LA VERA SCIENZA
Il mondo in cui viviamo oggi non considera quasi più Dio come “centro di gravità permanente” attorno al Quale ruotare perennemente, affinché nel creato siano mantenuti costantemente pace, giustizia ed equilibrio, ma considera piuttosto come fulcro -e dunque come “dèi”- il proprio “Io”, assieme al denaro e ciò che esso permette, e dunque i piaceri terreni, le passioni futili (gli “hobbies”) e i vizi malsani di questa vita, concentrandosi del tutto esclusivamente sul suo aspetto materialistico e dimenticando del tutto il suo lato fondamentale, cioè quello invisibile, spirituale. “Niente è più visibile di ciò che è nascosto”, disse il filosofo cinese Confucio, e sarebbe da aggiungere: niente è più ingannevole di ciò che è visibile.
I ritmi
frenetici, le distrazioni ormai sovrabbondanti, l’aria di tensione, la
sfiducia, il quasi assente utilizzo della ragione e la mancanza ormai quasi
totale dello “sguardo introspettivo”, col quale ci si interroga sulle domande
della vita per trovare delle risposte in grado di acquietare la nostra anima,
sono ormai fenomeni all’ordine del giorno. Anzi, ormai oggi viene schernito
addirittura il solo desiderio di iniziare a porsi queste domande esistenziali e
fondamentali.
La Parola di Dio, olio santo che ha illuminato per secoli e secoli le menti e gli spiriti degli uomini del passato -donando loro le migliori caratteristiche in virtù e in intelletto- oggi giorno è invece considerata, per lo più, come un insieme di “favole e leggende” da utilizzare a consolazione degli anziani in punto di morte, o per spaventare i bambini disobbedienti che dicono le bugie alla mamma e al papà, con la paura dell’inferno.
La “storia” e la “scienza” odierne, se così si possono definire, prescindono nel modo più assoluto dalle loro analisi “storiografiche e scientifiche”, le testimonianze storiche contenute nelle Sacre Scritture rivelate da Dio per mezzo dei Suoi messaggeri scelti tra gli uomini. Infatti, quest’ultime (come lo sono il Corano e in parte ciò che è rimasto della Torah e del Vangelo), sono in verità tutt’altro che “favole degli antichi” tramandate oralmente da pastori scalzi e contadini analfabeti privi d’intelletto: in esse sono riportate storie talmente antiche che è davvero impossibile per un uomo dei giorni nostri potersele anche solo immaginare. Ad esempio, molti popoli scomparirono letteralmente ed improvvisamente dalla faccia della terra e gli storici dei giorni nostri non possono far altro che motivare tali sparizioni avanzando ipotesi e congetture, come ad esempio che furono sterminati a causa di una siccità, di un’inondazione, di un terremoto, per mano di un altro popolo, e così via, ma affermano ciò solo perché -di base e a priori- negano le Scritture e Colui che le ha rivelate, nelle quali invece è riportata con chiarezza la verità sui fatti che accaddero in quelle epoche. Senza la Parola di Colui che ha creato ogni cosa e che ha guidato ogni cosa alla sua propria natura, sarebbe impossibile poter conoscere e comprendere gli avvenimenti che accaddero millenni e millenni addietro nel tempo, e nonostante le odierne tecnologie d’avanguardia, l’uomo non sarebbe né in grado di fornire spiegazioni soddisfacenti e dettagliate riguardo ciò che accadde in quelle epoche.
Di fatti, se il Sovrano Signore -che è la causa
primordiale che ha creato l’Universo- si esclude a priori come risposta alla
domanda: “Da dove veniamo?”, non troveremo mai alcun’altra risposta,
poiché questa ci è già stata messa sotto il naso, ma per una ragione o per
un’altra non vogliamo accettarla, e spesso preferiamo accettare al posto di una
dura verità, delle comode menzogne, come questa ad esempio: “La vita è un
insieme di mere coincidenze, incontratesi al momento giusto”.
Similmente, si pone un esempio: un malato ha bisogno di un medicinale per guarire dal suo male, e va dunque nella sua stanza alla ricerca di tale medicinale, l’unico che sia in grado di guarirlo. Una volta aver rovistato e smosso qua e là, ecco che trova il farmaco miracoloso, ma egli cosa fa? Con la scusa che potrebbe essere di sapore amaro e sgradevole, lo prende e lo rimette a posto, come se non lo avesse mai visto né avuto in mano, come se quel farmaco gli fosse inutile o nocivo, mentre in verità era l’unico rimedio al suo problema. In più egli, nonostante abbia ignorato la cura, continua vanamente a cercarla nella sua stanza, senza però trovarvi più nulla -in quanto la medicina vera l’ha già scartata a priori-, finendo per prendere un'altra sostanza, un dolce, credendo che solamente perché esso è di buon gusto allora potrebbe alleviare il suo male, quando in verità non lo farà, ma peggiorerà ancor di più la sua condizione. Questa è la metafora dell’uomo che ignora Dio e la Sua Parola; il cuore dell’uomo senza queste due cose è malato e preda di ogni debolezza, ma ciononostante egli continua imperterrito e arrogante nella negazione della sua condizione di malattia, come se non avesse fatto nulla, come se stesse bene e non avesse bisogno di alcuna cura. Il mondo di oggi è malato di “assenza di Dio”, perché ha trascurato e tralasciato la sua unica cura che risiede solo ed esclusivamente nella Sua presenza, non nelle passioni, non negli svaghi, non nei legami affettivi, non nelle relazioni sentimentali e non nel lavoro. Tutto ciò è un sovrappiù, un dono, quando si ha Dio, ma è un peso e una trappola mortale quando non Lo si ha. Tutto ciò potrà solo distogliere temporaneamente dalla propria malattia, ma non la curerà mai, e tale distrazione sarà fugace e durerà solamente fintanto che quelle nostre passioni, svaghi, innamoramenti o figli saranno ancora “in vita”, e finirà non appena ci renderemo conto che ci aggrappavamo a cose caduche, deboli e limitate. Dio invece non muore mai, è Eterno, ed è l’Unico in grado di soddisfare perennemente e totalmente le nostre anime, senza lasciare dietro il Suo passaggio dentro di noi, rabbia, tristezza, paura, malumore o angoscia.
