e dai suoi piaceri, e crede di esserne possessore per il sol fatto che Iddio gli ha concesso tali doni e piaceri. Per questo motivo, quando l'uomo afferma di non aver bisogno di Dio, in verità sta mentendo, perché sta usurpando i Suoi doni senza però ammettere che questi provengono da Lui. In verità l'uomo è ingrato e bugiardo, ma "Allah non guida chi è bugiardo, ingrato" (Corano 39:3).
Quando invece l'uomo riconosce umilmente la verità, e comprende bene che ogni creatura è bisognosa del Creatore per poter sopravvivere e per poter vivere, ecco che allora comincia ad aver fede in ciò che percepisce realmente con il cuore, e che reputa logico, buono e giusto con il suo intelletto. La fede infatti, come disse Paolo di Tarso, non è suggestione, ma:
"Certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono." (Ebrei 11:1)
Quindi la differenza tra chi ha fede e chi non ha fede non è la stessa che può esservi tra il forte e il debole, ma quella che intercorre fra il bugiardo ingrato ed arrogante, e il sincero umile e grato. Avere fede non significa essere un "credulone" e credere a cose che non esistono, poiché non tutto quello che esiste è comprensibile dall'uomo: se l'uomo dovesse ragionare così per ogni cosa, esso dovrebbe rinnegare tutto quello che non è in grado di capire, di conoscere o di vedere, e la lista sarebbe alquanto lunga. Avere fede significa percepire e sentire vere, delle cose che -a motivo della prova che dobbiamo vivere- non possiamo ancora vedere con gli occhi materiali, ma possiamo soltanto sentire con il cuore, e capire con l'intelletto. Avere fede significa riconoscere la nostra limitatezza ed ammettere che esistono realtà molto più grandi e buone di noi, mentre la miscredenza equivale a porre l'uomo al centro del cosmo, e rendere la sua volontà e la sua esperienza diretta l'unico metro di giudizio per poter stabilire e definire ciò che è vero e ciò che non lo è. Ma questo modo di vedere le cose della vita è ego-centrico ed arrogante, e come disse Dante:
"Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" (Dante Alighieri, Inferno XXVI)
Inoltre, l'uomo è una creatura composta per natura da un corpo (carne) e dallo spirito (anima). In quanto creatura, il sostentamento dell'uomo dipende dal suo Creatore. E poiché, come già detto, l'uomo è composto di due parti, entrambe tali parti hanno bisogno di essere sostentate dal Creatore. Ora, il nutrimento del corpo si trova nel cibo e nell'acqua, mentre il nutrimento dello Spirito si trova nel Ricordo di Dio (attuato per mezzo della preghiera e per mezzo della meditazione della Sua Parola), come disse Gesù:
"Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". (Matteo 4:4)
Essendo ora l'uomo stato creato per adorare il suo Signore Altissimo: "E' solo perché Mi adorassero che ho creato i demoni e gli uomini" (Corano 51:56), quando l'uomo non adempie a tale scopo, che è lo scopo della sua stessa esistenza, ecco che esso soffre poiché manca lo scopo della sua esistenza, sprecandola in modi contrari alla sua natura, e seppur in modo inconscio, egli soffre e si sente irrealizzato e insoddisfatto, poiché seppur godendo di tutti i piaceri fisici che desidera, e seppur accumulando tutte le ricchezze che vuole, esso non raggiungerebbe comunque quella soddisfazione alla quale lo spirito anela, ma alla quale la materia non può provvedere. Per cui, un simile uomo che spreca la sua esistenza in quanto non considera o non conosce lo scopo per cui essa è stata creata, soffre senza saperne il motivo: la malattia è sempre lì presente, l'uomo è conscio di averla, ma non sa né da dove viene né sa come poterla guarire. Per l'uomo che rifiuta la sua stessa guarigione, e cioè la fede, non v'è alcuna cura.
Infatti la sofferenza colpisce l'uomo, proprio quando quest'ultimo non vive la vita secondo la sua natura originaria di adorazione e sottomissione al Creatore Santo e Benedetto. Quando infatti l'uomo non adora il Creatore, non Lo ringrazia e Lo rinnega, non riceve la Sua Grazia e il Suo compiacimento, e dunque la sua anima non viene soddisfatta, in quanto solo il compiacimento del Creatore ripaga l'anima della creatura. E' impossibile per l'uomo colmare questa insoddisfazione con le cose terrene e con rimedi diversi dalla Parola del Suo Creatore e dalla fede in Lui. Esercizio fisico, passioni, interessi, occupazioni, professioni, piaceri e affetti, beni accumulati, lussi vari, divertimenti, distrazioni e vizi...nulla di tutto questo potrà colmare il vuoto lasciato dall'assenza di Dio nel cuore dell'uomo, giacché quel vuoto potrà soltanto essere riempito, nuovamente, con la Presenza di Iddio resa possibile dalla fede. Per quanto l'uomo sia stato lasciato libero da Dio nell'obbedire e adorare Lui oppure obbedire e adorare altro al di fuori di Lui, non è però stato lasciato libero dalle conseguenze delle sue scelte, ergo, se l'uomo fugge da Dio e adora altro, dovrà subirne le conseguenze, e le conseguenze sono per il suo cuore, le stesse che la terra subisce quando la si priva dell'acqua: aridità e sterilità. Questo non è un mistero: basta osservare il mondo di oggi, e tale condizione non è di sicuro stata raggiunta a causa dell'assenza di piaceri o di libertà, perché a dire il vero ce ne abbiamo anche in abbondanza, ma è stata raggiunta proprio a causa dell'assenza di Dio nel cuore degli uomini. Riporta infatti un dialogo tra un Einstein bambino, e il suo professore ateo:
