PERCHÉ IL MISCREDENTE NON SENTE E NON CONOSCE DIO, E QUINDI LO RINNEGA

Una delle accuse più note che i miscredenti muovono contro Dio, è quella di sostenere: 

“Dio è solo un pensiero, perché dicono di conoscerLo o di averLo sentito solo coloro che già credono che Egli esista. Quindi essi sono già suggestionati dal fatto che Dio esista, e quindi affermano di sentirLo, ma è una loro suggestione, una loro impressione. Dio esiste solo in base al loro pensiero, perché l'uomo che non pensa che Dio esiste, non Lo fa esistere. “Dio vive solo nella mente di chi Lo pensa e nel cuore di chi crede in Lui”, ergo, Dio è solo una invenzione dottrinale umana. Se Dio esistesse indiscutibilmente e oggettivamente, sarebbe chiaramente riconoscibile da tutti, così come è riconoscibile da tutti l’esistenza del sole o della luna. Ma poiché solo pochi credono in Lui, e solo costoro dicono di sentirLo, allora non viene che da pensare che Dio sia solo un pensiero umano, adottato all’occorrenza o al bisogno, un accordo con l’umana debolezza di qualche fragile soggetto che ha bisogno di Dio per poter trarre forza e risposte dalla vita. Inoltre, quel che tali “credenti” dicono di sentire nel loro cuore come “Spirito divino di pace e quiete”, altro non è che una loro suggestione. Loro non hanno sentito nulla, mentono soltanto. Una cosa la si riconosce e percepisce come vera anche se non si crede in essa.”

Ma affermare: “Perché non sento Dio se non credo in Lui?” sarebbe come dire: perché non sento l'amore di mia moglie se non credo di amarla o se non credo nell'amore che c'è fra di noi, non credo nella nostra relazione e non credo che lei mi ami? Stolto. Come puoi sentire l'amore che ti dà tua moglie, se metti in dubbio o ancor peggio se rinneghi ingiustamente l'amore che lei ti ha dato e che ti offre ancora? Tu non senti l'amore suo perché già a prescindere non credi nel vostro amore, resti dubbioso al riguardo, e perdi le speranze nel ricevere amore da lei e ti passa la voglia anche di amarla. E quindi anche se tua moglie dovesse amarti con tutta sé stessa, tu non te ne accorgeresti perché non provi amore per lei, e non credi nel vostro amore, e rinnegheresti il suo amore e i suoi favori perché non la ami più, e troveresti una scusa qualsiasi per dirle che non provi più niente per lei e per lasciarla. Mettendo in dubbio quel che hai provato per lei, metteresti in dubbio anche il vostro rapporto, e come potresti allora provare ancora per lei quell'amore che provavi all'inizio? Tutto ciò che viene messo in dubbio, si frattura e comincia a crollare (dubbio deriva da “dubius”, ossia “due”  delineando con tale significato la spaccatura che avviene nel cuore dubbioso, come se fosse un taglio o una ferita che rende il cuore malato), perché il dubbio è sinonimo di spaccatura, indecisione, mancanza di posizione e di giudizio. Come puoi dunque pensare di sentire in Dio, pur non credendo in Lui? Come puoi pretendere di sentire l’amore di qualcuno se non lo ami? È una contraddizione. 

Anche se tu invocassi Iddio piangendo e implorandoLo di venire da te, ma poi, una volta che Lui si facesse sentire nel tuo cuore, tu dessi retta a quelle voci e lo mettessi in dubbio, affermando interiormente circa lo Spirito di Iddio: "Non ti ho sentito, non credo di amarti e non credo che Tu mi ami", come potresti beneficiare della Grazia di Dio? Come potrebbe mai entrare un tuo caro amico, in casa tua, se quando lui bussa alla tua porta tu gli apri, lo vedi, ma o per paura o per sfiducia, richiudi subito la porta pensando: "Quello non è il mio amico, ma qualcun altro. Forse ho solo pensato che lo fosse". Ovviamente il tuo amico resterebbe fuori la porta e resterebbe deluso di te che gli hai richiuso la porta in faccia, perché tu hai negato, pur avendolo visto, che il tuo amico era venuto a visitarti, e quando gli hai chiesto "Chi è che bussa?", e lui ti ha risposto "Il tuo amico che è venuto a visitarti perché ha sentito la tua chiamata e sapeva che eri solo!", tu invece gli hai risposto "Non ti credo, sei un bugiardo! Nessuno ha bussato alla mia porta! Io non ti ho chiamato! Tu non sei il mio amico", negando il tuo amico e dicendo ciò solo perché ormai non speravi più che il tuo amico sarebbe venuto a farti visita. Quindi l'amico non è entrato in casa tua perché tu non lo hai accolto, avendo smarrito la fiducia in lui, e pensando fra te e te, poiché il tuo amico tardava: “Il mio amico mi ha tradito.” Avendo sviluppato questo falso pensiero su di lui, non lo hai accolto quanto finalmente era venuto a visitarti. 