L’uomo di oggi è convinto di poter conquistare il mondo, o ancor peggio, è convinto di poter vivere in un altro pianeta oltre a questo -magari distruggendolo così come sta distruggendo questo. Il suo orgoglio ha toccato livelli spropositati e folli, che lo porta sempre più vicino alla soglia dell’autodistruzione. La verità però, è che l’uomo non potrebbe mai sfuggire dalla morte, e neppure potrebbe mai fabbricare un razzo che lo conduca nei recessi più remoti dello spazio. Egli non potrebbe neppure creare una singola mosca, e neppure saprebbe produrre dal nulla un singolo granello di sabbia! Come potrebbe dunque essere dio di sé stesso se non si è creato da solo, e ha bisogno che Dio gli fornisca acqua, frutti, carne, e vegetazione? Dice l’Altissimo, rivolgendosi agli uomini: “Siamo Noi che vi abbiamo creato. Perché non prestate fede? Non riflettete su quello che eiaculate: siete forse voi a crearlo o siamo Noi il Creatore?[1], E dice ancora, sempre riferendosi agli uomini: “Sono stati forse creati dal nulla oppure sono essi stessi i creatori? O hanno creato i cieli e la terra? In realtà non sono affatto convinti.[2]”
Il
delirio di onnipotenza è tipico di Satana e degli uomini che hanno scelto di
seguirlo, obbedendogli e adorandolo in forme diverse. Infatti, oggi giorno v’è
l’erronea credenza che l’idolatria si sia estinta; ciò non è affatto vero: ha
solo mutato forma. Anziché infatti, adorare pietre, gli uomini odierni adorano
loro stessi, le loro passioni e i loro piaceri; anziché adorare Dio, adorano il
proprio “Io”, comportandosi come descrisse già allora il profeta e re Davide,
che disse: “Lo stolto ha detto in cuor suo: “Non c'è Dio”. Sono corrotti,
fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene. Il Signore ha
guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona
intelligente che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è
nessuno che faccia il bene, neppure uno.[3]”
Ora,
perfino un bambino storcerebbe il naso davanti l’affermazione sostenuta e
ribadita fino alla nausea dai più noti uomini di pseudo-scienza, quando
dicono: “Noi sappiamo che milioni e milioni di anni fa tutto nacque da una
grande esplosione chiamata Big bang, che per puro caso riuscì ad assemblare
perfettamente ogni cosa presente nella natura, e dopo lunghi processi di
evoluzione e assestamento, ogni organismo si è autonomamente sviluppato e
stabilizzato nella sua forma finale.” Perfino un bambino
saprebbe, in cuor suo, che da un’esplosione non proviene mai ordine, vita ed
armonia, bensì distruzione, morte e caos. Perfino un bambino se ci ragionasse
un poco, capirebbe che noi non siamo i creatori di noi stessi, ma qualcun altro
o qualcos’altro deve averlo fatto per noi, non solo dal punto di vista
riproduttivo, ma fino a risalire all’origine primordiale di ogni creatura e
cosa presente attorno a noi.
Nulla di
quello che abbiamo intorno è venuto al mondo senza l’intenzione e la
conseguente azione di un “creatore” intelligente, il quale, ha avuto in mente
un piano e uno scopo ben preciso per quella sua opera ancor prima di portarne a
compimento la realizzazione. Del resto, tutto ciò che è intorno a noi -che sia
naturale o artificiale- è stato prodotto con un fine ben preciso, che sia
malvagio, inutile o benefico, ma l’azione stessa del “produrre” qualcosa, viene
sempre preceduta da un’intenzione chiara prefiguratasi nella mente del suo
“creatore”, e senza la quale sarebbe stato impossibile anche soltanto il minimo
spreco di tempo ed energia da impiegare nella produzione di quell’opera. Per
questo, partendo dagli oggetti attorno a noi in questo momento, fino ad arrivare
a quelli più grandi e impegnativi da produrre, ognuno di essi non è né un cieco
assemblamento di parti, né un prodotto casuale che ha miracolosamente trovato
“per sua propria capacità” lo scopo del suo funzionamento, poiché esso è stato
creato solo in vista del suo scopo. È così per quanto riguarda ogni cosa
artificiale, ma anche per tutte le cose che troviamo in natura. Ogni creatura,
infatti, che sia pianta o animale, segue il proprio istinto, e dunque la
propria legge naturale che Iddio ha instillato dentro di essa. A tal proposito
disse un saggio: “A giudicare dall’apparenza, il ramo è l’origine del
frutto. Ma in realtà, il ramo è venuto all’esistenza in vista del frutto. Se
non ci fossero stati un desiderio e una speranza per il frutto, come avrebbe potuto
il giardiniere piantare la radice dell’albero? Ecco perché in realtà, dal
frutto è nato l’albero.”
Ma sebbene le “linee guida” offerte ad ogni specie
siano così chiare e cristalline, l’uomo è l’unica creatura che non le segue,
sprecando la sua esistenza danneggiando sé stesso e gli altri e vivendo come un
cieco che brancola in una stanza buia senza sapere dove si trova, senza sapere
cosa deve fare e senza sapere cosa troverà davanti il suo cammino. E tutto ciò
gli sembra assolutamente normale, perché ormai tale atteggiamento rientra nella
“norma”, essendo praticato della maggior parte degli esseri umani. Ma questo
non basta ovviamente, per renderlo comunque legittimo e buono.
La
teoria dell’evoluzione ha contribuito in buonissima parte all’eliminazione,
nelle società umane, di concetti come “religione”, “disegno divino”,
“misericordia”, “Dio Creatore” e “creatura”, sostituendo tali parole con
“scienza”, “probabilità”, “caso”, “legge del più forte”, “natura” e
“organismo”. I padroni dell’odierna società globalista e nichilista hanno
sottratto ai popoli la verità, la giustizia, la morale e le virtù, dando loro
in cambio delle armi per auto-distruggersi e propinando loro falsi concetti
illusori e astratti, vuoti di valori e di conoscenza, che hanno il solo scopo
di condurli verso il baratro del consumismo, destinandoli all’annullamento del
sé e all’appannamento dei loro cuori e dei loro intelletti, affinché essi
restino sempre ignoranti e incoscienti della verità più sublime e sincera che
“vive” in loro e fuori di loro, l’unica in grado di offrirgli la liberazione
più completa.
Con le
loro dottrine fraudolente hanno “normalizzato” un’esistenza senza Dio, quando
in verità, essa è stata progettata e donata all’uomo proprio affinché esso la
impieghi per ricercare Dio, e, una volta averLo trovato, per adorarLo e
obbedirGli.
Tali
corrotti servi di Satana, inoltre, hanno invertito e scambiato il vero
significato delle cose: la verità è diventata un’opinione, non essendo più al
singolare ma al plurale (le verità), di modo che non esista più alcuna verità
assoluta da porre come discrimine fra tutti gli uomini, -incondizionatamente
dal loro ceto sociale e dalla loro ricchezza o fama- tranne però quella che
impone il più forte e il più ricco di turno sul più debole e sul più povero; le
relazioni sentimentali, il lavoro, e la vita stessa, sono stati tramutati in
apatici e grigi schemi psicologici che avvengono solo per necessità,
convenienza o desiderio -in cui viene obbligatoriamente richiesta la sola partecipazione
della mente e delle pulsioni sessuali, escludendo a priori la partecipazione
del cuore e del buon senso- cosicché non vi sia più umanità e l’uomo venga
considerato e consideri sé stesso al pari di una macchina o di un animale in
preda agli istinti, anziché come una creatura originale ed unica, dotata di
libero arbitrio, spirito e discernimento; la meraviglia della potenza di Dio,
manifestata nella Sua creazione e nei nostri cuori -segni della Sua ineffabile
Presenza- viene del tutto ignorata, essendo stata sostituita da calcoli
matematici e teorie assurde e ridicole, basate sull’immaginazione e il
congetturare di un piccolo manipolo di uomini stolti ma potenti; le singole
usanze tradizionali, i valori e le sante virtù che un tempo fortificavano e
rendevano stabili le nazioni, oggi sono state fatte crollare -facendole odiare
ai loro stessi abitanti- tramite il concetto offerto loro di neo-liberismo,
vera nefandezza e “oppio dei popoli”, che ha ingannato e che inganna più
d’ogni altra cosa le cieche folle alla ricerca del piacere fisico temporaneo,
dando loro l’illusione e la parvenza di poter essere davvero libere in un mondo
che -per natura propria- è nato assoggettato a leggi precise e armoniose
rispettate da ogni creatura, pena il caos e il sovvertimento del mondo intero.