"Un Professore universitario di filosofia ateo, in un noto College, sfidò i suoi studenti con la seguente domanda: “Dio ha creato tutto ciò che esiste?”. Un coraggioso studente rispose: “Sì, lo ha fatto!”. “Dio ha davvero creato tutto?” ribadì il Professore. “Sì Signore, sicuramente! rispose lo studente. Il Professore allora disse: “Se Dio ha creato tutto, allora ha creato il male; e, dato che il male esiste, e secondo il principio che le nostre opere definiscono chi siamo, questo significa che Dio è malvagio!”. Lo studente rimase in silenzio e non poté rispondere alla definizione ipotetica del Professore. Questi, fiero di sé, si vantò con la classe che, ancora una volta, aveva dimostrato l’inutilità della fede in Dio. Un altro studente alzò la mano e disse: “Mi scusi professore, posso farle io una domanda?” “Ma certo!” disse lui. Lo studente si alzò e chiese: “Professore, il freddo esiste?” “Ma che domanda è? Certo che esiste! Non hai mai sentito freddo?” Gli altri studenti si misero a ridere della domanda, ma il giovane rispose: "In verità, Signore, il freddo non esiste." Secondo le leggi della fisica, ciò che noi consideriamo freddo è semplicemente la mancanza di calore. Ogni corpo o oggetto è suscettibile a studio quando ha o trasmette energia, ed il calore è ciò che fa avere o trasmettere energia a un corpo o materia. Lo zero assoluto, meno 460° Farenheit, è l’assenza totale di calore; ed a quella temperatura, ogni corpo o materia diviene inerte ed incapace di reazione. Il freddo non esiste: abbiamo creato noi questa parola per descrivere come ci sentiamo quando non c’è calore. Lo studente continuò: “Professore, esiste il buio?” Il Professore rispose: “Certo che esiste!” Lo studente rispose ancora: “Ancora una volta la devo contraddire, non esiste nemmeno il buio. Il buio è in verità solo l’assenza della luce. Possiamo studiare la luce, ma non il buio. In effetti possiamo usare il Prisma di Newton per dividere la luce bianca in molti colori e studiare le varie lunghezze d’onda di ogni colore, ma non si può misurare il buio. Un semplice raggio di luce può penetrare in un mondo di tenebre ed illuminarlo. Come facciamo a sapere quanto sia buio uno spazio? Misuriamo la quantità di luce presente in esso, esatto? Il buio è un termine usato dall’uomo per descrivere ciò che succede quando non c’è presenza di luce.” Infine, il giovane chiese: “Professore, il male esiste?” Adesso incerto, il Professore rispose: “Certo, come ho detto prima, lo vediamo tutti i giorni; è evidente negli esempi quotidiani del comportamento inumano dell’uomo verso i suoi simili. E’ presente nella moltitudine di crimini e di violenza che vediamo ovunque nel mondo. Queste cose sono solo manifestazioni del male." Lo studente rispose: “Il male non esiste, Signore, o perlomeno non esiste di per sé; il male è semplicemente l’assenza di Dio. Come per il freddo o il buio, è una parola che l’uomo ha inventato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che accade quando l’uomo non ha l’amore di Dio nella sua vita. E’ come il freddo che si sente quando manca il calore, o il buio che si percepisce quando non c’è luce.” Lo studente si mise a sedere, e nel silenzio generale così fece anche il Professore."
Solo Colui dal Quale provengono le nostre anime, ha il potere di allietarle, nutrirle, rafforzarle e dirigerle. Tutto il resto soffoca e stordisce le nostre anime, e inganna per mezzo di entusiasmi e piaceri fugaci e momentanei, una parvenza di felicità che non è altro che inganno e tentazione, e mentre ciò accade, l'anima dell'uomo si spegne sempre più come una candela sulla quale viene posto un bicchiere e la cui fiamma viene soffocata per assenza di ossigeno, e l'assenza di ossigeno per l'anima umana, equivale all'assenza di Dio in essa.
Per questo oggi vediamo tante persone sorridenti, ma pochissime persone felici: il sorriso è divenuto una prassi, un segno di educazione e uno strumento conveniente per le relazioni sociali e per farsi reputare "normale ed integrato" dal resto della società, anch'essa sorridente, anch'essa, di fondo, spenta e annichilita nell'animo. Questo accade quando si toglie Dio da una civiltà umana, rimpiazzando la Sua Parola alla parola dell'uomo e agli effimeri godimenti terreni.
Al contrario, i doni materiali vengono concessi dal Creatore sia alle Sue creature umane ingrate, che a quelle grate e fedeli. Questo perché per mezzo di questa vita Iddio ha voluto testare l'uomo: sarà esso grato e fedele, oppure volgerà le spalle nella ribellione e ingratitudine? Dice infatti l'Altissimo:
"Invero creammo l'uomo, per metterlo alla prova, da una goccia di sperma eterogenea e abbiamo fatto sì che sentisse e vedesse, e gli abbiamo indicato la Retta Via, sia esso riconoscente o ingrato." (Corano 76:2,3)
Quando l'uomo non adora il Suo Creatore, il suo essere interiore ne risente, e questo genera malessere, o altri tipi di problemi che a loro volta si riversano anche esternamente all'uomo, giacché la radice di ogni male nell'uomo ha cause interiori anziché cause esteriori e materiali, poiché esse non sono altro che l'effetto, il riverbero e il prodotto di uno stato di malessere già pre-esistente dentro l'individuo. Il suono di una chitarra dipende dalla sua cassa di risonanza, ma se la chitarra fosse piatta, non emanerebbe alcun suono. Quel vuoto presente al centro della chitarra, serve per "accogliere ed amplificare" il suono che le corde producono in esso. Ma seppur avendo una cassa di risonanza non si suonassero le corde, la chitarra non produrrebbe alcun suono comunque. Per questo, se l'uomo è stato dotato di un cuore è perché deve usarlo per il fine per il quale è stato creato, e cioè per adorare il Creatore dei Mondi.
Quando l'uomo si ribella a Dio e Lo rinnega, chiude il suo cuore a Dio e lo apre nell'adorazione di altro all'infuori di Lui, verso le cose terrene, e questo causa sofferenza nell'uomo, perché il suo cuore non è stato progettato per adorare le cose terrene, né per adorare i demoni. E poiché Iddio è la Pace, la Luce, il Compassionevole, la Verità, il Forte, la Guida, il Giusto, e così via, elencando tutto quanto ci sia di meraviglioso e utile per l'uomo, quando l'uomo non adora Dio, ecco che nel suo cuore -non essendovi Dio- non vi sono neppure gli attributi che Iddio possiede, e che vengono concessi solamente a coloro che Iddio ama, e che amano Iddio adorandoLo e servendoLo.