Oppure, come potresti beneficiare di una medicina, se quando essa ti viene offerta, tu la respingi perché credi che non ti possa guarire, ma anzi credi che ti sia di danno alla salute? Come potresti godere dell'amore di tua moglie, se quando lei viene per abbracciarti tu la scacci lontano da te, perché credi che essa sia per te come un laccio stretto? Come potresti saziarti se, quando ti viene dato il cibo, tu lo getti per terra, perché credi che ha un gusto che detesti, senza però che tu lo abbia mai assaggiato prima e quindi senza essere certo che sia davvero come pensi? Come potrebbe giovarti un consiglio, se quando colui che te lo inizia a dare viene da te zittito mentre parla, perché credi che le sue parole non possano risolvere in alcun modo il tuo problema, e perché sei già deciso a non credere alle sue parole né a metterle in pratica? Come puoi ottenere o beneficiare di qualcosa, se già a priori pensi che quella cosa non ti possa beneficiare in alcun modo, e quindi la rifiuti a prescindere? Come puoi accettare una verità della tua vita, se non riesci ad accettare la realtà ma preferisci vivere nella tua comoda menzogna? Non vedi la contraddizione di tale atteggiamento? Come puoi dire "Perché sento l'amore di mia moglie, solo se la amo?"  perché se tu la amerai, lei ti contraccambierà, e amandola tu per primo, sentiresti amore per lei, perché amare è una scelta individuale del cuore al quale nessuno può far costrizione. Se tu ami qualcosa, tu per primo senti l’amore per quella cosa. Se tu ami Dio, senti per primo l’amore verso di Lui, e ti viene ricambiato immediatamente. Ma se non ami Dio, come puoi sentire amore per Lui, e come può esserti ricambiato un amore che tu non hai mai dato? Come potresti mai pretendere di ricevere qualcosa da qualcuno, senza che tu sia il primo a dare? Come puoi pretendere che Dio contraccambi il tuo amore, se tu non hai dato a Lui il tuo cuore e nemmeno desideri di amarlo, né vuoi essere da Lui amato? Come puoi accorgerti del bene che ti fa qualcuno di cui hai ormai smesso di sperare e aver fiducia? 

Come può giovarti Iddio, se ogni volta che Lui ti si avvicina al cuore, con la Sua Presenza Maestosa di Pace, tu la metti in discussione e affermi: "Non eri Tu. Non Ti ho sentito. Tu tanto non mi ami. Tanto se ti amo poi mi tradisci, e mi abbandoni", sarai infatti tu stesso a chiudere il tuo cuore verso Dio, proprio dopo che Egli invece, ti aveva dimostrato di amarti inviando la Sua Grazia su di te, i Suoi segni, la Sua Parola, i Suoi Ma sei tu il primo a non credere che Egli ti ami; sei tu il primo a non credere che Dio sia verità; sei tu il primo a credere che quel che hai sentito come grazia da parte di Dio, forse non era amore ma era altro, magari un pensiero o una tua suggestione. Hai rinnegato quel che hai sentito, hai rinnegato l'amore che Dio ti ha offerto, hai ricevuto un “Ti amo”, ma hai risposto: “Forse non sono così convinto di amarTi, e non sono così convinto che Tu mi ami”.