Il concetto di anima e di adorazione di Dio è stato sostituito con l’adorazione
e l’attaccamento verso tutto ciò che non lo è, il materialismo, trasformando in
pochi decenni gli abitanti delle cosiddette “civiltà modernizzate” da creature
originali, pensanti e virtuose, in rozze bestie divoratrici e stolte, tutte
uguali e omologate, senza valori, senza morale e senza intelletto, incapaci di
riflettere e di giudicare, in preda ai loro istinti e alle loro passioni più
strambe e talvolta più turpi, senza più nessuna originalità e senza alcuna
sensibilità e propensione alla verità, alla bellezza e alla giustizia. Come
“codici a barre” che camminano, sono gli uomini odierni.
L’intelletto umano, un tempo elogiato e paragonato a un albero in fiore colmo di frutti, oggi è sminuito e considerato “inutile” se non “dannoso” al quieto vivere, ed è divenuto paragonabile ad un encefalogramma con giusto qualche segno di vita qua e là, ma che è sul punto di divenire del tutto piatto. Del resto, eliminando dall’uomo la percezione di Dio -e dunque impedendogli di conoscere il suo vero sé- e nascondendogli le fonti ove possa acquisire la vera cono(scienza), esso viene facilissimamente attratto verso l’altra faccia della medaglia di questa vita, che è esclusivamente la materia -divenendone preda- e le emozioni che derivano da essa, siano l’ira, l’avidità, la lussuria, l’invidia, l’entusiasmo effimero, la gioia euforica o la depressione, e tanti altri stati d’animo temporanei e sempre in contrasto l’uno con l’altro, sicché chi li prova resta “eternamente” destinato a “veleggiare” da un’onda all’altra delle proprie emozioni, rimanendo sempre prigioniero e sperduto nell’abisso delle proprie pulsioni e dei propri desideri, essendo sospinto sempre più lontano dalla reale condizione delle cose, e restando sempre più profondamente immerso nelle sabbie mobili delle proprie emozioni, in attesa che il suo cuore smetta di battere ed egli venga posto in una tomba. L’emotività eccessiva di oggi giorno, sospinta da social-media, film, canzoni e serie TV, è un tasto molto ambito dai poteri forti, col quale essi si aggiudicano spesso il primato, il consenso, l’ammirazione o lo sdegno delle masse ignare manipolate, che paradossalmente, nonostante l'elevato carico di emozioni alle quali sono esposte, diventano ancor più apatiche e indifferenti.
Solo il vero servo di
Dio sa che il proprio cuore deve amare e restare “attaccato” a Iddio solo, e
dunque a ciò che a Lui piace, ossia ciò che è vero, giusto, e buono, ma chi non
ha Dio cosa amerà e a cosa “attaccherà” il cuor suo, se non a ciò che è falso,
maligno e ingiusto?
Chi
conosce bene le tendenze e le debolezze degli uomini -Satana ed i suoi servi-
sapeva già in che direzione essi avrebbero teso, una volta aver loro proposto
l’utopia astratta e illusoria del “liberalismo” e dopo aver loro sottratto la
conoscenza e la fede; infatti, Satana e i suoi servi sanno bene che se si offre
troppa libertà all’uomo ma lo si priva di ogni guida e saggezza, esso diverrà
così confuso e smarrito che non avrà altra scelta che seguire la prima cosa che
gli viene posta d’innanzi, e avrà lo stesso destino di un uomo che viene legato
all’interno di un’autovettura in corsa senza freni con l’acceleratore spianato,
senza neppure avergli insegnato a guidare.
Questo
parlare, che per molti potrebbe essere “pessimismo storico millenarista”, in
verità è puro realismo e desta coscienza della realtà odierna. Ma nonostante il
benessere e l’abbondanza sempre maggiori ai quali siamo ormai abituati e che
impediscono spesso di far accettare la verità, c’è sempre la speranza di un
imminente risveglio dietro l’angolo, che però dipenderà solo da quei singoli
individui, i quali, per amor del vero, avranno il coraggio di andare -se
necessario- contro le loro stesse convinzioni e desideri, contro la loro stessa
società, famiglia, tradizione e abitudini, rinunziando alla loro illusoria
“comfort zone” -che non è altro che una prigione- al di fuori della quale
saranno invece liberi. Disse infatti Cristo: “Conoscerete la verità, e la
verità vi farà liberi[4].”
“Ma liberi da cosa esattamente” -dicono i
miscredenti- “se bisogna osservare la Legge di Dio e dunque privarsi di ciò che
ci proibisce e agire come ci comanda?”. Ebbene, la libertà fisica in questo
mondo non esiste, è una totale utopia satanica, un’illusione. Di tale
“illusione” Iddio ne parla dicendo: “Quanto a coloro che sono
miscredenti, le loro opere sono come un miraggio in una piana desertica che
l'assetato scambia per acqua e poi, quando vi giunge, non trova nulla; anzi,
nei pressi vi trova Iddio che gli salda il conto.[5]”
E aggiunge l’Altissimo: “Crede forse l'uomo che sarà lasciato
libero? Già non fu che
una goccia di sperma eiaculata, quindi un'aderenza, poi Iddio lo creò e gli diede forma armoniosa[6]”.
Dunque,
in questa vita è realizzabile solamente la libertà dello spirito, poiché la
natura corporea è caduca, debole e soggetta a limitazioni. Ma cos’è la libertà
spirituale? È essere liberi dalla paura, dalla sofferenza, dalla confusione,
dal dubbio, dalla falsità, dall’angoscia, dall’invidia, dall’insicurezza,
dall’avidità, dal male, dall’odio e dal rancore, dal giudizio e dall’opinione
altrui, dall’influsso negativo della massa e dal peccato, dal bisogno materiale
delle cose e delle persone, che siano figli o figlie, mariti o mogli, madri o padri,
amici o amanti, fidanzati o fidanzate, falsi santi e maestri, essere liberi
dalla falsità e dalle tenebre. Il servo di Dio viene liberato da tutto questo,
perché ha affermato: “Mi basta Dio. Non c'è altro dio all'infuori di Lui.