Un simile uomo sarà dunque bisognoso di quel bene che viene unicamente da Dio, e in questo caso, sto parlando di beni spirituali ed interiori che non riguardano il corpo, bensì l'anima. Nessun uomo infatti possiede la Luce, la Forza, la Guida, la Verità, la Pace, la Pazienza, la Compassione, la Conoscenza e così via, tranne coloro che ricevono tali doni da Dio per mezzo della fede. Infatti, la maggior parte degli uomini sono semplicemente illusi di poter possedere tali doni anche facendo a meno di Dio, ed essendo ingannati da Satana, dalla loro illusoria condizione di stabilità, giungono a pensare che essi possano davvero fare a meno di Dio:
"Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato,
ha creato l’uomo da un’aderenza.
Leggi, che il tuo Signore è il Generosissimo,
Colui Che ha insegnato mediante il calamo,
che ha insegnato all’uomo quello che non sapeva.
Invece no! Invero l’uomo si ribella,
appena ritiene di bastare a se stesso." (Corano, 96:1 a 7)
Infatti, pur di non sottomettere la propria volontà a quella di un'Autorità Celeste superiore, e pur di non voler rinunciare ai propri desideri, privilegi, vizi ed abitudini, l'uomo cerca di trovare dei modi alternativi, delle "scorciatoie" per mezzo delle quali vorrebbe riuscire a trovare comunque quei doni che solo Dio può concedere, senza però sottomettersi al Creatore, ammettere i propri errori e diventare umili. Ma poiché gli uomini escludono a priori questa scelta, sanno sì, di aver bisogno dei suoi doni, ma non vogliono ammettere che l'unico a poterli concedere sia il loro Creatore. Infatti, tutti gli uomini cercano il bene in questa vita: tutti cercano la pace, la libertà, l'amore, la forza, e così via, ma gli uomini, pur di fare la loro volontà e pur di non voler accettare la loro reale condizione di creature subordinate al Creatore, cercano tali doni nelle cose sbagliate, ad esempio in una passione, in un lavoro, in una persona, in un vizio, in una filosofia di vita, e così via, facendo tutto il possibile e girando il mondo a tutto tondo pur di trovare delle "cure" alternative al loro male, cercando di "raggirare" Dio ignorandoLo ed escludendoLo dalla propria vita (non si può fuggire da Dio così come non si può fuggire da noi stessi), ma al tempo stesso pretendendo di trovare i Suoi doni da altri che da Lui. Ma Egli concede i Suoi doni solo a chi vuole Lui, solo a chi Lui guida e solo a coloro che Lo servono con umiltà e sincerità. Questo è il prezzo che deve pagare l'uomo che non vuole obbedire alla Sua natura e al suo Creatore, quello di non poter beneficiare dei Suoi doni interiori e della salvezza dell'anima.
Tuttavia, nella Sua gran misericordia, l'Altissimo concede i Suoi doni esteriori a tutti coloro che Egli vuole far rimanere in vita. Tuttavia, l'uomo materialista che non considera affatto la sua anima e non la nutre, si concentra solamente sull'aspetto materiale della vita, che è quello più superficiale e meno importante, privando così la sua anima del nutrimento essenziale alla Vera Vita e felicità, e imprigionando il cuore all'attaccamento verso i piaceri di questo mondo. Quando infatti il cuore dell'uomo si attacca a questo mondo per via del piacere (bramosia), ecco che esso ne diventa schiavo, come disse Gesù:
"In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato." (Gv. 8:34)
Quando il corpo dell'uomo riceve il piacere, i suoi sensi lo ingannano e gli fanno credere di aver trovato la soddisfazione che cercava, i doni che tanto bramava. Tuttavia, qualsiasi piacere terreno non soddisfa l'uomo se non futilmente, per poi spingerlo a ricercare con sempre più foga e bramosia altri piaceri oppure sempre lo stesso piacere ma in modo maggiore, in modo da poter provare di nuovo quello stato di benessere, che tuttavia non si riesce mai a raggiungere se non per qualche breve istante, e poco dopo scompare. Tanto sforzo nel poterlo ottenere, ma dentro nulla rimane. Il piacere provato dal corpo e dalla mente, soddisfa il corpo e la mente, ma poi svanisce come polvere al vento. Ma poiché noi siamo la nostra anima, restiamo comunque insoddisfatti perché stiamo ignorando noi stessi, concentrandoci sull'apparenza anziché sull'essenza, sulla soddisfazione del corpo anziché sulla soddisfazione dello spirito, dal quale tutto il nostro essere dipende, anche se questo ormai non ce lo ricordiamo più e non ce lo insegnano neanche più, giacché la nostra "gloriosa e progredita" civiltà occidentale ha letteralmente reciso il concetto di anima dalla società, come predisse Rudolf Steiner:
“In futuro, elimineremo l’anima con la medicina. Con il pretesto di un ‘punto di vista scientifico’, ci sarà un vaccino con il quale il corpo umano verrà trattato il prima possibile direttamente alla nascita, in modo che l’essere umano non può sviluppare il pieno pensiero dell’esistenza, dell’anima e dello Spirito. Ai "medici materialisti", sarà affidato il compito di rimuovere l’anima dell’umanità. Come oggi le persone sono vaccinate contro questa o quella malattia, quindi in futuro i bambini saranno vaccinati con una sostanza che può essere prodotta proprio in modo tale che le persone, grazie a questa vaccinazione, saranno immuni all’essere sottoposti alla “follia” della vita spirituale. Sarebbe estremamente intelligente, ma non svilupperebbe una coscienza, e questo è il vero obiettivo di alcuni circoli materialistici. Con un tale vaccino, puoi facilmente liberare il corpo eterico nel corpo fisico. Una volta che il corpo eterico viene staccato, la relazione tra l’universo e il corpo eterico diventerebbe estremamente instabile e l’uomo diventerebbe un automa, poiché il corpo fisico dell’uomo deve essere spogliato su questa Terra dalla volontà spirituale. Quindi, il vaccino diventa una sorta di forza manichea; l’uomo non può più sbarazzarsi di un dato sentimento materialistico. Diventa materialista di costituzione e non può più elevarsi allo spirituale." Rudolf Steiner (1861-1925)
Il vaccino al quale fa riferimento l'occultista Steiner, non si tratta di un trattamento sanitario, piuttosto si tratta di un'inoculazione di ideali nefasti, introdotti gradualmente nella società occidentale, che hanno reso possibile la rimozione del concetto di anima nella consapevolezza collettiva della civiltà; il primo passo è stato quello di secolarizzare la religione, deriderla e porla in cattiva luce facendola sembrare un peso e un'inutilità al progresso, allontanando così la gente, desiderosa della "libertà (falsa)" da essa. Introdurre il laicismo, aumentare ricchezze e divertimenti sì da far leva sul cuore degli uomini, appannare i loro intelletti e ubriacare i loro cuori di passioni e vizi, e renderli così sordi alla verità. Introdurre ideali come quelli di liberalismo, individualismo, consumismo, femminismo e così via, che hanno contribuito a disgregare le più sacre e fondamentali unità della vita dell'uomo, cioè la famiglia e il matrimonio. Avendo così isolato l'uomo, e avendolo privato della vera conoscenza e della consapevolezza di avere un'anima, esso è stato privato della vera libertà ed è stato reso un mero cumulo di carne controllabile per mezzo dei suoi stessi istinti. Ecco come hanno schiavizzato l'uomo, che però ha scelto di essere schiavizzato, perché egli stesso è paragonabile a uno schiavo che difende le sue stesse catene.