Hai messo in dubbio quel che il tuo cuore sente, perciò sei diventato insensibile ad ogni cosa che il tuo cuore sente, come dice l’Altissimo: 

“Non siate come coloro che dimenticano Allaah, e ai quali Allaah, fece dimenticare loro stessi. Costoro sono i malvagi.” (Corano 59:19). 

Questo è avvenuto perché hai messo in dubbio la capacità del tuo cuore di percepire le cose invisibili, o peggio, hai messo in dubbio le cose invisibili stesse e perfino, dunque, il tuo vero essere, “il frutto del cuor tuo”, ossia la tua anima. Avendo messo in dubbio tutto ciò, non ti identifichi se non altro che con la materia corporea, divenendone schiavo soggiogato. E dunque, rinnegando la tua anima, rinneghi anche il suo nutrimento, ossia Iddio, sicché quando ti viene annunciato: “Nutrite le vostre anime col Ricordo di Dio! Rivivificatele! Guaritele! Rafforzatele!”, tu rispondevi “Non ho un’anima, quindi è inutile che io creda in queste parole”. Hai dunque rinnegato il nutrimento della tua anima, avendo la libertà per poterlo fare, ma non sei però stato lasciato libero di non subire le conseguenze di tale atto di negazione: la tua anima  che è la tua vera essenza, resterà sempre inascoltata e denutrita, e il suo malessere e la sua denutrizione avrà un effetto disastroso e dolorosissimo su di te, finché non arriverai al punto da non riuscire a comprendere per quale motivo soffri così tanto, perché hai rifiutato già dall’inizio la vera e unica cura in grado di risolvere il tuo malessere. Cerchi la cura in ogni dove, vagabondando sulla terra e ferendoti senza tregua né pietà, quando in realtà la cura ti era stata messa proprio sotto il naso. Il tuo orgoglio ti ha fregato.

Per questo tu soffri, NON POTENDO scappare da te stesso, ma non guarisci, perché NON VUOI accettare la guarigione credendo che essa possa giovarti.


Se tu sei il primo a non credere in Dio, né nella Grazia Sua che ha fatto scendere su di te, né nella sua benevolenza, né nella Sua essenza di verità, né nella Sua Parola, e dunque sarai il primo a negare tutto ciò, come potresti beneficiare di questi doni? Se tu già sei dubbioso riguardo qualcosa o qualcuno, oppure non credi in qualcosa o in qualcuno, come potresti mai avvicinarti a quella cosa o a quel qualcuno? Ad esempio, non è forse vero che tu apriresti la porta di una stanza solo se credessi che al suo interno potrebbe esserci quello che cerchi? Ma se tu già non credi che in quella stanza potrebbe esserci ciò che cerchi, o anzi, credi che al suo interno ci potrebbe essere qualcosa che ti danneggerebbe, non è forse vero che non apriresti mai quella porta? Allo stesso modo, se tu prendi la medicina del medico, non l’hai forse presa perché hai fiducia nel medico e speri che con le sue cure, egli riesca a guarirti? Se tu non avresti fiducia nel medico né nella sua medicina, non la prenderesti affatto, anche se ti venisse messa davanti. Se tu accetteresti un consiglio da parte di qualcuno, non lo accetteresti forse perché già credi che quel qualcuno che ti ha consigliato, è degno di fiducia? Altrimenti, se non avessi avuto stima e fiducia di quella persona, non avresti mai accettato un suo consiglio. Se tu ami tua moglie, non la ami forse perché credi in ciò che sente il tuo cuore verso di lei? Se tu invece non credessi in quel che il tuo cuore ha sentito verso di lei, ma penseresti che "forse era solo una cotta, un tuo pensiero, una tua idea, una tua illusione, un tuo bisogno momentaneo", non è forse vero che non riusciresti più a beneficiare dell’amore di tua moglie, anche se lei continuasse ad amarti nonostante la tua lontananza da lei? Perché sei tu che hai allontanato il tuo cuore da lei, sei tu che ti allontani da ciò di cui hai bisogno! Sei tu che rifiuti, che ti chiudi, che respingi! Il cuore che non crede, respinge e si allontana da ciò in cui non crede, chiudendosi ad esso e rendendosi insensibile verso quella cosa, mentre il cuore che crede si avvicina a ciò in cui crede e si apre ad esso, rendendosi sensibile ad esso. Quando crediamo in qualcosa, lasciamo che quella cosa entri nel nostro cuore e agisca dentro di noi, che sia nel bene come nel male, ma ad ogni modo, ne diventiamo vulnerabili e ne subiamo l’influenza, poiché credendo in quella cosa ci apriamo ad essa e ci lasciamo pervadere dalla sua essenza, “diventando simili” a quella cosa, assorbendola e diventandone parte di essa. Quando invece non si crede in qualcosa, ci si chiude ad essa, impedendo che entri nel nostro cuore, e in tal modo impedendole l’accesso alla nostra essenza, (anima) per cui non lasceremo che essa ci pervada, e resteremo ad essa indifferenti, e nel peggior dei casi ostili. Se era un male ciò in cui non abbiamo creduto, allora avremo respinto un male per noi. Ma se quello in cui non abbiamo creduto era la verità più sublime, allora non avremo permesso alla nostra anima di essere pervasa da tale verità, facendone esperienza, ed essendone illuminata, purificata e salvata. Noi stessi in tal modo, avremo negato le cure necessarie alla nostra anima. Quest'ultima, brama di unirsi con l’Altissimo, ma noi la incateniamo, tenendola segregata dentro la stanza buia del nostro cuore, come una bimba prigioniera, e quando il suo salvatore bussa alla porta del nostro cuore per trarla in salvo, liberandola, nutrendola e facendola gioire, noi respingiamo il suo salvatore e teniamo ancora più stretta la nostra anima, in un cuore sempre più indurito, impedendole che le giungano luce e nutrimento dai Cieli.  Il miscredente tiene in ostaggio la sua stessa anima e la tortura giorno e notte, e la incatena al peccato. Poi incolpa Dio, salvatore delle anime, del suo malessere. 