A Lui mi affido. Egli è il Signore del Trono immenso[7]”.
Chi non
crede, pensa di essere libero quando invece è schiavo. “Schiavo di cosa” - dirà
il miscredente- “se io non seguo i precetti di quei libri ormai antichi e
démodé, e non sono vincolato da alcuna proibizione o limitazione impostami da
un’entità fittizia?”. La risposta sarà certamente che rispetto a chi crede, chi
non crede è certamente “più libero” nel corpo, ma non nello spirito. Infatti,
il miscredente si sente libero di compiere il peccato danneggiando sé stesso e
gli altri, si sente libero di pensarla come vuole sebbene sia nella falsità, e
si sente libero di disobbedire al saggio, libero di sviarsi e di smarrirsi. La
sua libertà non gli giova a nulla, ma aumenta ancor di più le sue catene. Esso
è, infatti, schiavo di sé stesso, della tirannia del proprio ego, dei propri
vizi e del proprio male, schiavo del dolore e dell’afflizione, schiavo dei
propri demoni che lo perseguitano senza tregua, schiavo della menzogna, schiavo
della critica o del compiacimento altrui, schiavo dei propri bisogni fisici,
schiavo di tutto ciò che è materiale che arreca piacere -siano donne, sostanze
inebrianti, divertimenti, cavalli, automobili o altro- schiavo del proprio
sovrano o capo, schiavo delle vicissitudini dei mortali (malattia, vecchiaia e
debolezza), schiavo del tempo, schiavo dello spazio, schiavo della povertà o
della ricchezza, schiavo del proprio lavoro, della propria passione o del
proprio hobby, schiavo del bisogno di ricevere amore da qualcuno, schiavo del
proprio partner, dei propri figli o dei propri genitori, schiavo della propria
tradizione e della propria società che detta leggi e regole dalle quali non
riuscirà mai a liberarsi, senza Dio. Dunque, o lettori miscredenti, siete
davvero certi che chi non crede sia più libero di chi crede?
Ma
grazie a Dio, non tutti gli uomini sono così. Molti, ad esempio, non hanno
abbracciato la falsità esposta, in questo secolo, da tali teorie come quella
evoluzionista. Ad esempio, un famoso fisico di nome Fred Hoyle disse: “Cerchiamo
di essere scientificamente onesti con noi stessi: la probabilità che la
comparsa di forme di vita complesse ed organizzate sia avvenuta per caso, è
comparabile alla possibilità che un tornado, colpendo un campo di raccolta
rifiuti, possa assemblare un Boeing 747”.
Anche alcuni tra i più importanti filosofi
occidentali, si espressero al riguardo; Renè Descartes ad esempio,
conosciuto come Cartesio, disse: “Posso essere io l’autore della mia
stessa esistenza? Per di più potrei rimandare il momento della mia morte? Se
così fosse, allora l’idea di una sostanza perfetta verrebbe proprio dalla mia
mente, e per essere così, sarei io stesso Dio, ma poiché è chiaro che non lo
sono, allora chi ha l’eternità precede chi non la possiede.[8]”,
ed Immanuel Kant, uno dei più influenti pensatori dei tempi moderni e
considerato uno dei più importanti filosofi dell’era dell’illuminismo,
impressionato da tutta questa diversificazione, moltitudine e per altro
sincronizzazione tra specie, ecosistemi e creature -che rendono l’esistenza di
un Creatore Supremo Onnipotente un dato di fatto-, disse: “Il mondo attuale,
ci presenta un’incommensurabile scena di varietà, ordine, legami e bellezza, e
se seguissimo questo mondo nell’infinità dello spazio, o nelle sue parti infinite,
riconosceremo, nonostante la nostra limitata comprensione e le nostre limitate
conoscenze che ci rendono inconsapevoli di cogliere ciò che ci circonda, che
tutte le lingue non sono in grado di descrivere tutte queste meraviglie delle
quali non intendiamo l’essenza, e che tutti i numeri non sono in grado di
contare queste meraviglie, e che i nostri pensieri vagheranno in ogni valle,
così che il nostro giudizio sul tutto si perde in uno stato di stupore, non
accompagnato da nessuna oscurità.”
Anche alcuni noti scienziati -seppur di corrente evoluzionista- smentirono l’ideologia darwinista, come ad esempio il biologo francese Luis Pasteur, che disse: “Può la materia formarsi da sola? No! Oggi non c’è nemmeno un caso per il quale possiamo affermare che gli esseri microscopici sono venuti al mondo senza genitori assomiglianti ad essi.[9] E Jeffry Bada, un professore di geo-chimica e uno dei più grandi sostenitori della teoria dell’evoluzione, nel Febbraio 1998 dovette confessare la fallacia dell’evoluzionismo in un articolo della rivista “Eatrh ”-una delle più importanti riviste che appoggiano la teoria dell’evoluzione- dicendo: “Oggi, che ci apprestiamo a lasciare il XX secolo, stiamo ancora affrontando il più grande problema che abbiamo avuto all’inizio del XX secolo, ossia: come si è generata la vita sulla Terra?[10]”.
Inoltre,
se la teoria dell’evoluzione fosse vera, dovremmo aver già rinvenuto milioni e
milioni di fossili di transizione che avrebbero mostrato i vari gradi di
sviluppo da una specie all’altra. E invece non ne sono stati rinvenuti. Quando
Darwin illustrò la propria teoria (nel 1859), ammise che fino a quel momento
non era stato rinvenuto alcun reperto fossile a riprova della transizione, ma
affermò che certamente in futuro se ne sarebbero rinvenuti. Egli disse: “Infine,
se la mia teoria è veritiera, innumerevoli varietà intermedie, anelli di
congiunzione tra le specie dello stesso gruppo devono certamente essere
esistite.”
Dunque, per via dell’assenza di reperti fossili di
“varietà intermedie” questa teoria sarebbe da considerare infondata, come
Darwin stesso -che non aveva i mezzi per poter appurare se effettivamente la
sua dottrina era corretta oppure no- affermò. Inoltre, anche altri tra i più
famosi evoluzionisti del mondo, riconoscono la completa assenza di fossili di
transizione nella documentazione fossile. Ad esempio, il dottor Colin
Patterson, ex paleontologo del British Museum di Storia Naturale e
autore del trattato “Evolution” scrisse quanto segue: “Concordo
pienamente con i commenti al libro in cui si sottolinea l’assenza di prove
dirette di transizioni evolutive. Se mi fosse stata nota l’esistenza di un
fossile di questo tipo, lo avrei certamente incluso tra le argomentazioni…Ma
non ne esistono.[11]”
E anche Stephen Jay Gould, professore di
Geologia e Paleontologia dell’Università di Harvard, scrisse in
merito a ciò: “L’assenza di prove fossili che dimostrino le fasi intermedie
tra le grandi transizioni nella progettazione organica, anzi la nostra
incapacità, anche nella nostra immaginazione, di mappare transizioni funzionali
in molti casi, è un problema persistente e fastidioso per i conti
dell’evoluzione gradualistica.[12]”
Ed anche l’evoluzionista Stephen M. Stanley
della Johns Hopkins University commentò l’incredibile assenza di forme
di transizione nella documentazione fossile, affermando: “In effetti, non
esiste un solo reperto fossile che sia in grado di documentare in modo
convincente la transizione da una specie all’altra.”