Questo accade a chi crede che per stare bene basti vivere di piaceri di questa vita terrena. Un simile uomo non sarà mai appagato, perché, se godrà dei piaceri terreni e ne sarà soddisfatto, soffrirà comunque non appena non potrà più goderne fisicamente (ad esempio per colpa della vecchiaia, della povertà o della malattia), e comunque sia, anche se un tale uomo vivesse sano e forte per tutta la vita, tali piaceri e beni accumulati lo abbandoneranno comunque in punto di morte, lasciandoli in eredità a qualcun altro dopo di lui, il quale a sua volta, godrà di quei beni fino alla fine della sua vita finché anche lui, passerà quei beni a quelli dopo di lui, e così via, di generazione in generazione. Tutto ciò è vano, e non da all'uomo assolutamente nulla se non effimero godimento e divertimento. Per questo l'Altissimo avverte l'uomo di non lasciarsi ingannare dalla vita terrena:
"Sappiate che questa vita non è altro che gioco e svago, apparenza e reciproca iattanza, vana contesa di beni e progenie. [Essa è] come una pioggia: la vegetazione che suscita, conforta i seminatori, poi appassisce, la vedi ingiallire e quindi diventa stoppia. Nell'altra vita c'è un severo castigo, ma anche perdono e compiacimento da parte di Allah. La vita terrena non è altro che godimento effimero." (Corano 57:20)
Quando l'uomo non brama altro al di fuori della vita terrena, cerca la soddisfazione in essa, ma la sua anima non potrà mai trovarla in essa, perché la carne non può soddisfare lo spirito, e lo spirito non soddisfa la carne! Nella vita terrena infatti, v'è solo godimento per la carne, ma non v'è godimento per lo Spirito. L'uomo che vuole essere felice e vuole ottenere la pace, deve trovare un equilibrio tra i due, né negando al corpo il suo nutrimento, ma neppure negandolo allo spirito. Chi rinnega la propria anima e si identifica con il corpo, ha una percezione errata e distorta di sé stesso, e finirà per vivere ancor peggio di come vive un animale dotato di impulsi e istinti sessuali. Bene, ecco che un tale uomo è stato ingannato dal diavolo e ha smarrito la vera percezione di sé stesso. Tali uomini, dimenticando di avere un'anima, dimenticano anche l'importanza che Iddio ricopre nei suoi confronti. Dice infatti l'Altissimo:
"Non siate come coloro che dimenticano Allah e cui Allah fece dimenticare se stessi. Questi sono i malvagi." (59:19)
Quando l'uomo attacca il suo cuore alla vita terrena e in essa brama il soddisfacimento, egli riceve solamente soddisfacimento materiali, legati al corpo, i quali ingannano i sensi attraverso la mente, e fanno credere all'uomo di non aver bisogno più di Dio, ma solo dei piaceri fisici. Tuttavia, al di sotto del godimento del corpo, la voce stridula e flebile dell'anima dell'uomo grida disperata, e le sue richieste di nutrimento vengono respinte e ignorate. Ogni uomo, infatti, perfino quello più ricco e benestante, e perfino quello che gode dei maggiori piaceri sulla faccia della terra (lussi, donne, divertimenti, droghe, ecc.), anche se sarà appagato materialmente, resterà comunque infelice e insoddisfatto interiormente, giacché come abbiamo detto, l'interiorità dell'uomo è costituita dalla sua anima, che è la parte essenziale dell'uomo, e l'unica cosa a poter soddisfare l'anima dell'uomo è Iddio. Anzi, sarò ancor più drastico: maggiore sarà il godimento provato dal corpo, minore sarà l'appagamento provato dall'anima. Sapendo ciò, basta guardare lo stato degli uomini di oggi, (adulti e giovani), per vedere se effettivamente, essi sono rivolti verso un futuro migliore: fintanto che l'uomo non tiene in considerazione la sua anima e non torna pentito al Creatore, non potrà mai vedere un cambiamento positivo nella sua vita, come dice l'Altissimo:
"In verità, Allah non modifica la realtà di un popolo, finché esso non muta nel suo intimo." (Corano 13:11)
Di conseguenza, Allah non cambia la realtà di un uomo, finché esso non cambia nella sua interiorità, e tale cambiamento non potrà mai avvenire attraverso il solo pensiero, altrimenti ciò sarebbe "suggestione", ossia "credere di essere o di avere raggiunto qualcosa, quando in verità lo si pensa soltanto". Al contrario, per migliorare la propria condizione esteriore occorre un cambiamento interiore, e per poter attuare ciò occorre un concreto atto di fede affinché l'uomo percepisca con reale esperienza del cuore, la grazia del Creatore, e per mezzo di tale contatto spirituale, riesca a trarre la forza per poter cambiare. Non si cava l'oro dal fango, né si cava acqua da un deserto. Il miglioramento non viene dal nulla, ma all'uomo occorrono il suo Creatore e i Suoi doni.