Sei tu dunque, o miscredente, che non cerchi, e quindi non vieni trovato. Sei tu che non chiedi, e quindi non ti viene dato. Sei tu che non bussi, e quindi non ti viene aperto. Sei tu che dici di bastare a te stesso e rifiuti l'aiuto, e quindi non vieni aiutato. Sei tu che quando chiedi aiuto, lo respingi. Perché dalla tua scelta dipende la tua salvezza o la tua dannazione. Sei tu che scegli di aprire il tuo cuore a ciò di cui hai bisogno e a ciò che desideri: Iddio, la tua cura, la tua famiglia, e così via, ma se tu non crederai in Lui, dubiterai o comunque avrai una cattiva opinione di Lui, ti allontaneresti per primo da Lui. Non è infatti Dio ad allontanarsi dall'uomo, ma l'uomo che si allontana da Dio, e poi dà le colpe a Lui per i suoi stessi mali, che esso soffre per colpa della sua lontananza dalla Fonte di ogni bene. 

È come se Allah corresse dietro di noi, mentre ci chiama a Lui per nome, ma noi Gli voltiamo le spalle fuggendo da Lui. Chiamiamo aiuto contro Allaah mentre corriamo, non capendo che se Allaah ci insegue, è proprio per aiutarci! Infatti è come se ci dicesse: "Ti aiuto io! Perché scappi da Me?", ma noi corriamo via da Lui, dandogli le spalle e dicendo "Non ti credo, sei un bugiardo! Tu vuoi farmi del male!". Così Satana inganna l'uomo e lo distoglie dal suo Signore. E ogni volta che Allah ci si para innanzi, dicendoci "Hei sono qui, guardami! Prestami attenzione! Ascoltami! Io sono la tua cura! La tua soluzione! La tua forza! Il tuo rimedio definitivo!", inviandoci qualcuno dei Suoi servi per richiamarci sul Suo sentiero, noi ignoriamo e fuggiamo dalla nostra stessa guarigione. Come potrebbe, in questo caso, l'uomo, beneficiare della Misericordia di Dio, se fugge da essa? Dio dovrebbe forse costringerlo ad accettarla?