Inoltre,
non molti sanno che nella scienza odierna la visione non è mai
“monodirezionale” quando si tratta di andare a capire cosa accadde in epoche
così remote rispetto alla nostra, per le quali non è possibile né coi mezzi né
con l’immaginazione cercare di capire concretamente ciò che avvenne. Dunque, è
bene sapere che in contrapposizione alla tanto ambita e diffusa teoria
dell’evoluzione, esiste un’altra opzione -assai più verosimile e plausibile-
sostenuta da molti scienziati, ossia quella dell’“esplosione cambriana”.
Secondo questa teoria, tale “esplosione” non fu distruttiva come lo fu ad
esempio quella del “big-bang” della tesi evoluzionista, ma fu piuttosto
“creatrice”, in quanto -afferma la teoria- nel periodo “cambriano” ci fu
un’allegorica “esplosione” di vita, per mezzo della quale le creature vennero
alla luce improvvisamente e già plasmate nella loro forma finale,
contrariamente alla teoria evoluzionista. Tale teoria “creazionista” - che
afferma che tutte le creature vennero e vengono tutt’ora messe al mondo
improvvisamente secondo un disegno prestabilito e non invece gradualmente, per
puro e casuale assemblamento- venne anche affermata dal noto paleontologo Mark
Czarnecki, per altro evoluzionista, che disse al riguardo: “Un grave
problema nel provare la teoria evoluzionistica proviene dalla documentazione
fossile, cioè le impronte delle specie scomparse preservate nelle formazioni
geologiche. Questo ambito non ha mai rivelato tracce delle ipotetiche varianti
intermedie di Darwin – mentre prova che le specie appaiono e scompaiono
bruscamente, e tale anomalia ha alimentato la tesi creazionista secondo cui
ogni specie sia stata creata da Dio.[13]”
Perfino
uno degli evoluzionisti più “convinti” del periodo moderno, l’ateo Richard
Dawkins, affermò queste parole a sostegno della creazione e in assenza di
prove di un’evoluzione: “E’ come se i fossili siano stati piantati senza
alcuna storia evolutiva. Inutile dire che l’elemento dell’improvvisa semina
delizia i creazionisti. Entrambe le scuole di pensiero (puntazionisti e
gradualisti) disprezzano i creazionisti, ma concordano sul fatto che le lacune
siano reali, che rappresentino vere e proprie imperfezioni nella documentazione
fossile. L’unica spiegazione della improvvisa comparsa di tanti tipi di animali
complessi nell’era cambriana sarebbe la creazione divina, ed entrambe le scuole
rigettano tale possibilità[14].”
Dunque, in virtù di tutte queste prove -ce ne sarebbero ancora molte altre, ma non potrebbero essere tutte riportate in questo libro- non si può che accogliere l’evidenza di un Creatore Sapiente ed Eccelso. Non è questione di fede, ma di evidenza e certezza. Ad esempio, alcuni uomini chiesero una volta al profeta Muhammad, l’ultimo dei veri profeti di Dio ben guidati e discendente di Ismaele, figlio di Abramo: “O messaggero di Dio, qual è la prova dell’esistenza di Dio?”. Egli rispose: “Sia gloria a Dio! Lo sterco del cammello non testimonia forse la presenza del cammello? E le impronte su un percorso non testimoniano forse che qualcuno è passato di lì? Cosa ne diresti allora di un cielo colmo di stelle, di una terra colma di vegetazione e di un mare solcato dalle onde? Non testimonia forse, tutto questo, dell’esistenza del Sottile, del Ben Informato?[15]”.
Perfino
l’opera apparentemente più semplice, come una forma di pane, ad esempio,
richiede un gran lavoro dietro: infatti, per fare il pane non basta gettare in
una pozzanghera farina, sale e lievito, sperando che col tempo e per mezzo
dell’opera degli agenti atmosferici, il tutto si mescoli, si impasti, si
inforni e si cuocia da solo, dando vita spontaneamente a un prodotto
artigianale finito. No, ognuno sa bene che per poter “sfornare” una deliziosa
forma di pane cotta a dovere, c’è bisogno del lavoro di un abile panettiere che
sappia dosare bene le quantità di farina, acqua, lievito e sale, sappia
amalgamare bene l’impasto, sappia tagliarlo e dargli la forma desiderata
anziché lasciarlo informe, sappia farlo lievitare nella giusta quantità di
tempo, e sappia infine infornarlo e cuocerlo al punto giusto, non troppo da
bruciarsi ma nemmeno troppo poco da rimanere crudo. Un minimo errore non
permetterebbe la corretta riuscita del prodotto finale. Se dunque anche solo
per una semplice forma di pane è richiesto tutto questo sforzo, conoscenza e
maestria, questo non varrebbe ancor di più per una creatura che respira,
cammina, pensa e agisce indipendentemente dagli oggetti inerti? Una creatura
con una struttura fisica impeccabile, cui tutti gli organi agiscono cooperando
in perfetta sincronia, una creatura dotata di emozioni, ragionamento e anima,
una creatura indipendente e diversa dalle altre, capace di compiere -come
allegoria del Creatore- ogni sorta di opere essa desideri, che sia nel male
come nel bene? Una creatura dotata di un udito e di una vista che neppure i
mezzi tecnologici più all’avanguardia potrebbero eguagliare? Come potrebbe
essere un prodotto casuale?
Davanti
a quadri, sculture, edifici, abiti, automobili e altro ancora, spesso gli
uomini restano estasiati e stupiti, e non esitano a tessere le lodi del
produttore. Perché dunque l’uomo, pur restando assai più estasiato e stupito
d’innanzi la grandezza e la meraviglia del creato, non ne riconosce però
l’autore, rifiutando di tesserne le lodi? In verità l’uomo è ingiusto e
ingrato. Dio, infatti, dice: “Iddio è Colui Che ha creato i Cieli e la
Terra, e che fa scendere l'acqua dal cielo e, suo tramite, suscita frutti per
il vostro sostentamento. Vi ha messo a disposizione le navi che scivolano sul
mare per volontà Sua, e vi ha messo a disposizione i fiumi. Vi ha messo a
disposizione il sole e la luna che gravitano con regolarità, e vi ha messo a
disposizione la notte e il giorno. E vi ha dato [parte] di tutto quel che Gli
avete chiesto: se voleste contare i doni di Dio, non potreste enumerarli. In
verità, l'uomo è ingiusto, ingrato.[16]”
L’uomo
infatti non crea nulla, esso riproduce e rielabora utilizzando le materie prime
che già trova nell’ambiente e che gli sono state fornite dal Creatore,
utilizzando un organo donatogli dal Creatore, ossia la mente. Senza tali
materie prime e senza la mente eccezionale di cui è stato dotato, l’uomo non
sarebbe in grado neppure di alzare la propria mano per scrivere, né saprebbe
compiere un singolo passo, figuriamoci se egli sarebbe in grado di costruire
palazzi, dipingere quadri o scolpire statue! No, egli deve piuttosto
ringraziare il suo Creatore, anziché continuare ad ignorarLo ribellandosi a
Lui, come dice il Nobile Signore: “E quanti segni nei Cieli e sulla
Terra, cui gli uomini passano accanto voltando loro le spalle![17]”.