Facendo a meno di Dio, l'uomo è dunque infelice e bisognoso dei Suoi doni che abbiamo prima elencato, tuttavia esso viene ingannato dalla vita terrena e dai suoi effimeri piaceri, poiché per mezzo di essi l'uomo si convince che l'unico modo di trovare la vera felicità e soddisfazione risieda nella soddisfazione del corpo anziché nella soddisfazione dell'anima.
E qui arriviamo al dunque; tra gli uomini, ci sono alcuni di essi ai quali Iddio ha voluto fare delle privazioni. I poveri, sono coloro ai quali Iddio ha privato beni materiali; i malati, sono coloro ai quali Iddio ha privato la salute; gli afflitti, sono coloro ai quali Iddio ha privato persone care; gli oppressi, sono coloro ai quali Iddio ha privato della libertà, e così via. Questi uomini, spesso, si trovano più "predisposti" ad accettare la fede e ad avvicinarsi a Dio. Perché? Perché non gli è rimasto nient'altro che Lui? La risposta è no. Piuttosto, tali persone, per mezzo della perdita di ciò che avevano e di cui godevano, capiscono molto più facilmente che le cose terrene e i piaceri sono momentanei e futili, e possono scomparire da un istante all'altro, per cui, l'uomo non può fare affidamento su di essi se vuole trovare il vero bene per lui, poiché sarebbe come costruire una casa di sabbia in riva al mare: da un momento all'altro arriverebbero le onde e la spazzerebbero via. Infatti l'uomo deve ricercare il suo bene in ciò che è immutabile e non perisce mai, e cioè Iddio e la fede. E tali persone, avendo compreso tale lezione, staccano il loro cuore dalle cose terrene che periscono, e cercano di colmare il loro cuore con ciò che non perisce mai, cioè Dio. In questo modo, essi trovano una felicità e una soddisfazione senza fine, sempre disponibile e libera, senza limiti né sforzi. Questa è la più grande vittoria e il più grande successo che un uomo possa ottenere. E una volta aver ritrovato Dio, ecco che l'uomo ritrova la sua anima, riesce di nuovo a percepirla, e comincia di nuovo a nutrirla, e questo lo rende felice e soddisfatto come mai lo era stato prima! Provar per credere! "Se solo avessi saputo prima che solo in Dio avrei trovato la vera felicità che cercavo! Eppure io la desideravo, ma il diavolo mi aveva ingannato e me la faceva ricercare nelle cose sbagliate!". Ecco perché per chi viene privato da Dio delle cose materiali, è molto più facile cercare e accettare di credere in Lui e di adorarLo, perché simili persone sanno che tutto è vanità eccetto Iddio. Infatti, la differenza tra costoro e coloro che non si sono accorti di questo e ancora continuano a vivere di piaceri desiderando di morire mentre se li godono, è che i primi si sono accorti in tempo che i piaceri terreni sono temporanei, mentre i secondi sono ipnotizzati e ingannati dal piacere, e scopriranno inevitabilmente che esso è destinato a svanire soltanto con la morte, e questo sarà doloroso per loro, perché a quel punto essi si accorgeranno di aver sprecato la loro esistenza, e anziché aver nutrito e purificato la loro anima, che era la loro vera essenza, l'hanno invece corrotta e soffocata, e hanno rivolto tutti i loro sforzi e le loro intenzioni verso la materia, che alla fine li ha abbandonati nella tomba. Quando la loro anima si troverà nuda innanzi a Dio, si renderanno conto di quel che avranno trascurato:
"Per l'anima e Ciò che l'ha formata armoniosamente,
ispirandole empietà e devozione.
Ha successo invero chi la purifica,
è perduto chi la corrompe. (Corano 91:7-10)
e ancora:
"Ti faciliteremo la [via] più facile.
Ricorda, ché il Ricordo [di Allah] è utile:
se ne ricorderà chi teme [Allah]
in cui non morrà e non vivrà.
Avrà successo chi si sarà purificato,
e avrà ricordato il Nome di Allah e assolto all’orazione.
Ma voi preferite la vita terrena,
mentre l’altra è migliore e più duratura." (Corano 87:17)
E ancora:
"Quando il cielo si squarcerà,
e saranno dispersi gli astri,
e confonderanno le loro acque i mari,
e saranno sconvolti i sepolcri,
ogni anima conoscerà quel che avrà fatto e quel che avrà trascurato!
O uomo, cosa mai ti ha ingannato circa il tuo Nobile Signore
Che ti ha creato, plasmato e t’ha dato armonia
e Che ti ha formato nel modo che ha voluto?" (Corano 82:1-8)
Dunque, tutti gli uomini hanno bisogno di Dio e dei Suoi doni, ma soltanto pochi riescono a capire e ad accettare che solo Dio può concedere tali doni. Gli arroganti non lo capiranno mai, perché il loro orgoglio impedisce loro di sottomettere il cuore a Dio. Essi, come Satana, sono orgogliosi verso il Compassionevole ed esortano gli altri uomini, spinti dai diavoli, a disobbedire il Creatore e ad essere ribelli verso di Lui. Disse Abramo al padre:
"O padre, non adorare Satana: egli è sempre disobbediente al Compassionevole." (Corano 19:44)
Gli umili e i semplici invece, non avendo né orgoglio e né bramosie nei confronti di questa vita, sono privi di attaccamenti terreni che li possano ostacolare dal dirigere il loro cuore verso Dio e verso la verità. L'attaccamento verso questa vita terrena è infatti un laccio stretto che incatena il cuore dell'uomo e gli impedisce di dirigere il suo cuore verso il vero bene, ossia Iddio.