Se ad esempio tu ti trovassi dentro un burrone, e qualcuno da fuori ti tendesse la mano ma tu non ti fidassi di quel qualcuno, gli afferreresti forse la mano? Certo che no. Come un cane smarrito e diffidente che finisce in una buca, il quale ringhierà e morderà le mani di tutti coloro che proveranno a prenderlo per farlo risalire su. In base alla fiducia, ci si può salvare. Lo stesso discorso vale per la fede in Iddio. Se l'uomo non si fida di Iddio, come potrà mai essere salvato? Se ti viene lanciata un salvagente dal capitano di una nave, mentre tu stai per affogare in mare aperto, ma anziché aggrapparti al salvagente preferisci “farcela con le tue forze”, credi forse che riuscirai a sopravvivere all’oceano? La scelta dunque, di essere salvato è solo e soltanto tua. Ecco perché Gesù disse: 

“Chi cerca trova, a chi chiede sarà dato, e a chi bussa sarà aperto”.

Infine, dire: “Una cosa la si riconosce e percepisce come vera anche se non si crede in essa”, non è affatto vero, ma è vero invece dire che: “Una cosa la si riconosce e percepisce come vera SOLO se la si crede tale”, perché l’uomo infatti, può smentire la verità anche se essa è sotto i suoi occhi, anche se è chiara ed evidente e non può essere smentita in alcun modo. Piuttosto, è corretto dire: “Una cosa è vera a prescindere, ANCHE SE NON è necessariamente riconosciuta dall’uomo come tale”, per qualsivoglia ragione.” Dunque, l’uomo potrà anche avere la libera facoltà di rinnegare le realtà che a Lui non piacciono, ma non potrà tuttavia fuggire dalle conseguenze del suo ignorare tale realtà, perché come disse il saggio at-Tarayyfy: 

“La verità non guarda nessuno in faccia, ma tutti devono guardare in faccia alla verità”.

Infine, mettere in dubbio ciò che sente il proprio cuore, dando ascolto a Satana, il quale ci ordina di “Non credere” (Corano 59:16). Ma se non si crede più a quel che sente il nostro cuore, allora si dovrebbe mettere in dubbio ogni altra cosa. Se non si dovrebbe più credere in quel che la nostra mente pensa essere come vero, buono, giusto, allora in cos’altro si dovrebbe credere? Se si seguisse Satana, mettendo in dubbio la verità in cui noi crediamo e della quale abbiamo avuto abbondanti prove, in cos’altro dovremo mai credere, dopo averla rinnegata? Dovremo mettere in dubbio le nostre convinzioni, i nostri affetti, ciò che amiamo, perché lo amiamo e come lo amiamo. Dovremo mettere in dubbio l’amore che proviamo per i nostri figli, per nostra moglie, per i nostri genitori. “Sei sicuro che il tuo cuore senta amore per tua moglie? Sicuro che è amore e non altro? Magari istinto sessuale, o cotta?”. Dovremo mettere in dubbio tutto questo. Mettere in dubbio quel che il cuore sente, equivale a mettere in dubbio sé stessi. Ma poiché nel cuore Iddio ha riposto la sincera intuizione naturale della verità, rinnegare il sentimento del proprio cuore conduce a rinnegare quella stessa intuizione naturale che farebbe accettare all’uomo la verità. E dunque, un uomo che rinnega il sentimento del suo cuore, è prossimo a rinnegare la verità stessa:

“Quanto a quelli che non credono, a loro non fa differenza che tu li avverta oppure no: non crederanno. Allah ha posto un sigillo sui loro cuori e sulle loro orecchie e sui loro occhi c’è un velo; avranno un castigo immenso. […] Nei loro cuori c’è una malattia e Allah ha aggravato questa malattia. Avranno un castigo doloroso per la loro menzogna.” (Corano 2:6-7-10).