La
ribellione della creatura verso il Creatore è solo a danno della prima, in
quanto Dio non abbisogna di nessuna delle Sue creature, essendo esse piuttosto
ad esser deboli, bisognose, e ad aver necessità di Lui. Dice infatti Iddio: “O
Miei servi: voi tutti siete in errore tranne chi Io guido, quindi chiedeteMi di
guidarvi, vi guiderò. O Miei servi: voi tutti siete affamati tranne chi Io
nutro, quindi chiedeteMi di nutrirvi, vi nutrirò. O Miei servi: voi tutti siete
nudi tranne chi Io vesto, quindi chiedeteMi di vestirvi, vi vestirò. O Miei
servi: voi peccate di notte e di giorno, ed Io perdono tutti i peccati, quindi
chiedeteMi di perdonarvi, vi perdonerò. O Miei servi: voi non arriverete a
danneggiarMi tanto da nuocerMi, e non arriverete a beneficiarMi tanto da
giovarMi. O Miei servi: se anche il primo e l’ultimo di voi, e gli uomini ed i
jinn[18]
tra voi, fossero come il più timorato cuore d’uomo tra voi, ciò non
accrescerebbe il Mio Regno in nulla. O Miei servi, se anche il primo e l’ultimo
di voi, e gli uomini ed i jinn tra voi, fossero come il più perverso cuore
d’uomo tra voi, ciò non diminuirebbe il Mio Regno in nulla. O Miei servi, se
anche il primo e l’ultimo di voi, e gli uomini ed i jinn tra voi, si trovassero
su di un’unica spianata e Mi domandassero, ed Io dessi a ciascuno quello che ha
domandato, ciò non diminuirebbe quanto posseggo se non di quanto lo
diminuirebbe l’ago se fosse immerso nel mare[19].[20]”
Davanti
a tali evidenze, dunque, come si potrebbe ancora affermare che la creazione
proviene dalla casuale azione di una forza cieca e bruta qual è la natura -come
gli “scienziati” moderni affermano- anziché provenire dall’azione sapiente e
controllata di un’Intelligenza superiore che trascende ogni cosa? Perché se è
vero che l’unico modo per comprendere la realtà delle cose è osservare la
realtà stessa -come hanno da sempre affermato scienziati e filosofi
materialisti- allora è vero che l’evoluzionismo è del tutto contrapposto alla
critica osservazione oggettiva della realtà, in quanto, esso si reggerebbe in
piedi solamente se confermasse la realtà dei fatti, e cioè che tutto quello che
abbiamo intorno a noi non è frutto di una casuale e graduale evoluzione,
operata da una cieca forza generatrice e distruttiva. Ma poiché l’evoluzionismo
afferma l’opposto contrario, la risposta è netta: non può essere verità. Sicché
gli evoluzionisti hanno messo da parte l’intelletto e la vera osservazione
della realtà, non prendendo in considerazione tutti i suoi aspetti e preferendo
alla ragione l’adozione di un’idea, secondo la quale lo stesso principio
creatore primordiale deve per forza essere cieco e disordinato come loro. Ma la
verità non può essere adattata né ai nostri desideri né alle nostre passioni,
poiché come dice l’Altissimo: “Se la verità fosse consona alle loro
passioni, certamente si sarebbero corrotti i Cieli e la Terra e quelli che vi
si trovano! No, abbiamo dato loro il Monito, ma essi se ne allontanano[21].”
Se noi
infatti ponessimo in un sacchetto dodici biglie di colori diversi, e poi
desiderassimo tirarle fuori per dodici volte di fila nella stessa sequenza di
colore, non ci riusciremo mai, sarebbe impossibile, ci sarebbe sempre almeno
una pallina che interromperebbe la sequenza dei colori prestabilita. Ma nella
realtà c’è un meccanismo diverso: se la “natura” agisse secondo “probabilità e
casualità”, non sarebbe possibile trovare una così innumerevole quantità di
eccellenti organismi prodotti in sequenze continue e senza errore, ma piuttosto
si troverebbero ovunque creature mostruose e imperfette, mentre le creature
impeccabili si troverebbero -ipotizzando nel miglior dei casi- una ogni tre
miliardi al massimo, rendendo dunque le imperfezioni la norma e le perfezioni
un’assoluta eccezione, e tale esiguità numerica delle specie “perfette” non
solo non darebbe loro modo di sopravvivere e riprodursi (le farebbe estinguere
assai presto), ma non permetterebbe loro neppure di sostituire quelle
“imperfette” che rappresenterebbero la maggioranza assoluta. Inoltre, come è
ben noto nella realtà, ogni creatura “imperfetta” -nel senso che presenta
mutazioni, alterazioni, imperfezioni o altro- è debolissima, ha vita breve e
muore spesso addirittura dalla nascita. Non potrebbe dunque sopravvivere a
intere generazioni. Come si potrebbe dunque affermare che le specie che
troviamo oggi nel mondo, si siano “evolute” da quelle imperfette, quando
quest’ultime, per natura, sopperiscono e non sono in grado neppure di badare a
loro stesse? No, piuttosto la biogenetica e la natura insegnano il contrario:
ossia che ogni mutazione è un’eccezione e un danno, non una caratteristica
normale e naturale come lo sono invece le “perfezioni” create dal Sapiente
plasmatore, poiché ogni specie viene al mondo già in un modo prestabilito e in
sequenze continue fatte proprio con lo “stampino”, come si suol dire.
Inoltre,
è possibile che da un organismo “imperfetto” nasca un figlio “perfetto”, perché
nel suo DNA sono già stati impressi dal Creatore la sua forma e il suo destino.
Allo stesso modo, è possibile che da un organismo “perfetto”, per vari motivi,
nasca un organismo “imperfetto” menomato o con altri problemi, anche se nasceva
da una creatura “evoluta nella sua forma perfetta”. Tutto questo dunque, non
dipende dall’evoluzione, poiché se così fosse, ossia se oggi giorno ci dovessero
essere solamente creature evolute e perfette, non dovrebbero più esistere
imperfezioni, ma non è così, le imperfezioni si ripetono ancora. Quest’ultime
dipendono solo dalla volontà di Dio, che “rende sterile chi vuole e rende
fertile chi vuole”.