Inoltre, non è vero che solo i poveri e i bisognosi hanno bisogno di Dio. Il bisogno di Dio è connaturato alle creature umane, ma come detto prima, non tutte lo percepiscono perché la maggior parte degli uomini ignorano i loro cuori (e dunque le loro anime e la loro sofferenza) e si accontentano semplicemente del piacere arrecatogli dalle cose terrene. Per questo dice l'Altissimo:
"A chi avrà voluto arare [il campo del]l'altra vita, accresceremo la sua aratura mentre a chi avrà voluto arare [il campo di] questa vita, concederemo una parte [dei frutti], ma non avrà parte alcuna dell'altra vita." (42:20)
e ancora:
"In verità, coloro che non sperano nel Nostro incontro e si accontentano della vita terrena e ne sono soddisfatti e coloro che sono noncuranti dei Nostri segni, avranno come loro rifugio il Fuoco, per ciò che hanno meritato" (Corano 10:7-8)
La verità dunque, è che gli uomini sono sempre bisognosi di Dio, sia per il corpo che per lo spirito loro, ma la maggior parte degli uomini dimentica di nutrire la propria anima, e si concentra solo sul godimento del corpo, identificandosi con esso, e non considerando invece che la vera essenza dell'uomo è la sua anima anziché il suo corpo. Il corpo è infatti per l'uomo quello che la buccia è per il frutto: un frutto senza polpa non è nient'altro che buccia, ed è inutile e immangiabile, mentre un frutto senza buccia è perfettamente mangiabile, perché è proprio quella la vera parte essenziale e sostanziosa del frutto. Se dunque l'uomo corromperà la sua "polpa" (anima), quando morirà prederà la sua buccia (corpo), e verrà radunato innanzi a Dio come una polpa marcia e corrotta, per cui verrà scartato via. Per questo disse Cristo:
"Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità, e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridore dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi oda." (Matteo 13:41-42)
Dunque, poiché l'uomo ha bisogno di Dio e dei Suoi doni, sia materiali che spirituali, la fede è connaturata all'uomo. Per mezzo dei Suoi doni infatti, Dio vuole far capire all'uomo che deve essere grato, e per mezzo delle prove vuole insegnargli qualcosa.
Ma non tutti gli uomini sono in grado di capire che il loro costante bisogno di cercare soddisfazione, luce, calore, piacere, forza, e il bene in generale, proviene dal loro recondito bisogno interiore di Dio, ma Satana devia la loro ricerca e li spinge a soddisfare tale bisogno con le cose terrene, anche se quest'ultimo non sono in nessun modo in grado di eliminare tale bisogno dall'uomo. La malattia resta, il bisogno pure. Come una casa piena di muffa e parassiti, che per tornare ad essere sana e vivibile ha bisogno solo che l'aria e la luce entrino al suo interno. L'uomo che vive in tale abitazione, pur di non far entrare la luce e l'aria, cerca altri modi per poter ripulire la sua casa, ad esempio uccidendo i parassiti e togliendo via la muffa dalle pareti con una pezza, ma tuttavia, dopo molti sforzi inutili, sia la muffa che i parassiti tornano, perché il cuore del problema rimane comunque: l'umidità e la muffa, prodotte dall'assenza di luce e aria, non conoscono altra soluzione se non la presenza di luce e aria. Allo stesso modo, la sofferenza dell'uomo e il suo bisogno, non sono altro che il segno dell'assenza di Dio nel cuore dell'uomo, e tale sofferenza e bisogno non possono essere risolte se non per mezzo della presenza di Dio nel cuore dell'uomo. Tutto qui.
Infine, l'uomo non crede in Dio soltanto perché ha bisogno di crederlo. Molte volte, l'uomo arriva a credere in Dio per curiosità, in quanto, ponendosi le domande esistenziali non trova altra risposta se non nella fede, e giunge a capire che solo in essa v'è la verità più completa riguardo l'esistenza umana sia terrena che spirituale, sia passata, che presente e futura. Molti uomini infatti, credono in Dio perché capiscono che questa vita è vana, e che tutto è vano in essa. In seguito a questo pensiero, essi realizzano che deve pur esserci quel "qualcosa" al quale anelare, e che una volta trovato può eliminare ogni dubbio e ogni sofferenza, conferendo all'uomo pace, sicurezza, stabilità, guida, forza, purezza, e così via. Comincia così il cammino di ricerca di Dio, e coloro che cercano Dio alla fine lo trovano, come disse Gesù:
"Chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto." (Luca 11:9)
Molti sono infatti gli uomini i quali, pur essendo benestanti e pur avendo avuto ricchezze materiali e godimenti, si accorgono però, a un certo punto della vita, che tutto questo è futile e non basta a renderli soddisfatti. Molti di questi uomini, pur non essendo così ricchi e benestanti, giungono comunque a questa conclusione anche se hanno goduto di quel poco di piacere che Iddio ha concesso loro di godere, (perché ognuno ha la sua capacità di sopportazione del piacere e del dolore) e arrivano per volere Suo a comprendere che tutto è vanità nella vita terrena, perché alla fine ogni piacere ed ogni entusiasmo volge al termine, gettando l'uomo in preda alla sofferenza e alla nostalgia dei "bei tempi". Un uomo che fa della vita terrena e dei suoi godimenti l'unico scopo della sua esistenza, se vivrà a lungo arriverà a un punto in cui non potrà più godere di tali beni a motivo della vecchiaia o della malattia, e non gli rimarrà altro che il ricordo nostalgico di come godeva nel passato, e questo non farà che accrescere la sua insoddisfazione e il suo rimpianto per quel che vive nel presente. "Io la mia vita l'ho già fatta, e me la sono goduta", dice colui che ha consumato la sua esistenza nel piacere, trascurando la sua anima, e che non ha altra scelta se non quella di rimpiangere il suo passato. A tal proposito riporto il monologo del profeta Qohelet:
"Io ho detto in cuor mio: «Andiamo! Ti voglio mettere alla prova con la gioia, e tu godrai il piacere!» Ed ecco che anche questo è vanità. Io ho detto del riso: «È una follia»; e della gioia: «A che giova?» Io presi in cuor mio la decisione di abbandonare la mia carne alle attrattive del vino e, pur lasciando che il mio cuore mi guidasse saggiamente, di attenermi alla follia, per vedere ciò che è bene che gli uomini facciano sotto il cielo, durante il numero dei giorni della loro vita. Io intrapresi grandi lavori; mi costruii case; mi piantai vigne; mi feci giardini, parchi, e vi piantai alberi fruttiferi di ogni specie; mi costruii stagni per irrigare con essi il bosco dove crescevano gli alberi; comprai servi e serve, ed ebbi dei servi nati in casa; ebbi pure greggi e armenti, in gran numero, più di tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; accumulai argento, oro, e le ricchezze dei re e delle province; mi procurai dei cantanti e delle cantanti e ciò che fa la delizia dei figli degli uomini, cioè donne in gran numero. Così divenni grande e superai tutti quelli che erano stati prima di me a Gerusalemme; la mia saggezza rimase essa pure sempre con me. Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia; poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica, ed è la ricompensa che mi è toccata d'ogni mia fatica. Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole. [...] Perciò ho odiato la vita, perché tutto quello che si fa sotto il sole mi è divenuto odioso, poiché tutto è vanità, un correre dietro al vento. Ho anche odiato ogni fatica che ho sostenuta sotto il sole, e di cui debbo lasciare il godimento a colui che verrà dopo di me. Chi sa se egli sarà saggio o stolto? Eppure sarà padrone di tutto il lavoro che io ho compiuto con fatica e con saggezza sotto il sole. Anche questo è vanità. Così sono arrivato a far perdere al mio cuore ogni speranza su tutta la fatica che ho sostenuta sotto il sole. Infatti, ecco un uomo che ha lavorato con saggezza, con intelligenza e con successo, e lascia il frutto del suo lavoro in eredità a un altro, che non vi ha speso nessuna fatica! Anche questo è vanità, è un male grande. Allora, che profitto trae l'uomo da tutto il suo lavoro, dalle preoccupazioni del suo cuore, da tutto ciò che gli è costato tanta fatica sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolore, la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa. Anche questo è vanità." (Ecclesiaste 2:1- a 25)
Tutto è vanità, dice il profeta Qohelet, tutto è vanità tranne Iddio. Lo stesso lo disse il profeta Muhammad, quando disse:
"Le migliori parole di poeta, furon quelle pronunciate da Labid, quando disse: "Tutto è vanità, eccetto Allah".
Un uomo, che sia ricco o povero, quando comprende questa realtà, e cioè che tutto è vano e temporaneo, comincia a cercare le risposte e la soddisfazione altrove, perché ha compreso la vera realtà di questa vita. Infatti, coloro che credono in Dio, vi credono anche perché hanno compreso questa realtà, e cioè che "Tutto perisce eccetto Iddio".
"Tutto quel che è sulla terra è destinato a perire, [solo] rimarrà il Volto del tuo Signore, pieno di Maestà e di Magnificenza." (Corano 55:27-28)
Ci sono poi altri uomini invece, che giungono a credere in Dio perché hanno avuto sicuramente delle mancanze in questa vita, mancanze di misericordia, di giustizia, di verità, di pace, di certezza, e così via. Per mezzo di tali mancanze, essi hanno cercato queste cose nella vita terrena ma non le hanno trovate da nessuna parte, finché non si sono accostati alla Parola di Dio, la quale ha dato loro tutte queste cose assieme, e per questo motivo essi hanno avuto fede. In questa vita infatti, e nella parola e condotta dell'uomo, non esisterà mai la perfezione e mancherà sempre qualcosa, sia per quanto riguarda la verità, sia per quanto riguarda la giustizia, sia per quanto riguarda la misericordia. Ma in Dio tutto è perfetto e non manca nulla di tutto ciò! Chi realizza questo diventa credente, trovando così beneficio immenso. L'uomo accetta così il suo stesso bene e ne gode. Come un uomo che va alla ricerca di un diamante, e mentre è intento a cercarlo per terra, trova invece un intero baule di diamanti, oro e altri gioielli preziosi. Chi ricerca la verità, troverà Iddio! E' normale che l'uomo che ha bisogno di trovare verità, misericordia, giustizia e così via, alla fine finirà per avere anche fede nella Parola di Dio, perché in essa si trovano tutte queste cose, mentre al di fuori di essa non si trova in nessun posto verità, giustizia, misericordia, pace, sicurezza, e così via, se non in modo limitato e talvolta contraddittorio. Infatti, al di fuori della Legge e della Parola di Dio, si trovano solo incompletezze: una pace incompleta, una verità incompleta, una giustizia incompleta, una compassione incompleta, e così via, questo perché al di fuori della Legge di Dio v'è solo la legge dell'uomo, e poiché l'uomo è creatura limitata e fallibile, anche la sua legge sarà limitata (incompleta) e fallibile, per cui è normale che coloro che cercano con sincerità verità, giustizia, misericordia e così via, non possano trovare queste cose nella forma completa nella società umana, ma le trovano nella Legge di Dio, e allora hanno fede in Lui perché capiscono che dal Creatore proviene la verità, la giustizia e la misericordia.
Ma coloro che non cercano tutto ciò, non hanno bisogno neppure di Dio, e questo non perché possono fare a meno di Lui -perché come abbiamo detto è impossibile per l'uomo fare a meno dei doni spirituali e materiali del Creatore senza subirne le disastrose conseguenze- ma perché essi sono stati illusi dalla vita terrena ed ingannati da Satana, che possono fare a meno di Dio servendosi del piacere della vita terrena e di altre "scorciatoie" per poter "raggirare Dio" e scegliere a Lui un'alternativa più comoda e facile, come quella di seguire i propri desideri e di vivere le proprie passioni senza porsi alcun limite.