Infatti, ad esempio, se io mettessi in dubbio il sentimento del mio cuore, dovrei mettere dubbio qualsiasi cosa io senta: se per esempio dovessi lavorare in un posto e dovessi sentir malessere e afflizione per esser maltrattato, ma una volta tornato a casa dessi ascolto alle voci sataniche che mi dicono: “Non dar retta al tuo cuore! Non stai male! Devi solo abituarti! Guarda gli altri, riescono a lavorare in quel posto tranquillamente, solo a te sembra di star male!”, è così, se dessi ascolto a questa voce rinnegherei quel che sente il mio cuore, che non è nient’altro che un campanello d’allarme che vuole avvisarmi di cambiare quel luogo affinché esso non si indurisca e non si corrompa, ma la voce vuole che io ignori questo campanello d’allarme, questo sentore, questa percezione, questo sentimento di malessere, cosicché io continui ad andare a lavorare in quel posto, corrompendo il mio cuore, indurendolo, e dunque allontanandomi da Allaah sempre di più. 

Questo discorso può essere applicato anche per quanto riguarda amicizie nocive, relazioni nocive, e cosi via. “Non dar retta al tuo cuore! Non soffre! Devi solo abituarti! Se soffri è perché sei ancora debole, inesperto! Indurisce il tuo cuore!”. Satana vuole far sì che l’uomo ignori il suo cuore, cosicché quest’ultimo possa diventare duro e insensibile al Ricordo di Allaah e al bene. 

“Guai a coloro che hanno i cuori insensibili al Ricordo di Allah. Essi sono in errore evidente.” (Az-Zumar 39:22)

E così, se il tuo cuore sente benessere e pace, Satana vuol far sì che tu ignori quella sensazione è la attribuisca ad altro, dandole poca importanza e facendoti porre l’attenzione sulle cose terrene che devi fare o sui divertimenti, cosicché tu dimentichi del benessere del tuo cuore e non capisci di averlo trovato. Per esempio, quando il credente sente la pace nel cuore, Grazia del Signore, Satana dice: “Non hai sentito nulla! Non credere! Non è qualcosa che viene da Dio, ma è una tua impressione!”. Allo stesso modo afferma Satana quando l’uomo sente nel suo cuore il malessere, affinché esso non cambi in meglio la sua situazione ma si accontenti di accettare quel male, in modo che il suo cuore si affligga. Per questo dico, che nel cuore v’è il “barometro naturale” delle percezioni, l’unico che l’uomo possiede per poter distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è buono da ciò che è cattivo, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ma Satana, facendo mettere in dubbio all’uomo il sentimento del suo cuore, ne causa l’indurimento, mettendolo “fuori uso”. Infatti, il cuore duro diventa insensibile a praticamente ogni stimolo esterno, e non sa più distinguere la verità, né il bene e né la giustizia. Un simile cuore è del tutto inutile per l’uomo, e non serve ad altro che a pompare sangue nelle arterie. Iddio vuole purificare i cuori degli uomini, e renderli teneri è morbidi, umili e buoni, mentre Satana divora i cuor i umani, li fa indurire e divenire insensibili. Così l’uomo diventa malvagio. Come pensate che riescano a fare ciò che fanno, i malvagi? Perché hanno il cuore insensibile, in quanto lo hanno rinnegato, e hanno scelto di seguire i loro desideri e pensieri. Ma chi rinnega il proprio cuore, causa la sua stessa tristezza e il suo stesso malessere, perché il cuore contiene l’anima, e l’anima per adorare il Signore diventando un tutt’Uno con Lui: 

“E ricorda [Allaah], ché il ricordo giova ai credenti. È solo perché Mi adorassero che ho creato i dèmoni e gli uomini” (Corano 51:55-56)

Un cuore che non opera secondo lo scopo per il quale è stato creato, sarà un cuore sofferente e pieno di problemi, e si danneggerebbe così come si danneggerebbe una qualsiasi cosa creata per uno scopo, se poi non venisse usata per quello scopo. Non puoi usare lo zucchero come carburante per la tua automobile, e non puoi usare la benzina come dolcificante per le bevande. A ogni cosa spetta la natura per la quale è stata creata. 