Tutto è
dunque preceduto da una causalità, (da una causa) e non da casualità (dal
caso). Ad esempio, tutto ciò che è artificiale è preceduto dall’azione di un
produttore. Allo stesso modo gli oceani, i monti, il sole e la luna, i pianeti
e il loro moto equilibrato e costante, gli animali coi loro colori e le loro
caratteristiche specifiche, noi uomini e il nostro intelletto che ci fa
giungere ad interrogarci su realtà assai più grandi di noi e che ci fa produrre
opere meravigliose ed estremamente complesse, tutto questo non può in nessun
modo essere frutto del cieco caso o di una cieca forza che agisce per pulsioni
e generazione di materia. La parola “natura”, molto ambita e utilizzata oggi
giorno, è solo un concetto astratto che gli “scienziati” moderni hanno usato
abilmente per sostituire la figura del Dio Creatore: infatti tale parola sta
semplicemente ad indicare “l’insieme delle caratteristiche pregnanti e
precipue di una determinata creatura”. Ad esempio, è natura fisica della
donna rimanere gravida e partorire un figlio -non è natura dell’uomo-, così
come è natura dell’uomo essere fisicamente più forte della donna e proteggere
la sua famiglia; è natura sia dell’uomo che della donna usare il proprio
intelletto per poter arrivare a comprendere la Presenza di un Creatore Immenso,
così come è natura dell’animale vivere di istinti ed essere privo di intelletto
e discernimento. Ecco, la natura è il fine ultimo per il quale ogni cosa è
stata creata. La natura del sole è quella di splendere e riscaldare, la natura di
un albero quella di dar rifugio ad alcuni animali, mettere dei frutti sazianti
e diffondere l’ossigeno nell’aria, la natura del cane è quella di fare la
guardia alla proprietà del padrone, la natura della leonessa è quella di
cacciare le prede per i suoi cuccioli e la natura del leone è quella di
proteggere la famiglia da altri predatori o da nemici esterni. Ogni cosa ha una
sua propria natura, ma l’uomo, nel suo eccesso di orgoglio e bramosia e nel
cattivo uso del libero arbitrio, è l’unica creatura ad aver invertito e
dimenticato la sua stessa natura, lo scopo per cui è stato creato e per il
quale dovrebbe vivere e morire.
Tornando
dunque all’idea di natura intesa come entità a sé stante, essa è solo un
concetto astratto: non esiste una “natura” che agisce come un generatore che
crea in continuazione a destra e a manca, senza curarsi minimamente delle sue
creature e non fornendo loro né uno scopo né una linea guida da seguire. Se
così fosse, allora avrebbe ragione il poeta e scrittore Giacomo Leopardi,
che in un accesso d’ira e depressione descrisse la natura come un’“arcigna
megera”, in quanto lontana e distante dalle esigenze dell’uomo e sorda nei
confronti delle sue sofferenze, al pari di una datrice di lavoro assenteista
che non si cura dei suoi dipendenti. Ma nella realtà, la natura non è cieca e
spietata: Dio non ha stabilito alcun predatore per preda, senza prima aver
dotato quest’ultima di armi di difesa con cui potersi difendere dagli attacchi
del predatore. Al contrario, se nella natura ci fossero stati casi di specie
sprovviste di “armi” di difesa e dunque totalmente indifese nei confronti dei
“predatori”, a quel punto si, la natura sarebbe davvero “arcigna megera”. Ma la
presenza di tali “armi di difesa” contro ogni possibile attacco, che sono state
fornite dal Creatore ad ogni creatura, smontano questa falsa tesi, così come la
smonta la presenza di un istinto che gli animali hanno già impresso dentro di
loro, e che in ogni istante, fin dalla nascita, consiglia e dice loro cosa
fare. Non sarebbe forse questa, la Legge di Dio impressa nei cuori delle
creature? Solo che l’uomo non comprende tutto ciò, arrivando spesso a credere,
stoltamente, che le bestie sono più stupide di lui, ma ciò non è affatto vero,
sono solo prive di intelletto e discrimine. Dice infatti Dio: “Non c'è
essere che si muova sulla terra o uccello che voli con le sue ali, che non
appartenga ad una comunità. Non abbiamo dimenticato nulla nel Libro. Poi tutti
saranno ricondotti verso il loro Signore[22].”
E dice anche: “Non vedi come Dio è glorificato da tutti coloro che sono
nei cieli e sulla terra e gli uccelli che dispiegano [le ali]? Ciascuno conosce
come adorarLo e renderGli gloria.”[23].
Parimenti, Dio non ha creato l’uomo ponendolo in un mondo di prove e
tribolazioni, nemici e afflizioni, senza però prima avergli fornito una guida
chiara da seguire che lo renderebbe forte, paziente e sicuro d’innanzi ad ogni
evento che gli capita, perfino quelli apparentemente più difficili da superare,
facendolo godere appieno della “vera vita” e rendendolo soddisfatto di essa.
Per questo Dio dice, riguardo coloro che non obbediscono alla Sua Parola: “Se
avessero obbedito alla Torâh e al Vangelo e a quello che scese su di loro da
parte del loro Signore, avrebbero certamente goduto di quello che c'è sopra di
loro e di quello che c'è ai loro piedi.[24]”
Ma l’uomo ha scelto di mettere da parte tale guida, per questo, egli è
oggi giorno come una preda che non possiede più difese, come un leone senza
denti e artigli, come un’antilope senza zampe, come un pesce senza coda, come
un uccello senza ali o un granchio senza chele. Immobile è l’uomo che ha
rinnegato la guida, o che la ignora.