Infatti, la maggior parte degli uomini che si contentano di vivere dei piaceri di questa vita terrena, non si pongono affatto il problema di trovare una risposta alle domande esistenziali del "chi siamo", "dove andiamo", "perché siamo qui", ma piuttosto si limitano di godere finché saranno colti improvvisamente dalla morte. La superficiale, ingannevole ed effimera soddisfazione derivante dal godimento dei piaceri, ha talmente invaso e "drogato" la maggior parte degli uomini, che li tiene sedati e ipnotizzati, facendo loro perdere la voglia e quindi il bisogno di cercare la verità. Ma questa è una pericolosissima illusione, ecco perché l'Altissimo dice:
"Ai miscredenti abbiamo reso piacevole la vita terrena ed essi scherniscono i credenti. Ma quelli che saranno stati timorati saranno superiori a loro nel Giorno della Resurrezione. Allah dà a chi vuole, senza contare." (Corano 2:212)
e ancora:
"Abbiamo abbellito, agli [occhi degli] uomini, le cose che essi desiderano: le donne, i figli, i tesori accumulati d'oro e d'argento, i cavalli marchiati, il bestiame ei campi coltivati; tutto ciò è solo godimento temporaneo della vita terrena , mentre verso Allah è il miglior ritorno." (Corano 3:14)
E ancora:
"O consesso di demoni e di uomini, non vi sono forse giunti messaggeri scelti tra voi, che vi hanno riferito i Miei segni e vi hanno avvertito dell'incontro di questo giorno?" Diranno: “Lo testimoniamo contro noi stessi!”. La vita terrena li ha ingannati ed hanno testimoniato, contro loro stessi, di essere miscredenti." (Corano 6:130)
Coloro che invece si pongono tali domande, non trovano risposte al di fuori della Parola di Dio, perché essa è Verità, Luce, Guida. Non c'è dunque da stupirsi se solo coloro che bramano la verità, la compassione e la giustizia han fede in Dio, perché essi hanno chiesto, e Iddio ha loro risposto. Per questo motivo Gesù, nelle otto beatitudini, elogia tali uomini, perché ad essi "appartiene il Regno di Dio":
"Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la Terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli" (Matteo 5:3-12)
Ma coloro che si accontentano dei piaceri terreni non cercano e non desiderano la verità, né la compassione, né la giustizia e neppure la luce, non ottengono altro che quel che hanno chiesto, perché in verità ogni uomo riceve quel che chiede, e ottiene quel per cui si sforza:
Costoro preferiscono brancolare nel buio, immersi nei loro vizi e nelle loro passioni! Per questo dice l'Altissimo:
"In verità, di fronte ad Allah, le peggiori bestie sono costoro: sordi e muti, che non comprendono. Se Allah avesse ravvisato in loro qualche bene, avrebbe fatto sì che ascoltassero; ma se anche li aveva fatti ascoltare, avrebbe tenuto le spalle e lasciato rimasti indifferenti." (Corano 22:23)
Inoltre, l'arrogante e il superbo non accetteranno mai Dio nel loro cuore, perché essi hanno già una divinità da adorare e compiacere: loro stessi! Infatti, essi sono sottomessi al loro ego anziché al volere di Iddio, e obbediscono alla loro stessa volontà seguendola pedissequamente come se fosse una legge, preferendola al posto della Legge di Dio. In tutto e per tutto, essi hanno paragonato loro stessi al loro Creatore, a Lui sostituendosi, e anziché dilettare la loro anima con l'adorazione di Colui dal Quale tale anima proviene, tormentano invece l'anima loro, soffocandola con la miscredenza. Possono esservi arroganti fra i ricchi e fra i poveri, non importa chi siano: l'arroganza dipende dal cuore, ed è proprio quest'ultima a rendere difficile l'accettazione della fede. Ma cos'è l'arroganza? Quando un uomo, pur non conoscendo la verità dice di conoscerla già, o quando, pur commettendo molti errori dice di essere senza errore, allora quell'uomo è un arrogante e un bugiardo. Quando invece l'uomo afferma di non voler conoscere la verità poiché dice di non averne bisogno, è un ignorante, perché ignora la verità.
Gli umili invece, tra ricchi e poveri, si trovano nella condizione più vicina a Dio, perché nella loro umiltà il loro cuore è ancora morbido e non è duro e chiuso verso la verità, così come lo è per l'arrogante; essi riescono dunque, lasciando il loro cuore aperto, a farvi entrare Iddio, il Quale, illuminandone i recessi, lo purifica e lo guarisce. Non è un caso che, in questa vita, quelli che solitamente sono più vicini a Dio sono gli afflitti, i bisognosi, gli oppressi e i poveri, anzitutto perché essi hanno compreso che tutto è vano eccetto Dio e che non v'è forza né potenza se non Dio, e in secondo luogo perché attraverso le privazioni e la sofferenza, il loro cuore viene purificato da ogni sozzura e ogni legame terreno che lo soffocava viene reciso col dolore, sicché il cuore umano, trovandosi in tale stato, fa molta meno fatica per dirigersi verso la verità ed accettarla. Come dice il detto: "La luce entra solo dalle crepe".
Gli arroganti invece, poiché non sono ancora stati colpiti da Dio con privazioni e paure, vivono sotto la falsa illusione che non ci sia bisogno di Dio, e questo, Iddio glielo lascia credere:
"Nei loro cuori c'è una malattia e Allah ha aggravato questa malattia. Avranno un castigo doloroso per la loro menzogna." (Corano 2:10)
Ma poi Iddio, se lo vuole, colpisce talvolta anche gli arroganti con le afflizioni e castighi vari, affinché essi tornino ad essere umili, anche se non è detto che lo tornino ad essere perché Iddio lascia comunque libero l'uomo di agire come vuole:
"Se li facessimo oggetto della misericordia e allontanassimo la miseria che li affligge, certo persevererebbero alla cieca nella loro ribellione. Già li colpimmo col castigo, ma non si sono arresi al loro Signore, non si sono umiliati. [E non lo faranno] fino a quando non apriremo su di loro la porta del castigo terribile, e allora saranno disperati. Egli è Colui Che ha creato l'udito, la vista ei cuori. Eppure ben poco Gli siete riconoscenti. Egli è Colui Che vi ha distribuito sulla terra e presso di Lui sarete riuniti. Egli è Colui Che dà la vita e dà la morte, a Lui [appartiene] l'alternarsi del giorno e della notte. Non capite dunque?" (Corano 23:76-80)
Dunque, la verità è che la fede è soltanto per i cuori umili e sinceri, e non per quelli arroganti e bugiardi, ché Allah non guida chi è ingrato, bugiardo:
"Allah non guida chi è bugiardo, ingrato." (Corano 39:3)
Queste sono solo alcune delle grandi personalità dell'era presente, le quali, seppur benestanti e forti, hanno accettato la fede divenendo musulmani:
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