Non rinnegare dunque mai il tuo cuore, o credente e ricorda per quale scopo tu fosti creato. Ricordati chi sei. E sappi che la certezza del cuore (Al-Yaqīn), è l’unica certezza sulla quale non devi mai essere in dubbio. Infatti, quando tu dici “Sono triste”, è il tuo cuore ad essere triste, e quando dici: “Sono felice”, è il tuo cuore ad essere felice. In base dunque, allo stato interiore del tuo cuore dipende il tuo benessere o malessere. Non rinnegarlo mai, dunque. Credi in quel che Dio ha messo nel tuo cuore, e sappi che Egli pone la verità dentro di esso. Quello che senti nel cuore è verità. Tutto quel che è buono per te, è soltanto quel che giova al tuo cuore, perché il tuo cuore sei tu. Tu sei nel tuo cuore, essendovi nel tuo cuore l’anima tua, ed essendo essa la tua essenza più profonda. Il corpo non è che apparenza, buccia del frutto. Ma l’anima è il nocciolo, il cuore la polpa che lo contiene. Non far dunque corrompere la polpa, affinché poi tu non debba gettar via tutto il frutto intero. E preserva la tua buccia, affinché la muffa non intacchi anche l’interno della polpa. 


Sappi che non v’è dubbio così grande da non esser risanato, con la fede e col timore di Iddio. Dice Iddio che il dubbio è malattia del cuore. Ma dice anche Iddio che “per ogni malattia v’è una cura”. Non disperare dunque, ma persevera.