Dunque si,
c’è una guida e c’è uno scopo. Dio, infatti, ha reso facile all’uomo la
comprensione della verità dotandolo di intelletto, -brillante strumento che lo
differenzia dalle bestie- e cospargendo il suo cammino di ogni specie di segno,
come disse Iddio stesso: “Mostreremo loro i Nostri segni nell’universo e
in loro stessi, finché non sia loro chiaro che questa è la Verità”[25],
e ancora: “Nella creazione dei cieli e della terra,
nell'alternarsi del giorno e della notte, nella nave che solca i mari, carica
di ciò che è utile agli uomini, nell'acqua che Dio fa scendere dal cielo,
rivivificando la terra morta e disseminandovi animali di ogni tipo, nel mutare
dei venti e nelle nuvole costrette a restare tra il cielo e la terra, in tutto
ciò vi sono segni per la gente dotata di intelletto.[26]”
Ma
quando l’attaccamento verso i piaceri fisici, gli affari terreni e le cose
materiali prevalgono nel cuore dell’uomo, essi appannano il suo intelletto
indirizzando tutte le sue intenzioni e i suoi sforzi e impegnando tutte le sue
energie nella soddisfazione di tali “bisogni” illusori, rendendolo una cieca e
sorda bestia, non permettendogli di scorgere e interpretare gli innumerevoli
segni che Iddio ha cosparso lungo il suo cammino, in quanto la vita terrena lo
ha distolto dal vero scopo principale dell’esistenza della creatura umana: il
Ricordo dell’Altissimo. Per questo Dio disse: “O uomini, la promessa
d’Iddio è verità. [Badate] che non vi inganni la vita terrena e l'Ingannatore
vi distolga da Dio.[27]”
Dunque, infine, coloro che hanno a cuore altro all’infuori della ricerca del vero, sono coloro che sono stati distolti dal loro vero scopo, e dunque sono diventati esseri irrazionali e in preda alle loro passioni ed emozioni, e per loro sarà sempre più difficile accedere alla comprensione della verità, come disse Dio: “Se domandi loro: “Chi fa scendere l'acqua dal cielo e ridà vita alla terra che già era morta?”. Certamente risponderanno: “Dio”. Di': “La lode appartiene a Dio!”. Ma la maggior parte di loro non ragiona.[28]” E ancora: “Nessuno può credere, se Iddio non lo permette. Egli destina all'abominio coloro che non ragionano.[29]”
Le forze
nichilistiche di questa nuova èra stanno operando con ogni mezzo per
minimizzare il più possibile, modificare, nascondere, ridicolizzare o
addirittura distruggere del tutto la verità trasmessa da Dio per mezzo dei suoi
profeti. Attraverso l’omologazione attuata dalla tecnologia (social media,
ecc.), ormai più nessuno può “chiamarsi fuori” dal flusso della massa, poiché
se lo facesse rischierebbe di essere considerato, nel migliore dei casi, come
“persona maleducata e alquanto strana”, fino ad arrivare ai casi peggiori in
cui è visto come “persona pazza, sospetta di terrorismo o estremista”. Ma il
servo di Dio non si cura di compiacere gli uomini, bensì Iddio solo.
Fede in
Dio e scienza non sono dei contrari, ma proseguono di pari passo. Come già
detto, la parola “scienza” non riguarda meramente una disciplina accademica, né
tantomeno riguarda un insieme di concetti astratti sostenuti e diffusi da
uomini di successo. Piuttosto, “scienza” significa letteralmente “sapienza”, e
indica in modo generico la conoscenza della realtà che ci circonda. Poiché
dunque la Parola di Dio è Verità che conferma la realtà che ci circonda, essa è
Scienza con la “S” maiuscola, al contrario, quelle teorie fuorvianti e mendaci
che hanno corrotto il naturale istinto ed equilibrio del creato, non sono
affatto “scienza” sebbene ci si riferisca ad esse come tale, ma sono piuttosto
congettura, ideologia e menzogna.
Iddio, -contrariamente a quanto affermano certi
atei e agnostici che amano presentarLo sotto le false spoglie di “oppressore
oscurantista” - ha invece fatto dono all’uomo dell’intelletto, affinché esso lo
utilizzi per cercare e trovare la verità dello scopo della sua vita, ché come
disse Socrate: “Una vita senza ricerca non è degna per l’uomo d’esser vissuta”.
Infatti, come disse il teologo inglese Abdel-Hakim
Murad, “Dio non è una realtà da essere spiegata; Egli è la spiegazione della
Realtà”.
Al contrario di chi crede che “fede e scienza” o
“fede e ragione” siano due opposti inconciliabili, ha in parte ragione e in
parte torto. Nel caso delle superstizioni e delle credenze la cui dottrina
contraddice la realtà, tale ragionamento è da applicare; invece, nel caso in
cui una dottrina sia la spiegazione chiara e dettagliata della realtà, come
potrebbe essere considerata “appannamento della ragione”, “obliò della
coscienza”? Piuttosto è l’ignoranza della verità che provoca tutto ciò. Iddio,
infatti, esorta l’uomo ad utilizzare il ragionamento anziché accettare tutto
ciecamente. Egli dice: “Nessuno può credere, se Dio non lo permette. Egli
destina all'abominio coloro che non ragionano.”[30]
E ancora: “Se domandi loro: “Chi fa scendere l'acqua dal cielo e ridà
vita alla terra che già era morta?”. Certamente risponderanno: “Dio”. Di': “La
lode appartiene a Dio!”. Ma la maggior parte di loro non ragiona.”[31]
Il vero
Dio ama che l’uomo utilizzi il proprio intelletto in modo sincero per arrivare
alla verità, ma detesta coloro i quali -pur sostenendo di essere razionali-
sfruttano la propria ragione per raggirare la verità e giustificare i loro
scopi. A differenza di molti moderni “uomini di scienza” e di molti uomini
“religiosi”, Dio non chiederà mai all’uomo di accettare qualcosa che non
comprende senza far domande, ma Egli risponde a ogni domanda dell’uomo rendendogli
manifesta la verità, affinché esso comprenda e non abbia così alcun problema
nell’accettarla. Il problema, dunque, non è che la verità è inconoscibile,
complessa, misteriosa o lontana: il problema è che l’uomo non la vuole trovare
affatto.
[1]
Corano 56:59
[2]
Corano 52:35,36
[3]
Salmo 14:1
[4]
Gv. 8:32
[5]
Corano 24:39
[6]
Corano 75:36,37,38
[7]
Corano 9:129
[8]
Descartes, R.: “Meditation” 1,5 1a
[9] Luis Pasteur, Fox & Dose, Origin of Life, p, 4-5
[10] Earth, February 1998
[11] Patterson, C., Evolution, The British Museum of
Master Books, Natural History, London, 1978.
[12] Gould, S.J., Is a new and general theory of evolution
emerging? Paleobiology 6:119–130 (p.127), 1980.
[13] Czarnecki, Mark, “The Revival of the Creationist
Crusade,” MacLean’s, January 19, 1981, p. 56
[14] The Blind Watchmaker, 1986, p229-230
[15] Tafsir Ibn Khatir 2:21
[16]
Santo Corano, 14: 32,33,34
[17]
Corano 12:105
[18]
Rappresentano entità sottili creati da un fuoco senza fumo, non visibili agli
uomini ma che popolano assieme ad essi la terra. I Jinn hanno libero arbitrio
come gli uomini: ci sono quelli sottomessi a Dio e credenti (muslimūn)
e quelli ribelli a Dio e miscredenti, chiamati “shayatin” o “demoni”,
similmente alla tradizione cristiana ed ebraica.
[19]
Si riferisce alla minima quantità d’acqua che aderisce ad un ago che viene
immerso e poi ritirato dal mare.
[20] Quaranta
Hadith Qudsi, a cura di Dr. Mujahed BadaouiDa. Hadith numero 17, trasmesso da
Abû Dharr al-Ghifârî.
[21] Corano 23:71
[22] Corano 6:38
[23] Corano 24:41
[24] Corano 5:66
[25]
Corano 41:53
[26]
Corano 2:164
[27]
Corano 35:5
[28]
Corano 29:63
[29]
Corano 10:100
[30] Corano 10:100
[31] Corano 29:63
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