Qualcuno dice ora: “Dio è solo un pensiero che dipende da te. Se tu senti nel cuore Dio è perché credi o pensi che ci sia. Ma se tu non credessi e non pensassi più che ci sia, non Lo sentiresti più.”. Sarebbe come dire: “Se tu senti l’amore di tua moglie, è perché tu pensi o credi che lei ti ami, ma è solo una tua impressione.”. Ma come può essere possibile questo? Infatti, se tu ti senti amato da tua moglie, vedendo il tuo amore corrisposto, è perché di sicuro tua moglie ti ama, e quella è la prova che il suo amore è vero verso di te. Se lo senti, è verità. Al contrario, se tu non avresti sentito amore ma avresti solo pensato che lei ti amasse, non avresti mai fatto esperienza del suo amore. Allo stesso modo, se Dio fosse solo un pensiero, una suggestione, non avresti mai fatto esperienza del Suo amore e della Sua misericordia, ma avresti solo “pensato di essere amato”. Ma ciò che separa il “pensare di essere amato” dal “sentire di essere amato”, è il sentimento, l’esperienza. Se il tuo cuore e i tuoi sensi sono stati appagati da quell’amore, allora tu hai ricevuto quell’amore. Ma se non sono stati appagati da quell’amore allora hai solo pensato di essere amato. Allo stesso modo, la differenza fra il “pensare di essersi dissetati” e il “sentirsi dissetati”, consiste nell’esperienza e nell’appagamento effettivo: se la tua sete non è stata appagata, allora non hai mai bevuto ma hai solo pensato di averlo fatto, mentre se la tua sete è stata appagata, allora hai bevuto davvero. Dunque, se tu hai sentito Iddio nel tuo cuore, e la tua anima si è allietata, appagata, soddisfatta, allora avrai davvero fatto esperienza di Dio è avrai davvero capito che Egli è verità invisibile agli occhi umani, in questa vita. Come può dunque Dio essere solo un pensiero dell’uomo? Quest’ultimo infatti, non può auto-appagarsi solo con il pensiero, cosi come non può dissetarsi solo pensando di bere l’acqua, o sfamarsi solo pensando di mangiare cibo, o sentirsi amato soltanto immaginando che qualcuno lo ami, o sentirsi ascoltato immaginando che qualcuno lo ascolti, o sentirsi compreso immaginando che qualcuno lo comprenda, o sentendosi felice immaginandosi di essere felice, e cosi via. Un uomo non può creare la realtà con il suo pensiero, ma può usare il pensiero per distorcere la realtà, anche se essa rimarrebbe irremovibilmente l'unica realtà. Dunque, se un uomo viene dissetato non è perché ha “immaginato” di bere acqua, ma perché ha ricevuto l’acqua. Se un uomo viene saziato dal cibo, non è perché ha immaginato di mangiare cibo, ma perché lo ha ricevuto e mangiato davvero. Se un uomo sente ascoltato da qualcuno, non è perché immagina di essere ascoltato, ma perché qualcuno davanti a lui lo ascolta. Il pensiero dell’uomo non basta per poter soddisfare il suo cuore, cosi come pensare l’acqua non basterebbe per soddisfare la sete. Ma se la sete viene soddisfatta, non è stata soddisfatta dal mero pensiero, ma dalla verità della presenza divina. Dunque, se è vero come è vero che per ogni reazione v’è una precedente azione, è vero che se il tuo cuore ha conosciuto la pace, è perché Dio si è fatto da esso percepire. La prova che verifica la veridicità della fede, è l’esperienza reale del cuore. Ciò che di invisibile prova il cuore, e i frutti esteriori di tale percezione, come ad esempio, il miglioramento del comportamento e delle caratteristiche del credente che fa esperienza di Dio, sono le prove concrete della veridicità della fede. Se al contrario, i credenti fossero uguali ai miscredenti, con la differenza che affermano di credere in un solo Dio, se essi agissero come loro, se essi non avessero ricevuto né conoscenza, né miglioramento nel comportamento, né pace, né soddisfazione interiore, allora la loro fede sarebbe stata solo un pensiero. Se la vita di un uomo non cambia da un giorno all’altro in meglio, allora quella non è fede, ma congettura, suggestione. Un pensiero che viene dall’uomo stesso, non basterà mai per poter cambiare la sua realtà individuale: ad esempio, io non posso diventare felice soltanto pensando “oggi devo essere felice”. Non posso sentirmi soddisfatto soltanto pensando “oggi devo sentirmi soddisfatto”. Non posso essere forte soltanto pensando “Devo sentirmi forte”. Non posso avere la tranquillità e la pace soltanto pensando “Devo stare tranquillo e in pace”. Non posso avere qualcosa soltanto pensandola, ma dal cuore nasce il desiderio, e dal desiderio nasce il pensiero di trovare quella cosa, e il pensiero si dirige in base al desiderio che c'è nel cuore umano. Il pensiero procede dunque dal desiderio del cuore e non il cuore dal pensiero. La mente è serva del cuore, anche se spesso essa viene sottoposta ai sussurri satanici, nel caso in cui le voci della mente si sovrappongono al desiderio del cuore. Ma ad ogni modo, se il credente pensa che Dio ci sia, è perché il suo cuore Lo ha desiderato, Lo ha cercato, Lo ha trovato, ne ha fatto esperienza e ha capito che Egli vive. Al contrario, l’uomo che pensa che Dio non esiste, non Lo ha desiderato, non Lo ha cercato, non Lo ha trovato e non ne ha fatto esperienza, come potrebbe dunque dire che “non esiste” un qualcosa che esso non ha mai cercato, e di cui non ha mai fatto esperienza? Sarebbe come dire che l’oro nei fiumi non esiste, semplicemente perché non pensiamo che non esiste, dal momento che non lo vediamo. Ma se noi avessimo avuto la buona volontà di immergerci nei fiumi, e andare alla ricerca dell’oro, lo avremo trovato e non diremo più che esso non esiste. Infatti così come la verità si manifesta solo a chi la cerca, allo stesso modo Iddio si manifesta solo a coloro che Lo cercano con sincerità. Infatti, quel che l’uomo cerca e trova, dipende dai suoi desideri di cercare e trovare. Se io voglio il cibo, cerco il cibo e lo trovo, quindi mangio e conosco il sapore di quel cibo. Ma se io non voglio il cibo, non vado a cercarlo e non lo trovo, e quindi non lo mangio e non ne conosco il sapore. Tuttavia sarebbe ingiusto, da parte mia dire che il cibo non esiste solo perché non ho voluto trovarlo. Ecco perché Iddio guida solo i sinceri, ed ecco perché i miscredenti mentono dicendo che Iddio non esiste, perché affermano ciò solo perché non riescono a sentirLo, dal momento che NON vogliono cercarLo nè trovarLo e dunque come potranno mai farne esperienza e conoscerLo? La volpe che non riesce ad arrivare all'uva, per giustificare la sua incapacità, afferma che l'uva è acerba. L'uomo che non riesce ad arrivare a Dio, perché il suo cuore è chiuso e ubriacato dalle brame e dai piaceri di questa vita, afferma che Dio non esiste solo per giustificare i suoi desideri e la sua incapacità. 





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